Rischio Vietnam per la manovra, renziani decisivi in commissione
Rischio Vietnam per la manovra, renziani decisivi in commissione
I senatori e i deputati che hanno aderito a Italia Viva saranno determinanti per la votazione della prossima legge di Bilancio e per la definizione della riforma elettorale

di Mauro Romano 18/09/2019 11:35

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E' appena nato ma il nuovo partito di Matteo Renzi, Italia Viva, promette già di avere un ruolo decisivo per l'attuazione del programma del governo Conte Bis. I deputati e i senatori che hanno scelto di aderire al progetto dell'ex premier saranno infatti determinanti per la messa a punto della prossima legge di Bilancio ma anche per la definizione nuova legge elettorale. A dirlo sono i numeri se si guarda la composizione delle commissioni di Camera e Senato.

Nella VI Commissione Finanze i renziani rischiano addirittura di avere in mano la partita: a Montecitorio su 41 membri il Pd, M5S e LeU ne contano 23, soltanto due in più rispetto alla maggioranza se non si considerano i due deputali aderenti al gruppo misto. Ma in commissione ci sono quattro deputati renziani che potranno essere l'ago della bilancia per le votazioni.

Si tratta di Silvia Fregolent e Maurizio Del Barba, entrambi già aderenti al partito di Renzi. In ballo c'è però anche Gianfranco Librandi che ha finanziato  i comitati di Azione Civile e la cui l'abitazione privata nella Capitale ha ospitato gli aderenti ad Italia Vita alla vigilia del lancio dei gruppi parlamentari. Oltre a Massimo Ungaro, anche lui vicino a Renzi, eletto alle Politiche 2018 nella circoscrizione Estero che nel 2007 ha fondato il circolo PD Londra & UK.

Anche nella prima (Affari Costituzionali) e nella quinta commissione (Bilancio), nelle quali si discuteranno la nuova legge elettorale e manovra i voti dei renzini potranno fare la differenza. Nella Commissione Affari Costituzionali del Senato, ad esempio, l'attuale maggioranza è già di misura, con 14 parlamentari che sostengono il governo su un totale di 25. Il Movimento 5 Stelle ha 8 senatori, LeU uno soltanto, poi c'è Giancarlo Bressa delle Autonomie (ma vicino al Pd) e infine i quattro rappresentanti dem. Tra questi ci Luigi Zanda, vicino al segretario Nicola Zingaretti e  Dario Parrini,  toscano molto vicino all’ex premier che ha scelto però di non lasciare i dem. Ma c'è pure Davide Faraone, in uscita dal partito per unirsi a Italia Viva.

Insomma con il voto contrario dei renziani la maggioranza potrebbe essere in bilico come pure un commissione Bilancio. Alla Camera, per esempio, Pd e M5S hanno il sostegno di 23 membri su 46, ai quali vanno aggiunti il voto di Stefano Fassina (LeU) e due deputati del gruppo Misto. Si tratta in particolare di Beatrice Lorenzin e Bruno Tabacci, sui quali nelle ultime si sono rincorse le voci di una possibile adesione al nuovo partito di Renzi. Non solo. Nel gruppo dem ci sono pure Maria Elena Boschi e Luigi Marattin, convinti sostenitori di Italia Viva. Anche qui insomma i renziani possono fare da ago della bilancia. (riproduzione riservata)