La crisi industriale su scala globale legato all'esplosione della pandemia del coronavirus ha avuto un impatto notevole sul settore automotive, uno dei più colpiti in assoluto al punto che in Germania la cancelleria Angela Merkel sta ipotizzando di rafforzare il golden power per proteggere le aziende strategiche del Paese, tra le quali ovviamente i tre colossi delle quattroruote, ovvero Bmw, Daimler e Volskwagen.
A febbraio le immatricolazioni sono state negative per la stragrande maggioranza dei produttori (Vw, -5,3%, Psa, -8,9%, Renault, -14,3%, Fca, -7%, Daimler -12,7% e Jaquar Land Rover, -19,2%, mentre solo Bmw si è salvata con un balzo del 3,1%), e Moody's è pronta a intervenire sul comparto in maniera rilevante. L'agenzia di rating ha sottoposto al riesame, per un possibile declassamento, i giudizi su sette gruppi automotive: Daimler, Jaquar Land Rover, Psa, Renault, Volkswagen, Volvo, McLaren. Ha anche messo nero su bianco che il rating di Fca è a rischio, in quanto l'azienda ha "una direzione incerta", visto che come riferito oggi da MF-Milano Finanza, l'ad Mike Manley è in uscita con destinazione Cnh Industrial. Anche se si sa già che nel futuro gruppo italo-francese la presidenza andrà a John Elkann e la guida operativa a Carlos Tavares, attuale numero 1 di Psa.
Inoltre, Moody's ha tagliato il giudizio su Bmw da A2 da A1. Le valutazioni sono in fase di revisione per un ulteriore downgrade.
I motivi sono presto spiegati. "La rapida e crescente diffusione dell'epidemia di coronavirus, il deterioramento delle prospettive economiche globali, il calo dei prezzi del petrolio e il calo dei prezzi delle attività stanno creando uno shock creditizio grave ed esteso in molti settori, regioni e mercati. Gli effetti creditizi combinati di questi sviluppi non hanno precedenti. Il settore automobilistico è stato uno dei settori più significativamente colpiti dallo shock, data la sua sensibilità alla domanda e al sentimento dei consumatori", si legge nella nota diramata in giornata dall'agenzia di rating. "Le debolezze nei profili di credito delle società, compresa la loro esposizione alla domanda dei consumatori finali di veicoli leggeri, le hanno rese vulnerabili ai cambiamenti del clima di mercato in queste condizioni operative senza precedenti e le società rimangono vulnerabili allo scoppio che continua a diffondersi".
Per questa ragione, Moody "considera l'epidemia un rischio sociale, date le implicazioni sostanziali per la salute e la sicurezza pubblica", Per tale ragione, la decisione odierna "riflette l'impatto sulle imprese dell'ampiezza e della gravità dello shock e dell'ampio deterioramento della qualità del credito che ha innescato".
In particolare, per quel che riguarda Fca nello spiegare che la decisione di mettere sotto osservazione il rating è appunto legata alla direzione incerta attuale, viene poi aggiunto che "crediamo ancora che la fusione proposta con Psa creerà una società più grande e diversificata e potrebbe quindi determinare un rating più elevato dell'entità combinata rispetto al rating standalone di Fca oggi".
Mentre per ciò che riguarda il declassamento di Bmw, la scelta è stata dettata dal fatto del posizionamento della società per quel che attiene le dinamiche dell'attuale rating A1, "in vista dell'attuale stress del mercato con metriche finanziarie già al di sotto delle nostre aspettative per un rating A1".
Inoltre, "ulteriori pressioni negative si accumulerebbero se Bmw non tornasse a una significativa generazione di profitti operativi nella seconda metà del 2020". Un eventuale "crollo della domanda prolungato e più profondo di quanto attualmente previsto, porterebbe a una maggiore domanda di liquidità, oltre che a un peggioramento del bilancio". Il tutto in un "percorso più lungo per ripristinare le metriche del credito in linea con un rating del credito A2 che potrebbero determinare un'ulteriore pressione negativa sul rating".
Nella sua revisione per il declassamento, Moody's ha indicato che la domanda di nuovi veicoli sarà significativamente ridotta nei prossimi mesi, in particolare nei mercati Emea e del Nord America. "Ciò dovrebbe estendersi almeno all'inizio dell'estate". Tradotto: le stime attuali dell'agenzia prevedono un calo della domanda globale di circa il 14% per l'intgero anno, con una drastica flessione del 30% nel secondo trimestre.
Questo declino globale dell'economia legata alla diffusione della pandemia porterà, per Moodys', potrebber anche "comportare interruzioni della produzione ancora più estese" soprattutto in Nord America e nell'area Emea e, di conseguenza, "a un recupero molto ritardato delle vendite". Anche se è vero che gli impianti nei due mercati sono già in larga parte chiusi, come le fabbriche per la catena di approvvigionamento.
Così, l'agenzia di rating stima "un ragionevole ritmo di recupero della domanda nel terzo trimestre", anche se il "rischio al ribasso è considerevole" e ulteriori scenari negativi non sono da escludere. (riproduzione riservata)