Il potenziale razionamento del gas può essere gestibile per le banche europee, secondo Berenberg. Con le incertezze sulle future forniture di gas russo (il prezzo del gas europeo con scadenza a settembre ad Amsterdam sale del 4% a 235 euro a megawattora, il 16 agosto ha toccato un picco intraday a 250 euro/MWh con il colosso russo Gazprom che ha previsto un aumento dei prezzi del 60% quest'inverno), il potenziale impatto del razionamento del gas sulle perdite sui prestiti è stato oggetto di particolare attenzione durante le conference call sui risultati del secondo trimestre di quest'anno di alcune banche.
L'attenzione si è concentrata sulle banche tedesche e austriache, mentre Francia e Spagna, tra le altre, sono meno esposte al gas russo e/o stanno intervenendo maggiormente per contenere i prezzi al consumo. L'Ue è sulla buona strada per superare l'obiettivo dell'80% di stoccaggio per il 1° novembre (attualmente 74,4%), mentre la Germania potrebbe essere leggermente al di sotto dell'ambizioso obiettivo del 95% (attualmente 76,1%). Per questo motivo, secondo gli economisti di Berenberg, l'UE potrebbe probabilmente superare una normale stagione invernale senza dover razionare pesantemente il gas, anche se la Russia chiudesse completamente i rubinetti nei mesi più freddi.
"Le banche tedesche e austriache sono probabilmente le più esposte a questo rischio di razionamento del gas. Secondo i commenti di ciascuna banca, le perdite addizionali sui prestiti previste da questo rischio sarebbero gestibili, tranne che per Erste Group Bank", ha analizzato Berenberg. Invece, "per Commerzbank e Deutsche Bank i management stimano perdite incrementali sui prestiti di 20 pb come percentuale sui prestiti o di 20-25 pb come percentuale sugli asset ponderati per il rischio, gli Rwa. Per gli austriaci l'impatto potenziale sarebbe maggiore, pari a 10-70 pb come percentuale sui prestiti o 40-75 pb come percentuale sugli Rwa", sottolinea ancora Berenberg, notando che le ipotesi utilizzate per questa stima dalle due banche austriache, Raiffeisen ed Erste Bank, sono diverse e quindi limitano in qualche modo la loro comparabilità (Raiffeisen ha utilizzato un approccio bottom-up, ignorando i potenziali effetti di secondo ordine, mentre Erste Bank ha utilizzato un approccio top-down).
Per altro le perdite sui prestiti delle banche europee sono state inferiori di circa il 50% rispetto alle attese del consenso nel secondo trimestre 2022 e superiori di circa il 130% su base annua. Il costo del rischio (CoR) si è attestato a 20 pb nel secondo trimestre e a 22 pb nel primo semestre 2022 poiché la qualità degli attivi è rimasta buona con alcune banche che hanno iniziato a reimpiegare i loro accantonamenti per la pandemia. Questo dato è in linea con il CoR di circa 20 pb del 2021. Certo i rischi in alcune economie, come Brasile, Russia/Ucraina e Cina (immobiliare), hanno fatto aumentare le perdite sui prestiti per alcune banche. Tuttavia, la qualità del credito rimane solida, secondo Berenberg, a sostegno dell'ottimismo generale delle banche sulle prospettive delle perdite sui prestiti. Ciononostante, i management sono rimasti vigili, prevedendo un CoR medio di 25-30 pb per quest'anno.
Di conseguenza, "per le banche europee l'impatto potenziale del razionamento del gas potrebbe essere gestibile, a nostro avviso, con le banche austriache più a rischio”, ha ribadito Berenberg, osservando che i target a livello di Cet1 ratio per l'esercizio 2022 di tutte le banche europee che il broker copre sono stati confermati. Ciò è dovuto al fatto che la maggior parte delle banche sta già superando i livelli patrimoniali previsti e gli eventuali venti contrari normativi in sospeso sono gestibili. Pertanto, le banche sono ottimiste sul fatto che è probabile che l'accumulo di capitale continui.
"Poiché aumentano le preoccupazioni circa la durata di un potenziale rallentamento/recessione nei prossimi trimestri, le riserve di capitale delle banche europee dovrebbero fornire conforto agli investitori sulla loro capacità di resistere a questa tempesta. Ciò dovrebbe anche aggiungere fiducia", ha precisato Berenberg, ai piani di distribuzione del capitale delle banche meglio capitalizzate (rendimenti totali medi del 9-10% nel periodo 2022-2024) come Nordea (rating buy e target price a 125), Ing (buy e target price a 13 euro), NatWest (buy e target price a 350) e Unicredit (buy e target price a 14,50 euro). Berenberg consiglia anche l'acquisto di Bank of Ireland (target price a 7,50 euro) e CaixaBank (target price a 3,50 euro). (riproduzione riservata)