Pagamenti digitali: chi saranno i futuri vincitori
Pagamenti digitali: chi saranno i futuri vincitori
Il mercato europeo dei pagamenti digitali rimane frammentato e dominato dalle banche. Ci sono però tre ragioni, secondo un report Jupiter, che spiegano perchè è destinato a cambiare. Ecco chi ne trarrà vantaggio

di Manuela Costa 19/02/2020 17:28

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Il settore dei pagamenti in-store in Europa rimane locale, frammentato e dominato dalle banche. Fornitori dei servizi di pagamento come WorldPay, Wirecard, Adyen e Ingenico si sono ritagliati posizioni dominanti nell'e-commerce europeo con una quota di mercato combinata di quasi il 60%, ma le stime del settore suggeriscono che le banche controllano ancora quasi il 50% dei flussi di pagamento complessivi nel continente.

Una situazione in netto contrasto con quanto accade in Nord America, dove il mercato si è consolidato intorno a una ristretta cerchia di aziende tecnologiche come FIS, Fiserv e Global Payments. Nel complesso, i primi cinque fornitori di pagamenti hanno, secondo un report Jupiter, una quota di mercato superiore al 75% negli Stati Uniti, rispetto a meno del 40% in Europa.

In questo scenario, Guy de Blonay, gestore del fondo Jupiter Financial Innovation, ha individuato tre ragioni che spiegano perchè l'attuale status quo dei pagamenti europei non è destinato a durare.

1) L'innovazione si sta diffondendo da online a in-store. La prima ragione è la transizione dall'online all'in-store. Negli ultimi due decenni, l'innovazione nel mercato dei pagamenti è stata trainata dall'e-commerce. Nuovi player come Paypal, Adyen e WorldPay hanno prosperato, essendo preparati meglio rispetto alle banche per aiutare i commercianti ad affrontare le nuove sfide legate alla conversione dei clienti o alla prevenzione delle frodi.

"Analogamente a quanto avvenuto nell'e-commerce 20 anni fa, questo ha creato un'apertura per nuovi fornitori. Square (negli Stati Uniti), iZettle (in Europa) o Pagseguro (in Brasile) hanno guadagnato terreno con le piccole imprese combinando l'accettazione dei pagamenti con soluzioni software innovative per l'analisi, la fidelizzazione dei clienti o la gestione delle scorte. Anche protagonisti dell'e-commerce come Adyen hanno iniziato a coinvolgere nelle loro piattaforme i grandi rivenditori in-store come H&M" spiega il money manager del fondo Jupiter Financial Innovation.

2) La regolamentazione è un altro catalizzatore del cambiamento. Dopo diversi ritardi, la Seconda Direttiva Europea sui Servizi di Pagamento 2 (PSD2) dovrebbe entrare in vigore nei prossimi 12-18 mesi. La direttiva crea nuovi requisiti in termini di sicurezza. Principalmente, pone fine al monopolio degli istituti finanziari sui dati dei clienti. In altre parole, le banche dovranno consentire a terzi di accedere alle informazioni finanziarie dei titolari dei conti e di effettuare bonifici a loro nome. Ciò creerà probabilmente un'ulteriore pressione su due fronti per le banche, che dovranno aggiornare le loro piattaforme IT esistenti e al tempo stesso respingere la minaccia di nuovi concorrenti (fintech o big tech).

3) È probabile che si verifichi un ulteriore consolidamento. L'anno scorso è stato registrato un incremento delle attività di M&A nel settore dei pagamenti negli Stati Uniti. FIS ha acquistato WorldPay per 43 miliardi di dollari, Fiserv ha acquistato First Data per 22 miliardi di dollari e Global Payments ha acquistato TSYS per 21 miliardi di dollari. In un ambiente a bassi tassi di interesse, alcune di queste mosse potrebbero essere opportunistiche. Tuttavia riflettono anche la necessità di scala in un settore a costo fisso, in cui l'elaborazione dei pagamenti di base sta diventando mercificata. In questo contesto, riteniamo che il consolidamento sia ora in cima all'agenda in Europa.

Le banche potrebbero fare fatica a mettersi al passo con l'innovazione. Mentre i servizi finanziari sono uno dei settori con la più alta spesa IT in proporzione alle entrate (quasi il 10% secondo Gartner), la maggior parte di questa spesa è dedicata alla manutenzione dei sistemi esistenti e al rispetto dei requisiti di legge, lasciando solo poco spazio per gli investimenti in tecnologia.

Un'opzione per le banche potrebbe essere la vendita totale delle proprie attività di pagamento (come ha fatto RBS nel 2010). Un'altra opzione potrebbe essere quella di esternalizzare in modo più ampio e di collaborare con terzi per portare più innovazione ai propri clienti. Ovviamente, potrebbe essere necessario un po' di tempo per le banche. "Se queste opportunità non si concretizzassero nel breve termine, potremmo iniziare a vedere dei movimenti di consolidamento tra i pochi fornitori di pagamenti indipendenti europei" dice Guy de Blonay.

Chi sono allora i probabili vincitori? "In un panorama europeo dei pagamenti in continua evoluzione, i potenziali vincitori rientrano in due categorie principali. I fornitori innovativi di servizi e-commerce, come Adyen, sono nella posizione migliore per cogliere le nuove opportunità offerte dall'innovazione, che includono i pagamenti in-store (che rappresentano ancora quasi l'80% delle transazioni complessive con carta di credito) e la fornitura di nuove offerte per la prevenzione delle frodi, l'analisi o i servizi di marketing. All'altra estremità dello spettro, vedo anche il valore di alcuni fornitori tradizionali di pagamenti in-store, come Worldline e Nexi, che diventano partner delle banche" conclude il gestore  di Jupiter.