Unicredit-Amundi, un matrimonio a fine corsa. Ma per Azimut è un affare. I calcoli degli analisti
Unicredit-Amundi, un matrimonio a fine corsa. Ma per Azimut è un affare. I calcoli degli analisti
Amundi (gruppo Credit Agricole) cede oltre il 3% a Parigi dopo l’indiscrezione che Unicredit sta diminuendo i fondi venduti in banca a costo di pagare una piccola penale. Sullo sfondo, l’accordo siglato con Azimut per una nuova famiglia di prodotti di risparmio in Irlanda. Gli approfondimenti degli analisti 

di Elena Dal Maso 31/05/2023 10:49

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Il rapporto fra banche e accordi sul risparmio gestito torna di scena a Piazza Affari. In questo caso, fra Unicredit, il gruppo guidato dall’ad Andrea Orcel e i francesi di Amundi (società di gestione controllata da Crédit Agricole), che devono far fronte alla concorrenza, in prospettiva, con Azimut Holding e la joint venture siglata in Irlanda con il gruppo bancario milanese.

Mercoledì 31 maggio Unicredit cede lo 0,8% a 18,43 euro a Piazza Affari per 35,85 miliardi di capitalizzazione, fa peggio Amundi a Parigi che perde il 3,13% a 54,25 euro (11 miliardi di market cap).

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Unicredit riduce i fondi Amundi. L’accordo scade nel 2027

Unicredit starebbe riducendo la proporzione dei fondi Amundi sul totale dei propri asset in gestione, secondo quando scrive l’agenzia Reuters. L’accordo siglato tra Unicredit e Amundi nel 2017 prevedrebbe che i fondi di Amundi rappresentino una quota prestabilita degli Aum totali della banca.

Nonostante la quota sia stata fissata attorno all’80%, Unicredit avrebbe cominciato a diminuire i prodotti di Amundi al di sotto questa soglia accettando di pagare piccole penali. «Come ha detto il ceo di Unicredit, Orcel e in seguito alle iniziative strategiche intraprese dalla banca, le relazioni con Amundi sembrano aver subito un progressivo deterioramento», notano gli analisti di Equita (rating buy su Unicredit, target price 24,5 euro, rating hold su Azimut, prezzo obiettivo a 24,2 euro).

Il progetto con Azimut in Irlanda (call al 2028)

L’accordo di distribuzione, che scadrà nel 2027, appare «difficile da rinnovare al momento». Dall’altro lato, Unicredit ha avviato una strategia che mira a creare le condizioni, sottolinea la Sim milanese, per ricostituire una propria fabbrica prodotto nell’asset management attraverso l’accordo stipulato con Azimut a dicembre 2022. In particolare, Unicredit e Azimut hanno sottoscritto una partnership per la distribuzione in Italia di nuovi prodotti di risparmio gestito.

L’accordo prevede che Azimut costituirà e gestirà autonomamente in Irlanda una società di gestione che svilupperà prodotti di investimento da distribuire in Italia attraverso la rete Unicredit su base non esclusiva. Azimut sta lavorando con Unicredit per la definizione degli accordi definitivi e i prospetti dei prodotti per partire dalla fine del quarto trimestre 2023, primo trimestre 2024. 

In base agli accordi, Unicredit avrà il diritto di esercitare una call option (nel 2028) per l’acquisizione di una partecipazione della newco irlandese interamente posseduta da Azimut anticipatamente in determinate circostanze.

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Gli analisti/Equita: l’accordo con Unicredit vale 1,8 euro per azione su Azimut

Il target price di Equita su Azimut a 24,2 euro comprende la partnership con Unicredit per un valore di 1,8 euro per azione (incide per oltre il 7,4%) calcolando 25 miliardi di euro di masse (Aum) attese al 2028. Azimut scambia a 7,5 volte il rapporto prezzo/utili atteso al 2023 (8 volte senza le commissioni di performance), leggermente sotto la media storica a 3-5 anni rispettivamente di 9-10 volte, «in un clima di forte incertezza macro e volatilità dei mercati», sottolinea Equita.

Bestinver (buy su Unicredit) ritiene che «la banca non abbia molto da perdere nel tentativo di diversificare i propri fornitori di asset management e che un approccio più ampio al risparmio gestito sia la chiave per migliorare la redditività che arriva dalle commissioni e quindi il contributo al conto economico del gruppo».

Mediobanca: liaison a fine corso

Secondo gli analisti di Mediobanca Securities (rating overweight su Unicredit) l'amministratore delegato Orcel non ha fatto mistero del fatto che l'accordo con Amundi fosse in fase di revisione, soprattutto dopo i recenti progetti con Azimut.

«Quindi, la notizia non è una sorpresa», scrivono gli esperti. Che ricordano come, «per ricreare le capacità di gestione patrimoniale interna, l’ad Orcel lo scorso anno abbia creato un team per lavorare a stretto contatto con partner come BlackRock, Fidelity e JP Morgan, nonché con Amundi, per offrire ai clienti fondi più personalizzati».

Nel dicembre 2022 l’ad Orcel è andato oltre concludendo un accordo con Azimut. Valutando le opzioni in Italia, «Amundi ha anche discusso con Unicredit la possibilità di rivendere l’operatività con Unicredit alla stessa banca italiana, un fatto che non sembra attirare l’interesse dell’istituto milanese».

Kepler: il franchising italiano Unicredit-Azimut

Gli analisti di Kepler Cheuvreux ritengono che l’ad Orcel «probabilmente ha avuto dei ripensamenti sul fatto che Unicredit fosse distante da un'attività (l’asset management) ancora in rapida crescita e che può contribuire notevolmente agli utili bancari con un ridotto consumo di capitale». Tanto più che Orcel ha lavorato sette anni per Ubs, il colosso mondiale del Wealth Management. Deve essere quindi emersa l’idea di costruire internamente «una gestione patrimoniale proprietaria».

A questo punto, però, Kepler si domanda: ma Azimut riuscirebbe a sostituire Amundi nel business dei fondi di Unicredit in Italia? «Azimut… non ha necessariamente l'infrastruttura per gestire la portata dell'Aum della banca in Italia, basti pensare che Azimut ha registrato 83 miliardi di Aum a fine 2022, dovrebbe più che raddoppiare la propria dimensione per soddisfare le esigenze della banca».

Kepler, però, vede un'altra opzione: quella di «Amundi che cerca di rinegoziare/rinnovare la partnership in tempi brevi, con largo anticipo rispetto alla scadenza del 2027 per evitare che la situazione diventi stantia o peggio, per autorizzare Azimut ad avere troppo margine di manovra nel provare a costruire un franchising con Unicredit». Un franchising tutto italiano. (riproduzione riservata)