Due, forse adirittura tre mesi. Le ripercussioni dell'epidemia di coronavirus sull'economia globale e quindi su quella italiana rischiano di farsi sentire almeno fino a fine aprile se non marzo. Una quantificazione non è però ancora possibile. Nel commentare le previsioni d'inverno della Commissione europea che vedono l'Italia ultima per crescita tra i partner comunitari, ferma nel 2020 allo 0,3%, fonti del ministero dell'Economia mettono in conto anche gli effetti dell'emergenza Covid-19 (come viene ora identificato il virus dall'Organizzazione mondiale della sanità).
Al momento nel governo il piano più concreto per sostenere le aziende colpite sono i 320 milioni a disposizione del Ice (l’Istituto per il commercio estero) per orientare l’export verso mercati maturi e sostenere le imprese in Paesi meno colpiti.
"La revisione al ribasso riflette i recenti dati di attività nell’industria e nelle costruzioni relativi all’ultimo trimestre del 2019, che riteniamo tuttavia influenzati in parte da fattori temporanei o relativi alla destagionalizzazione", fanno filtrare da Via XX Settembre in merito alle stime di Bruxelles, "Pur essendo innegabile che i dati sul quarto trimestre dello scorso anno siano stati nel complesso deludenti, è ancora presto per valutare l’impatto dei recenti dati macroeconomici sulla crescita del PIL nel 2020. Per una valutazione più equilibrata è opportuno attendere quantomeno i dati sull’attività dei servizi nel quarto trimestre e sulla produzione industriale di gennaio. La tendenza recente degli indicatori qualitativi di fiducia suggerisce una tendenza al rialzo del ciclo".
Il governo intende pertanto puntare "sull’accelerazione della spesa per investimenti e sul’adozione di misure che possano sostenere la fiducia di famiglie e investitori".
Intanto sul fronte delle pensioni il governo sembra voler mettere un punto fermo rispetto alla revisione dell'uscita anticipata dal mondo del lavoro. "La misura cosiddetta Quota 100 non sarà rivisitata fino al termine della sperimentazione", ha chiarito il sottosgretario al Lavoro, Stanislao Di Piazza, rispondendo a un'interrogazione del deputato leghista Claudio Durigon, escludendo quindi cambiamenti prima del 2021. (riproduzione riservata)