Nel momento in cui il dollaro tocca i massimi degli ultimi vent'anni a 1,03 sull'euro, come è accaduto questa mattina, il presidente russo, Vladimir Putin, racconta alla nazione che il vero rally lo ha fatto il rublo. Secondo il capo politico, intervenuto in una in una riunione sulle questioni economiche, la valuta russa "ha mostrato le migliori dinamiche tra tutte le divise mondiali quest'anno". Lo riporta l'agenzia Tass.
In effetti, mentre l'euro ha perso il 14,36% negli ultimi dodici mesi sul dollaro, la valuta statunitense ha ceduto a sua volta il 14,23% su quella russa a quota 63,42, nonostante la fiammata sopra al livello di 130 a fine febbraio, quanto Putin ha ordinato l'invasione ancora in corso dell'Ucraina. "Grazie al surplus record, anche il nostro tasso di cambio si sta rafforzando... dimostrando probabilmente la migliore dinamica tra tutte le valute mondiali quest'anno", ha aggiunto il leader russo. Putin fa riferimento alla corsa dei prezzi di petrolio e gas, di cui il Paese è ricco, in continua crescita grazie alle sanzioni occidentali e al programma dell'Ue di staccarsi prima possibile dalla dipendenza energetica nei confronti di Mosca.
Alcune "tendenze economiche in Russia richiedono un'attenzione particolare", ha osservato poi il presidente, aggiungendo che la domanda interna è "in ritardo rispetto al livello dell'anno scorso, mentre la quantità di fondi investiti nelle imprese private continua a diminuire". Questi fattori stanno "ovviamente avendo un'influenza negativa sulle dinamiche economiche. Sono rischi che dovrebbero essere ridotti, lo faremo tenendo conto sulla nostra esperienza maturata durante la pandemia nel 2020-2021", ha sottolineato Putin.
La Russia incasserà 321 miliardi dalle esportazioni di energia
Secondo il database di Bloomberg Economics, la Russia incasserà nel 2022 la bellezza di 321 miliardi dalle esportazioni di energia, in aumento di un terzo rispetto al 2021 grazie anche alla fiammata dei prezzi delle materie prime. Nella storia post-sovietica del Paese, il cambio rublo-dollaro è probabilmente l'indicatore economico al quale i russi tengono di più. La valuta locale è crollata dopo lo scoppio dell'iperinflazione all'inizio degli anni '90 e dopo il default della Russia nel 1998. Poi il rublo ha ripreso a respirare e durante la crisi finanziaria globale del 2008, Mosca ha venduto miliardi di dollari per rallentare l'indebolimento della valuta e per evitare la corsa agli sportelli bancari da parte della popolazione spaventata.
Il governatore della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, ha deciso di rischiare nel 2014 nonostante le sanzioni dopo l'annessione della Crimea e il calo dei prezzi del petrolio scegliendo di far muovere liberamente la valuta sui mercati. In risposta alle sanzioni di quest'anno, la Russia ha emanato leggi sul controllo dei capitali che stanno sostenendo a loro volta il rublo. Fra le nuove norme vi è il congelamento degli asset detenuti da investitori non residenti e l'obbligo per le società russe di convertire l'80% delle valute estere in rubli.
È mini yuan, una manna per la Cina
Un altro dato interessante che emerge osservando il corso delle valute è che il dollaro si è rafforzato dell'82% nel corso degli ultimi dodici mesi sullo yuan a quota 15,4764. Le ragioni sono due: i lockdown in corso in Cina da marzo, che stanno tenendo sotto scacco diverse megalopoli come Shanghai e il percorso di rialzo dei tassi negli Usa appena iniziato. Uno yuan debole, però, è una manna per la seconda economia al mondo, che vive molto anche di export. (riproduzione riservata)