Tasso d'inflazione a doppia cifra per la prima volta in 40 anni in Uk. BoE vista alzare i tassi di 50 punti base
Tasso d'inflazione a doppia cifra per la prima volta in 40 anni in Uk. BoE vista alzare i tassi di 50 punti base
I prezzi al consumo sono aumentati nel Regno Unito a luglio del 10,1% rispetto a un anno fa, più del previsto. La pressione inflazionistica si sposta oltre l'energia, tocca il cibo. La Bank of England alzerà i tassi di 50 bp a settembre, non più di 25

di Francesca Gerosa 17/08/2022 10:10

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L'inflazione in Gran Bretagna a luglio ha toccato un nuovo massimo da 40 anni, aumentando le pressioni per un intervento da parte del Governo e della Banca d'Inghilterra. L'indice dei prezzi al consumo è, infatti, salito del 10,1% rispetto ai 12 mesi precedenti, un rialzo a doppia cifra a livello annuale per la prima volta da febbraio 1982, e dello 0,6% su base mensile. L'aumento dell'indice dei prezzi al consumo, superiore alle aspettative degli economisti (+9,8%), a giugno era stato del 9,4%.

I generi alimentari hanno contribuito per oltre la metà all'aumento dello 0,6% su base mensile

Oltre le previsioni (+5,9% anno su anno) anche l'inflazione core, salita dello 0,3% messe su mese e del 6,2% anno su anno. Da segnalare anche che il tasso annuo di inflazione dei prezzi al dettaglio ha raggiunto il 12,3%, il livello più alto da marzo 1981. Ad accelerare la corsa dei prezzi, secondo l'Istituto di statistica britannico, l'aumento vertiginoso dei prezzi di cibo ed energia. Preoccupano i generi alimentari che hanno contribuito per oltre la metà all'aumento dello 0,6% su base mensile, a dimostrazione che le pressioni inflazionistiche si stanno diffondendo al di là dell'energia. Colpa degli scarsi raccolti a causa della siccità e della carenza di manodopera nel settore agricolo.

"I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati notevolmente, in particolare quelli dei prodotti da forno, dei latticini, della carne e delle verdure, il che si è riflesso anche nell'aumento dei prezzi da asporto", ha osservato Grant Fitzner, capo economista di ONS. "Anche i rincari di altri beni di prima necessità, come il cibo per animali, i rotoli di carta igienica, gli spazzolini da denti e i deodoranti, hanno fatto salire l'inflazione a luglio". Escludendo l'energia, gli alimenti, l'alcol e il tabacco, i prezzi sono aumentati di un più modesto 6,2%. Tuttavia, i prezzi dei servizi hanno subito una nuova accelerazione: +5,7% rispetto a un anno prima.

Sotto pressione i salari reali

"Tenere sotto controllo l'inflazione è la mia massima priorità e stiamo agendo attraverso una politica monetaria forte e indipendente, decisioni responsabili in materia di tasse e di spesa e riforme per aumentare la produttività e la crescita", ha commentato a caldo il ministro delle Finanze, Nadhim Zahawi. L'inflazione è più alta nel Regno Unito rispetto agli Stati Uniti in parte a causa del meccanismo del tetto ai prezzi dell'energia che rallenta il passaggio dei prezzi più alti alle famiglie britanniche. Cornwall Insight ha previsto che la bolletta annuale tipica aumenterà di circa l'81% a ottobre, superando le 3.500 sterline. "L'aumento dell'inflazione sta davvero mettendo sotto pressione i salari reali, anche in presenza di una forte crescita salariale", ha dichiarato Mike Bell, global market strategist di JP Morgan Asset Management. "E con l'aumento delle bollette energetiche previsto per ottobre, la situazione è destinata a peggiorare".

Picco dell'inflazione a ottobre, al 13% circa

Il balzo dei prezzi sta esercitando pressioni sul governo britannico affinché faccia di più per aiutare i consumatori, costringendo la BoE a prendere provvedimenti drastici per frenare l'inflazione, ormai 5 volte superiore all'obiettivo ufficiale del 2%. All'inizio di luglio la BoE ha alzato i tassi di interesse dello 0,5%, portandoli all'1,75%, il primo aumento di mezzo punto dal 1995, e ha stimato che l'inflazione raggiungerà il picco del 13,3% a ottobre, quando è previsto il prossimo aumento dei prezzi regolamentati dell'energia per le famiglie britanniche.

L'impennata dei prezzi dell'energia in Europa, sulla scia dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, è il principale motore dell'inflazione e, secondo la BoE, potrebbe portare la Gran Bretagna a una lunga, anche se poco profonda, recessione nel corso dell'anno. Oltre a questo grattacapo, la banca centrale è anche trascinata nella battaglia per la sostituzione di Boris Johnson come primo ministro, con la favorita Liz Truss che ha dichiarato che riesaminerà il mandato della BoE se verrà scelta dai membri del Partito Conservatore.

Simon French, capo economista di Panmure Gordon, ha anche notato che il tasso di inflazione del Regno Unito è ora superiore di oltre 2 punti percentuali rispetto alla media dei Paesi del G20. È chiaro che il tasso d'inflazione si sta avvicinando al picco del 13,3% che la Banca d'Inghilterra (BoE) ha previsto per ottobre, pur avvertendo che il Paese si trova ad affrontare una recessione profonda e prolungata. "Il tasso headline sembra destinato a scendere leggermente ad agosto e a settembre, poiché il recente calo dei prezzi del petrolio viene trasferito ai consumatori alla pompa di benzina”, ha spiegato Samuel Tombs, capo economista di Pantheon Macroeconomics, “ma salirà a circa il 13% a ottobre”.

La BoE alzerà i tassi di 50 punti base a settembre, non più di 25 punti base

Anche gli esperti di Bloomberg Economics sono convinti che il picco sarà probabilmente raggiunto a ottobre, quando i prezzi dell'energia saliranno nuovamente. “A quel punto vediamo l'IPC annuo scendere leggermente al di sotto del 13%”, hanno stimato, “ma con un'inflazione ormai più che quintuplicata rispetto all'obiettivo della Banca d'Inghilterra, la domanda non è se la Banca centrale stringerà, ma di quanto? La lettura di oggi rende più probabile che la BoE alzi i tassi di 50 punti base a settembre, il nostro scenario base prima della pubblicazione dei dati era per una manovra da 25 punti base”.

Dopo il dato sull’inflazione superiore alle attese, l’indice Ftse100 della Borsa di Londra scende dello 0,11% a quota 7.527 punti, mentre la sterlina ha azzerato i guadagni nei confronti del dollaro e ora perde con il cross a 1,2080 (-0,11%). “La lettura è piuttosto brutta e incoraggerà i falchi della BoE, che sono già pronti a inasprire anche in vista di una recessione", ha previsto Viraj Patel, macro strategist di Vanda Reserach. Questo inasprimento della BoE in una fase di recessione "non fa che aumentare le possibilità di un atterraggio brusco dell'economia e che qualcosa vada storto. Non è”, ha concluso Patel, “una buona cosa per la sterlina". (riproduzione riservata)