Mps, Lovaglio non teme le nuove richieste di danni. Ecco chi le ha presentate
Mps, Lovaglio non teme le nuove richieste di danni. Ecco chi le ha presentate
Dietro la domanda risarcitoria da 1,8 miliardi ci sarebbe una società di consulenza romana che avrebbe agito per conto di investitori istituzionali. Dopo le ultime assoluzioni, i rischi legali fanno meno paura a Siena. Titolo in rosso

di Luca Gualtieri 05/08/2022 14:20

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Venerdì 5 agosto il ceo di Mps Luigi Lovaglio ha ostentato un certo grado di sicurezza in relazione alle nuove richieste extragiudiziali presentate contro la banca controllata dal Mef al 64%. "Anche a detta dei nostri consulenti legali, non sussistono le condizioni per l'effettuazione di qualsiasi stima di danno", ha spiegato il banchiere durante la conference call di presentazione dei risultati semestrali. Sebbene insomma in bilancio siano stati postati 78 milioni di nuovi accantonamenti, gli 1,8 miliardi chiesti da una società di consulenza negli ultimi mesi non preoccupano Siena e questo per più di una ragione. Il titolo Mps, intanto, cede il 6,11% a 0,42 euro per 421 milioni di capitalizzazione mentre il Ftse Mib è piatto.

Le ultime assoluzioni

In primo luogo, come specifica la relazione semestrale, si tratta di "posizioni palesemente disomogenee sotto più profili, di assoluta indeterminatezza e generiche". Secondariamente le notizie arrivate negli ultimi mesi dal fronte giudiziario sono state positive per il Monte. Per Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, rispettivamente ex presidente ed ex direttore generale di Mps, e per Baldassarri, ex capo dell'area finanza dell'istituto senese, sono arrivate due importanti assoluzioni. La prima, lo scorso 6 maggio, a Milano nell'ambito del processo di appello sul cosiddetto caso-derivati. La seconda, lo scorso 14 luglio, a Firenze sempre in secondo grado e in relazione all'accusa di aver ostacolato la vigilanza nascondendo il "mandate agreement" dell'operazione Alexandria. 

Le due sentenze potrebbero peraltro avere effetti anche sull'imminente processo d'appello per l'ex presidente di Rocca Salimbeni Alessandro Profumo e per l'ex ceo Fabrizio Viola che in primo grado avevano subito una condanna a 6 anni per falso in bilancio e aggiotaggio. Le recenti sentenze giudiziarie favorevoli a Mps "aprono la strada a esiti positivi anche delle cause ancora in corso", ha spiegato in mattinata lo stesso Lovaglio. Le assoluzioni inoltre dovrebbero avere un effetto concreto anche per il Monte abbassando il rischio legale che, solo nel processo Mussari-banche estere, si stima di circa 700 milioni. Il rischio legale per Mps si colloca poco sotto i 2 miliardi di euro, senza tener conto di 1,8 miliardi di richieste extragiudiziali arrivate nel secondo trimestre.

Il ruolo di Martingale Risk

Chi sono i promotori della nuova iniziativa contro il Monte? Secondo quanto appreso da milanofinanza.it, dietro le due richieste risarcitorie annunciate oggi ci sarebbe la Martingale Risk, una società di ingegneria finanziaria e di consulenza legale con sedi a Roma e Milano e controllata da Marco Fabio Delzio, ex funzionario della Banca d'Italia ed ex banker in Credit Suisse e Citigroup. Non è ancora chiaro invece quali siano gli investitori istituzionali per conto dei quali si è mosso il promotore. 

Come detto comunque l'iniziativa non desta grandi preoccupazioni in banca, anche se la tempistica non viene giudicata delle più felici. Non solo infatti il Monte si prepara a lanciare un delicato aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, ma a breve potrebbe riavviare il percorso di privatizzazione sospeso lo scorso anno per il passo indietro di Unicredit. Non il momento ideale insomma per presentare un nuovo conto salato agli azionisti e, indirettamente, ai contribuenti italiani. (riproduzione riservata)