Un bazooka non a salve
Un bazooka non a salve
La Bce ha battuto un colpo con il Qe da 750 miliardi, ma servono misure ancora più forti. A cominciare dalla riscrittura delle norme contabili. Parla Castaldo, vicepresidente del Parlamento Ue

di Roberto Sommella 21/03/2020 02:00

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L’Europa si è desta. Ma ora deve alzarsi e correre, riformando le regole contabili e modificando completamente i suoi obiettivi. Altrimenti, afferma in questa intervista a MF-Milano Finanza il vicepresidente del Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo (Movimento 5 Stelle), la battaglia contro l’emergenza economica scoppiata per la pandemia sarà perduta.
Domanda. Vicepresidente Castaldo, la Bce si è svegliata e ha azionato un super Qe da 750 miliardi. Era ora.
Risposta. Non posso che accogliere con favore la misura straordinaria messa in atto dalla Bce e condivido quanto dichiarato in merito dal nostro presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il Pepp (Pandemic Emergency Purchase Programme, ndr) è la risposta che avevo e avevamo chiesto con forza e con insistenza in queste settimane per riportare fiducia nei mercati e mettere in salvo gli sforzi degli Stati membri alle prese con la grave crisi sanitaria. È un bene che ci abbiano infine ascoltato: gli effetti sono stati già visibili giovedì 19 e venerdì 20 marzo, dopo la crisi di mercoledì, con il calo sia dello spread di 185 punti sia del rendimento del decennale italiano.
D. Giusto in tempo.
R. Tempi straordinari necessitano risposte straordinarie: è un peccato che si siano persi giorni preziosi per capirlo. Adesso tanto la Bce quanto le istituzioni Ue tutte dovranno rimanere su questa linea, ma soprattutto bisognerà essere pronti a ulteriori misure straordinarie per far fronte alle conseguenze della situazione che stiamo vivendo.
D. Basterà il bazooka per spegnere lo spread definitivamente?
R. Il Pepp appena varato dalla Bce è senz’altro un grosso passo in avanti nella giusta direzione, ma come dicevo poc’anzi una revisione completa e profonda della governance economica europea è quanto mai imprescindibile e urgente. Bisogna lasciare lo spazio fiscale agli Stati membri per fare le riforme, eliminare condizionalità irragionevoli come quelle attuali e, inoltre, mettere sul tavolo nuovi strumenti per una vera Europa solidale, a partire dagli Eurobond e dai coronavirus-bond di cui abbiamo parlato. Anche sul versante della politica monetaria ritengo che possa essere fatto molto di più, rafforzando e irrobustendo le misure già adottate...
D. Non basta…
R. La Bce dovrebbe proseguire nel sostenere l’emissione di ulteriore debito per affrontare l’emergenza coronavirus tramite il nuovo Quantitative easing, aumentando gli acquisti di titoli di Stato. In linea con quanto fatto dalla Fed.
D. Giù i tassi Ue?
R. Sì. Dovrebbe abbassare ulteriormente i tassi di interesse, una misura utile a rendere disponibili risorse per imprese, facilitando il credito alle imprese in difficoltà. Ma a mio avviso è altrettanto fondamentale fornire liquidità alle banche, soprattutto in ragione della loro esposizione al credito verso le piccole e medie imprese.
D. Come?
R. Attraverso uno speciale strumento di rifinanziamento sullo schema della Tltro già adottato in passato istituendo, al contempo, meccanismi che assicurino che la maggiore liquidità immessa non resti all’interno del sistema bancario assicurando che confluisca nell’economia reale. In ultimo, ritengo urgente ridurre la pressione sul lato vigilanza bancaria per ottenere una veloce diminuzione dei crediti deteriorati delle banche, gli npl.

D. Meno rigore?
R. Con la crisi le difficoltà delle imprese a rimborsare i crediti aumentano. Se la vigilanza forzasse la liquidazione degli npl, le banche dovrebbero ridurre i prestiti alle imprese, specie alle pmi, e sarebbero costrette a ricapitalizzarsi.
D. E se non bastasse?
R. In ultima istanza, se tutto ciò non dovesse bastare si potrebbero prendere in considerazione misure più drastiche come il cosiddetto l’helicopter money, ossia una grande immissione e distribuzione di denaro per stimolare l’economia durante un periodo di recessione. Nonostante i rischi di svalutazione che potrebbe inizialmente comportare, potrebbe essere l’extrema ratio per stimolare la spesa e quindi la crescita economica.
D. Non sarebbe utile sospendere il giudizio delle agenzie di rating?
R. Sono pienamente a favore della proposta, avanzata autorevolmente dal vostro giornale, di sospendere immediatamente l’utilizzo di tutti i pareri delle agenzie di rating in questa fase di emergenza. Come giustamente da voi ricordato, il rating tripla B rischia di trasformare i titoli italiani in titoli spazzatura e a quel punto non ci sarà nessun Qe in grado di salvarci da un eventuale default. È necessario e urgente svincolare la valutazione dei debiti dei vari Paesi dell’Ue da agenzie che appartengono a Paesi terzi, quindi non europee. Come M5S abbiamo sempre denunciato nelle sede competenti la necessità di creare una agenzia di rating completamente europea che dia dei giudizi obiettivi e trasparenti.
D. Altra cosa fondamentale, gli Eurobond.
R. Sono, siamo stati e continuiamo a essere, come M5S, a favore dell’introduzione di meccanismi di condivisione del rischio sovrano tra i Paesi dell’area euro, a partire dai cosiddetti Eurobond. Tuttavia, ci tengo a sottolineare che questo obiettivo non può essere raggiunto a qualsiasi prezzo.
D. Teme trappole europee?
R. Credo fortemente che gli Eurobond non debbano prevedere alcuna condizionalità né tantomeno alcun meccanismo equivalente di gestione congiunta del debito.

D. I coronabond...
R. Sì. Penso che la proposta di Conte di introdurre, tra gli strumenti possibili per rispondere a questa situazione emergenziale, dei veri e propri coronavirus-bond europei oppure un fondo di garanzia europeo, entrambi finalizzati a finanziare con urgenza tutte le iniziative dei singoli governi per proteggere le proprie economie e la salute pubblica possa essere un ottimo banco di prova per rompere il ghiaccio e tracciare una nuova rotta, adeguata e solidale, per affrontare l’emergenza.
D. Sull’attivazione del Mes il Movimento 5 Stelle è invece ancora contrario…
R. Voglio essere assolutamente chiaro sul punto: nessuno deve usare questo momento di difficoltà per mettere l’Italia in ginocchio o per replicare quello che è già tristemente accaduto in Grecia. Le regole attuali previste nel Mes prevedono delle condizionalità che pregiudicano il nostro futuro e che non possiamo né tantomeno dobbiamo accettare. Nessun utilizzo del Mes dovrà essere permesso finché non ne verranno radicalmente riscritte le regole, uscendo dal cappio delle condizionalità imposte unilateralmente: non permetteremo che l’Italia diventi un Paese commissariato, obbligato ad avviare riforme lacrime e sangue in cambio di aiuti economici versati col contagocce in un momento drammatico.
D. Vanno rivisti gli obiettivi dell’Unione Europea?
R. Sì. Passando dalla mera stabilità dei prezzi alla priorità verso la piena occupazione, proprio come avviene per la Federal Reserve statunitense, attraverso una modifica dello statuto della Banca Centrale Europea. In tempi di crisi e di emergenza serve coraggio e solidarietà, non esitazione ed egoismo. Altrimenti al posto di risollevarci insieme cadremo uno dopo l’altro, individualmente. E sarà soltanto una questione di tempo. (riproduzione riservata)