Troppi debiti, la Francia perde la AAA con Dbrs mentre Moody's taglia Londra. Il 23 ottobre tocca all'Italia
Troppi debiti, la Francia perde la AAA con Dbrs mentre Moody's taglia Londra. Il 23 ottobre tocca all'Italia
Con una mossa a sorpresa l'agenzia tedesca Dbrs ha tagliato il rating del Paese prima dell'arrivo del Recovery Fund a gennaio 2021. Parigi scende ad AA con trend che passa da negativo a stabile. La Brexit costa cara invece agli inglesi

di Elena Dal Maso 16/10/2020 22:42

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Con una mossa a sorpresa l'agenzia tedesca Dbrs, che fa parte del gruppo Morningstar, ha tagliato il rating della Francia prima dell'arrivo del Recovery Fund a gennaio 2021. Il Paese Transalpino perde in questo modo la AAA e scende ad AA con l'outlook che passa da negativo a stabile. Nel giro di poche ore stessa sorte è toccata alla Gran Bretagna che è stata bocciata da Moody's a causa della Brexit (leggi pezzo allegato a questo articolo). 

Tornando ai francesi, la ragione della bocciatura dipende dal fatto, spiega Dbrs, che "la diffusione della nuova malattia da Coronavirus (COVID-19) aggrava le attuali sfide del credito francese, comprese le spese e il debito del settore pubblico strutturalmente elevati". Il Paese è arrivato alla crisi con una posizione fiscale "relativamente più debole rispetto alla maggior parte degli altri Stato con rating AAA", aggiunge l'agenzia.

Sebbene il rapporto debito/Pil si sia stabilizzato negli ultimi anni, la Francia "non è stata in grado di orientare la propria proiezione verso il contenimento dei costi." Inoltre, lo shock causato dalla pandemia da Covid-19 "ha complicato il piano del governo di tornare all'equilibrio di bilancio a medio termine e lo ha indotto a ritardare le parti rimanenti del suo programma di riforme", sottolinea Dbrs.

A partire dalla settimana prossima anche l'Italia sarà soggetta alla revisione dei rating delle agenzie. Si parte venerdì 23 ottobre con l'intervento di Standard & Poor's. Il 24 aprile scorso l'agenzia americana aveva confermato il giudizio BBB sul Paese con un outlook però negativo. Il timore ora è di un taglio, che se fosse di due gradini, getterebbe l'Italia nell'arena dei Paesi high yield o junk. Tuttavia parrebbe improbabile ora una mossa del genere, a meno che non emergano nel frattempo problemi sul Recovery Fund.

L'altro evento importante sarà il 30 ottobre con il giudizio sempre sull'Italia di Dbrs (BBB, outloook rivisto da stabile a negativo), mentre il 6 novembre sarà la volta di Moody’s esprimersi sul credit rating governativo italiano, oggi al livello di Baa3, con outlook stabile. L'appuntamento importante arriverà il 4 dicembre con la revisione di Fitch, che lo scorso luglio aveva giudicato il Paese BBB-, ovvero sul baratro per cadere ad high yield, ma con outlook stabile. (riproduzione riservata).