Quanto vale Alkemy? La società specializzata in soluzioni di marketing digitale, quotata sul segmento Star di Piazza Affari, è al centro di un’offerta pubblica di acquisto (opa) assai controversa. Retex, partecipata dal fondo Fsi di Maurizio Tamagnini, offre 12 euro ai soci di Alkemy per consegnare le azioni. Ma con questo prezzo, vicino agli 11,45 euro dell’ipo, l’operazione (concordata con l’amministratore delegato ma non con l’intero cda) sta incontrando un certo ostruzionismo.
Qual è il prezzo giusto?
La logica, secondo alcuni, è che se Alkemy ha fatturato 118 milioni di euro nel 2023, non può valere quasi quanto valeva nel 2017, quando si è presentata in borsa con un obiettivo di ricavi vicino a 45 milioni. Il che spiega perché cinque soci che detengono in totale il 10,3%, tra cui il presidente Alessandro Mattiacci, hanno siglato un patto di non adesione all’opa. E anche altri, come la Tip di Giovanni Tamburi e i fondi di Fidelity, nutrono forti riserve.
Per sbloccare la situazione servirebbe un rilancio dell’offerta. Ma quale potrebbe essere il ritocco di prezzo necessario per far cadere le remore dei soci recalcitranti? Fonti di mercato guardano alla ricerca di Intesa Sanpaolo del 16 maggio 2024, che assegnava ad Alkemy un target price di 14,5 euro: intorno a questa cifra i contrari potrebbero essere disposti a trattare. Prima dell’opa Alkemy era seguita anche dagli analisti di Intermonte e di Mediobanca (ora entrambi advisor di Retex) che davano un target price rispettivamente di 11,4 e 11 euro. La media dei tre prezzi obiettivo è di 12,3 euro, comunque 30 centesimi in più di quanto proposto.
Il futuro di Alkemy
I soci hanno tempo fino a venerdì 20 settembre 2024 (salvo proroghe) per decidere. Al 12 settembre le adesioni erano arrivate al 4,9% dell’offerta, ma il patto parasociale rende il delisting (effettuabile con il 90% del capitale) quasi impossibile. Quel che è certo è che Alkemy andrà incontro a una fase di profondo cambiamento e l’addio a Piazza Affari, dove il titolo è lontano dal massimo di circa 23 euro toccato nel 2021, potrebbe essere solo rimandato.
La società sta procedendo a una riorganizzazione interna per mercati e ambiti di applicazione, anziché per prodotto, come adesso, che nei prossimi mesi dovrebbe entrare a regime. Qualche incertezza anche sull’andamento della compagnia che nel primo semestre 2024 ha fatturato 58,2 milioni (+1,3%) con una perdita di 860 mila euro, determinata da un forte aumento degli oneri non ricorrenti e di un «diverso mix di servizi» con«una minore marginalità», si legge in una nota. Nel 2023 i primi sei mesi si erano invece chiusi con un utile di 1,4 milioni. (riproduzione riservata)