Unicredit, l'ipotesi di fusione Hvb-Commerzbank saltata per la guerra. Ma i titoli volano
Unicredit, l'ipotesi di fusione Hvb-Commerzbank saltata per la guerra. Ma i titoli volano
Nel giorno il cui l'ad Orcel rilascia una lunga intervista a Bloomberg Television sulle strategie del gruppo, tornano forti le voci di un progetto (pre-Ucraina) di fusione in Germania fra la controllata Hvb e Commerzbank, che balza del 4% a Francoforte. Equita: un'operazione rischiosa, ecco perché

di Elena Dal Maso 18/05/2022 10:40

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Unicredit e Commerzbank volano in borsa. La banca italiana sale dell'1,8% a 9,94 euro, quella tedesca del 4% a 7,09 euro. I due gruppi tornano al centro del palcoscenico dell'M&A. Dopo la chiusura delle trattative lo scorso autunno fra l'istituto milanese e il Mef sull'acquisizione di un perimetro di Mps, oggi l'ad, Andrea Orcel, ha rilasciato una lunga intervista a Bloomberg Tv nella quale emerge lo spirito della banca di essere un gruppo dal respiro europeo. Nel frattempo, il Financial Times ha scritto che è tornato il vecchio progetto di una fusione in Germania fra la controllata di Unicredit, Hypovereinsbank (Hvb) e Commerzbank per dar vita al secondo maggior gruppo del Paese. 

Unicredit-Commerzbank in pista fino all'invasione dell'Ucraina

Se ne era parlato in epoca pre-Covid, fra il 2018 e il 2019, quando era Jean Paul Mustier a guidare la banca italiana, si rincorrevano le voci di un'operazione transfrontaliera che aveva toccato non solo il gruppo con sede a Francoforte, ma anche la francese Societe Generale, che proprio ieri ha annunciato l'uscita di scena dello storico ad, Frederic Oudea.

Il piano di una fusione in Germania pare abbia, però, perso di forza dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio scorso. Un'operazione che avrebbe permesso a Unicredit di rafforzare ulteriormente il proprio posizionamento nella prima economia dell'Eurozona, diventando in questo modo il secondo gruppo con oltre 780 miliardi di euro di asset e oltre 1000 filiali. Eppure oggi i due titoli corrono, il mercato pare non creda alla chiusura della possibile operazione.

Una fusione fra Hypovereinsbank e Commerzbank comporta sinergie di costo per 1,5 miliardi, complicate per Equita

Commerzbank, guidata dall'ad, Manfred Knof, ha chiuso il primo trimestre del 2022 con un Cet 1 ratio del 13,5%, dopo anni di ristrutturazione all'interno di un mercato bancario estremamente frammentato grazie alla forte presenza delle Landesbanken non quotate. Un settore, spiega oggi Equita Sim, che "risulta molto competitivo e da cui è difficile estrarre una profittabilità soddisfacente".

Secondo il FT, Unicredit avrebbe acquisito una quota rilevante di Commerzbank per poi fonderla con la controllata tedesca. La banca tedesca viaggia a 0,3 volte il rapporto prezzo/capitale tangibile, in linea con Unicredit. Gli analisti di Equita ritengono che "l'operazione comporti un alto rischio di esecuzione", dal momento che per poter far crescere l'eps (utile per azione) "dovrebbe comportare rilevanti sinergie di costo per 1,5 miliardi, pari a circa il 15% della base costi di Commerzbank da sola". A questo si aggiunga che entrambi gli istituti "sono attualmente impegnati nella gestione delle
esposizioni in Russia, elemento che aggiunge ulteriore complessità all'operazione", scrive Equita.

L'ad Orcel: Unicredit, la visione di una banca per l'Europa

Durante l'intervista a Bloomberg Television con Francine Lacqua, l'ad Orcel ha spiegato che "Unicredit è stata costruita con una visione e la visione doveva essere la banca per l'Europa...". Il top manager ha poi citato l'unione bancaria, che una volta completata permetterà di effettuare più facilmente le operazioni di fusione trasfrontaliera e la capital markets union (il progetto della Commissione europea di avere un listino unico, forte, in Eurozona). 

Con una presenza in 13 Paesi, tra cui una grande controllata in Germania (Hypovereinsbank), Unicredit è "in una posizione unica" per trarre vantaggio da legami finanziari più stretti nell'Unione Europea, ha sottolineato Oercel nell'intervista. L'unione bancaria resta un work in progress, ma la guerra ha favorito uno spirito di cooperazione che potrebbe guidare l'integrazione, ha aggiunto l'amministratore delegato.

Le acquisizioni devono avere senso strategico

"Vogliamo rafforzare la nostra posizione nel nostro perimetro", ha detto Orcel. "Se troviamo acquisizioni che abbiano un senso strategico, rafforzano la nostra posizione, accelerano il piano che abbiamo nel singolo Paese o nei segmenti di clientela che abbiamo e ciò può essere fatto a condizioni interessanti, lo faremo", ha spiegato ancora durante l'intervista.

Nel corso del primo trimestre, Unicredit ha effettuato svalutazioni e accantonamenti per esposizioni alla Russia e all'Ucraina per quasi 2 miliardi di euro. "Dobbiamo, però, ricordare che il 95% della banca non è in Russia. E non possiamo commettere l'errore di passare tutto il tempo in Russia", ha sottolineato Orcel. "Abbiamo una stanza dedicata con professionisti completamente impegnati" nella gestione dell'esposizione. "Il resto della squadra è concentrato al 105% o al 110% sull'esecuzione del resto dell'equazione", ha concluso. (riproduzione riservata)