Anche in Svezia l’inflazione è ancora troppo elevata. Per questo motivo la Rikbank, la banca centrale svedese, ha deciso di aumentare il tasso di riferimento di 75 punti base al 2,5%, sottolineando che questa soglia salirà ulteriormente all’inizio del prossimo anno fino a quasi il 3%.
A ottobre, l’inflazione Cpif è stata del 9,3%. Un dato leggermente inferiore alle previsioni della Riksbank di settembre, ma interamente dovuto ai prezzi dell’energia inferiori alle attese. Escludendo i prezzi dell’energia, l’inflazione è stata invece inaspettatamente elevata, il che indica che le pressioni inflazionistiche sono leggermente superiori al previsto. “Il rischio che l’attuale inflazione si consolidi è ancora sostanziale”, hanno sottolineato dalla banca centrale del Paese, “ed è molto importante che la politica monetaria agisca per garantire che l'inflazione scenda e si stabilizzi intorno all'obiettivo del 2% entro un periodo di tempo ragionevole”.
Dopo l’aumento di 50 punti base di luglio, a settembre la Rikbank aveva già messo in campo un primo rialzo dei tassi da 75 punti, anticipando la stessa mossa della Federal Reserve. L’aumento di ottobre si classifica quindi come il secondo di questa entità e procede in direzione ostinata verso una politica monetaria più restrittiva anche rispetto alle intenzioni della banca centrale Usa. Dai verbali dell’ultima riunione del Fomc è infatti emerso che molti banchieri centrali vogliono “presto” un rallentamento del rialzo dei tassi. (riproduzione riservata)