Il green new deal può assumere varie forme e declinazioni. Un approccio originale è stato proposto da Nomisma, che ha realizzato uno studio per Rekeep (società di erogazione di servizi integrati), in cui analizza l'impatto economico e sociale della riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico non residenziale. Un piano di investimento che la società stima in 39 miliardi di dollari su un orizzonte pluriennale, dal quale risulterebbe una resa pari a 3,6 volte la somma investita: 91,7 miliardi per la produzione, che sommati ai 50,1 di indotto, genererebbero un impatto complessivo di 141,8 miliardi di euro.
L'investimento dovrebbe coprire una serie di importanti interventi di riqualificazione energetica e sismica, che riguarderebbero soprattutto uffici comunali e scuole territoriali. Per gli autori del report, il momento attuale è quanto mai propizio per realizzare un progetto di questo genere. Il combinato di debito pubblico, Recovery Fund e fondi strutturali renderà disponibili risorse pubbliche ingenti, alle quali gli esperti di Nomisma suggeriscono di affiancare una parte di investimenti (soprattutto energetici) attraverso il partenariato pubblico privato.
L'impatto sarebbe importante non solo dal punto di vista del rendimento economico, ma anche dell'occupazione: per la società di consulenza il piano impiegherebbe 870 mila nuovi occupati. Senza contare la rivalutazione degli immobili, stimata fino a oltre il 30% del valore, e risparmi energetici pari a 450 milioni annui. A livello ambientale, Nomisma prevede una riduzione delle emissioni di Co2 intorno alle 934 mila tonnellate all'anno e l'attivazione di un'economia circolare tramite il riciclo di risorse e materiali da costruzione.
Anche sulla sostenibilità, il report non vede particolari problemi. "Gli unici interventi che necessiterebbero strumenti di incentivazione da creare ex novo", dicono gli autori, "sono quelli legati alla messa in sicurezza sismica degli edifici che riguardano le regioni del Centro-Sud". A livello energetico, come già anticipato, i privati potrebbero fare la loro parte, se attraverso una formula di partenariato gli interventi venissero affidati a società esterne, e poi ripagati attraverso la gestione successiva dell'immobile. Infine, un invito alla politica: "Si potrebbe promuovere un superbonus per le pubbliche amministrazioni, simile a quello creato dal decreto Rilancio per l'edilizia residenziale". (riproduzione riservata)