La produzione industriale dell'Eurozona a marzo scende, anche se meno delle attese. Secondo quanto riportato stamani dall'Istituto di Statistica dell'Unione Europea, Eurostat, l'output ha registrato un decremento dell'1,8% su base mensile dopo il +0,5% di febbraio (dato rivisto da un preliminare di +0,7%). Seppur negativo, il dato è migliore di quanto previsto dagli economisti che avevano stimato una contrazione del 2%. Su base annua la produzione ha registrato una diminuzione dello 0,8%, contro attese per una discesa dell'1%, dopo il +1,7% di febbraio. Per quanto riguarda l'Europa dei 27, su base mensile si è registrato una variazione di -1,2% dopo il +0,6% di febbraio, mentre su anno la produzione ha registrato una variazione di +0,7%.
Il calo della produzione industriale dell'Eurozona a marzo mostra che la guerra in Ucraina "sta avendo un forte impatto sul settore manifatturiero", afferma in una nota Michael Tran, assistente economista di Capital Economics. I dati dell'indagine mostrano che le strozzature nella catena di fornitura "rimangono molto acute". Capital Economics prevede che le carenze diminuiranno nel corso dell'anno man mano che i modelli di spesa dei consumatori si normalizzeranno. "Ma il grande arretrato di ordini di beni suggerisce che le carenze si attenueranno solo gradualmente e la guerra significa che è probabile che si protraggano più a lungo di quanto si pensasse in precedenza", aggiunge Tran. Con ulteriori divieti all'importazione di energia dalla Russia e la carenza di forniture che rimane acuta, per l'economista questo è l'inizio di una recessione manifatturiera che farà ristagnare il pil.
Concorda Melanie Debono, economista senior per l'Europa presso Pantheon Macroeconomics, la quale ricorda che il settore industriale dell'Eurozona ha fornito un contributo positivo alla crescita del pil nel primo trimestre nonostante il rallentamento di marzo, ma non riuscirà a farlo di nuovo nelsecondo trimestre. "Dopo un calo dell'1,8% a marzo, i dati dell'indagine suggeriscono che la produzione industriale diminuirà nuovamente ad aprile. Il settore è stato strangolato dai persistenti vincoli di approvvigionamento legati alla pandemia e alla politica cinese zero-Covid", precisa Debono. L'industria sta, inoltre, affrontando prezzi dell'energia ancora più elevati poiché l'Ue si muove per vietare le importazioni russe di petrolio. L'esperta prevede, quindi, che la produzione industriale della zona euro diminuirà tra l'1,5% e il 2% in questo trimestre.
La Germania è tra quelle che ha prodotto di meno
Nell'eurozona a marzo la produzione di beni strumentali è diminuita del 2,7% nel confronto mensile, quella dei beni di consumo non durevoli è calata del 2,3%, dei beni intermedi del 2% e dell'energia dell'1,7%, mentre la produzione di beni di consumo durevoli è aumentata dello 0,8%. Tra gli Stati membri per i quali sono stati resi disponibili i risultati, le maggiori diminuzioni mensili sono state registrate in Slovacchia (5,3%), Germania (-5%) e Lussemburgo (-3,9%). Gli aumenti più elevati sono stati osservati, invece, in Lituania (+11,3%), Estonia (+5,1%), Bulgaria e Grecia (entrambe +5%). L'Italia ha registrato un dato invariato, mentre la produzione francese è calata dello 0,5%.
Confronto annuale. Diminuisce la produzione di energia
Nel Blocco a 19 membri nel terzo mese dell'anno la produzione di energia è diminuita del 4% così come quella dei beni strumentali (-2,7%), dei beni intermedi (-0,1%), mentre la produzione di beni di consumo non durevoli è aumentata del 2,8% e i beni di consumo durevoli di 6,6%. A livello geografico le maggiori diminuzioni annuali sono relative ancora a Paesi come la Slovacchia (7,3%), l'Irlanda (-5,5%) e ancora la Germania (-4,1%). In pole position tra gli Stati che hanno registrato una produzione maggiore c'è invece la Lituania (+25,9%), la Bulgaria (+19,1%) e la Polonia (+17,4%). L'Italia ha fatto registrare un rialzo del 3%, mentre la Francia anche in questo caso ha visto la produzione cadere dello 0,1%. (riproduzione riservata)