Si incrina il muro dell'Europa del Nord
Si incrina il muro dell'Europa del Nord
In Olanda, Austria e Germania (dove si teme per settore bancario) comincia a farsi strada una linea della trattativa sugli eurobond. Il ruolo dei Verdi tedeschi e dei parlamentari europei, con Castaldo (M5S) in prima fila

di Roberto Sommella 01/04/2020 19:53

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Comincia ad incrinarsi il muro dell'Europa del Nord sul no a qualsiasi forma di misure solidaristiche per fronteggiare la crisi economica in Ue conseguente alla pandemia di Coronavirus. E l'ultimo segnale arriva dalle banche tedesche che hanno chiesto alla Bce di portare a zero i tassi di interesse per salvaguardare il settore.

Secondo quanto risulta a milanofinanza.it, che ha sentito più voci attive nel campo delle diplomazie comunitarie, l'azione del premier Giuseppe Conte sta così cominciando ad avere i suoi frutti, dopo gli interventi alla televisione tedesca del Presidente del Consiglio e l'intervista alla stampa olandese. Se Angela Merkel ancora non ha parlato ufficialmente in pubblico della questione e se l'Olanda come Vienna appiano meno granitiche di qualche gionro fa, si attendono aperture prima dell'Eurogruppo del 7 aprile e lo stesso Conte potrebbe darne conto nelle prossime ore, dopo il colloquio avuto con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Alcuni indizi sono emblematici. “Davvero non capisco l’atteggiamento del Governo tedesco: mi sembra illogico, irresponsabile e anti-europeo”, ma in Germania il dibattito sta cambiando e “sta crescendo il sostegno all’ipotesi di coronabond”. Ora è importante favorire “i contatti” tra le pubbliche opinioni dei diversi paesi europei “per diffondere il messaggio che mai come ora è necessario far leva sulla solidarietà europea”. E' la posizione espressa, in un'intervista all'HuffPost Italia di Ska Keller, figura di punta dei Verdi tedeschi e co-presidente del gruppo dei Greens al Parlamento europeo. Una posizione che sta prendendo piede nel paese dei lander e che sta contagiando appunto anche l'Austria, dove si infittiscono le voci di un cambio di strategia a proposito del no espresso agli eurobond allo scorso Consiglio europeo. In questo caso è il fil rouge che viene tessuto tra i parlamentrai europei a segnare il cambio di linea delle istituzioni comunitarie.

Che il clima di contrappsoizone Nord-Centro-Sud europeo stia cambiando lo nota anche un altro parlamentare italiano a Bruxelles, Fabio Massimo Castaldo (M5S), tra i più attivi nell'operazione di convincimento dei colleghi del Nord, forte anche di un rapporto solido sia col premeir Conte che col Presidente dell'assise comunitaria, David Sassoli. Lo dimostra la dichiarazione a proposito proprio dell'aperura della Keller. "Ho molto apprezzato le dichiarazioni della mia collega e amica Ska Keller, in linea con quanto sosteniamo da tempo: questa pandemia è una crisi simmetrica, nessuno Stato ne è responsabile. Al contrario, ne siamo tutti vittime. E' fondamentale che l'opinione pubblica tedesca spinga la Germania a unirsi a noi in questa battaglia: nessun Paese può illudersi di poterne uscire da solo", ha dichiarato il vicepresidente dell'Europarlamento Castaldo. "Solo emettendo dei coronabond avremo i mezzi adeguati per affrontare le conseguenze dell'epidemia, condividendone il rischio e le soluzioni. Servono grandi iniezioni di liquidita' per aiutare subito famiglie e imprese, ma anche un grande piano di investimenti per scongiurare la recessione, puntando a reingegnerizzare la nostra economia sulla sostenibilità sociale e sul verde. Perché la transizione ecologica non è un freno bensì una grandissima occasione di crescita, di occupazione e di sviluppo per tutti i nostri Paesi", ha continuato Castaldo, concludendo: "se gli egoismi e gli interessi elettorali nazionali prevarranno sulla solidarietà europea è a rischio il futuro dell'Europa stessa: solo insieme possiamo salvarla".

Parole che echeggiano quelle pronunciate dal premier Conte durante le sue ultime uscite ("il vento in Europa sta cambiando"), rivolte proprio al popolo tedesco e del Presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. "Stiamo esplorando percorsi diversi per rispondere alle conseguenze socioeconomiche della pandemia. L'unica strada da percorrere è una strategia comune in uno spirito di solidarietà". (riproduzione riservata)