Pubblicità, Tim valuta l’ingresso nell’alleanza tra i big europei delle telecomunicazioni
Pubblicità, Tim valuta l’ingresso nell’alleanza tra i big europei delle telecomunicazioni
L’attacco alle big tech di DT, Orange, Telefonica e Vodafone è piaciuto al ceo Pietro Labriola. Telecom potrebbe entrare come partner. Improbabile un’offerta per Netco in tempi brevi. Titolo ai massimi da sei mesi  

di di Manuel Follis 30/01/2023 22:00

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La sfida europea agli Ott sul settore della pubblicità digitale entra nel vivo. Deutsche Telecom, Orange, Telefonica e Vodafone hanno da poco fatto la prima mossa annunciando la creazione di una joint venture per costruire una piattaforma tecnologica dedicata al digital advertising e ora, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, anche Tim starebbe valutando di aderire al progetto annunciato solo poche settimane fa. Insomma, se da un lato i colossi delle tlc chiedono a gran voce una regolamentazione più equa e la condivisione di parte dei costi d’infrastrutturazione con le big tech (da Amazon a Google fino a Meta e Apple), dall’altro non stanno a guardare e sono pronte a lanciare la sfida. Una partita a cui potrebbe prendere parte anche Tim.

La società contattata ha preferito non commentare, ma la sensazione è che l'interesse sia reale e che siano già iniziate le valutazioni. Le telco hanno informato gli uffici della Commissione europea che si occupano di concorrenza (visto il rischio di una eventuale concentrazione di mercato) della loro intenzione di formare «una joint venture full-function controllata congiuntamente». Il progetto prevede che le telco abbiano quote paritarie della jv, ma è prevista l’apertura dell’accordo non tanto ad altri soci quanto ad altri gruppi partner, come potrebbe essere appunto Tim.

L’attenzione alla privacy

La jv punta a offrire una soluzione d’identificazione digitale basata su una solida tutela della privacy per supportare le attività di marketing e pubblicità digitale di brand ed editori. Uno dei punti di forza di questa iniziativa è la maggior attenzione alla privacy degli utenti. La promessa dei big delle telco è di creare un grande hub per la distribuzione pubblicitaria, ma senza profilare i clienti e, anzi, dando loro maggior controllo su come i dati sono condivisi con le aziende.

Secondo quanto comunicato alla Commissione, il sistema prevede di lavorare solo con il consenso degli utenti, attraverso un token pseudonimizzato collegato all’abbonamento telefonico, condiviso tra gli operatori partecipanti al progetto. L’utente, in questo modo, non sarà direttamente identificato dalle aziende. Il responso sulla jv da parte della commissaria Margrethe Vestager dovrebbe arrivare entro la metà di febbraio ma c’è già chi scommette sul via libera finale.

Titolo ai massimi da sei mesi

Lunedì 30 gennaio intanto il titolo Telecom Italia ha registrato un’altra giornata di rally al rialzo, spinta dalla scommessa del mercato che a breve arriverà un’offerta per Netco. Le azioni hanno chiuso con un incremento del 4,64% a 0,2659 euro, sui massimi da sei mesi a questa parte (+23% la performance del periodo) con volumi di scambio sostenuti.

Improbabile un’offerta per Netco in tempi brevi

Da quello che risulta però l’offerta non sembra cosi vicina. Tutt’altro. In settimana è probabile che si terranno alcune riunioni informali a margine del tavolo che si è riunito già cinque volte al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il fulcro del lavoro sul quale sono concentrati gli advisor è oggi mettere dei numeri accanto alla lunga serie di incentivi identificati per il settore.

L’elenco è variegato, si va dalle tariffe Agcom, alle politiche per considerare gli operatori soggetti energivori, dai limiti delle frequenze del 5G all’ipotesi di abbassamento dell’Iva per i gruppi tlc. Quanto impattano sul settore e nello specifico su Tim? Potenzialmente molto. Solo una volta identificati questi valori si potrà procedere con l’identificazione di un valore per Netco, la società infrastrutturale di Tim. E solo a quel punto si capirà se e come Cdp (il soggetto individuato dal governo come leader dell’operazione) potrebbe portare a termine l’acquisto.

In particolare, è probabile che andranno individuati altri soggetti, verosimilmente dei fondi, che parteciperanno all’operazione. La tempistica è difficile da individuare, ma persone vicine al dossier confermano che dovrebbero volerci mesi. (riproduzione riservata)