La borsa boccia Tim senza opa
La borsa boccia Tim senza opa
Previste due società: la rete, Sparkle e Telsy da una parte, le restanti business unit dall'altra. Venerdì nuova riunione

di Manuel Follis 19/01/2022 00:14

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Mentre il mercato penalizzava fortemente il titolo Telecom Italia vedendo allontanarsi la prospettiva di un'opa sulla società da parte del fondo Kkr, il direttore generale del gruppo tlc, Pietro Labriola presentava il suo piano ai consiglieri della società. Un documento di numerose pagine illustrato in una «induction» di oltre 4 ore davanti ai membri del board di Tim, che ieri erano tutti presenti, senza eccezioni. Il clima della riunione è stato descritto come costruttivo e collaborativo e non c'è dubbio che Labriola abbia le idee chiare sui prossimi passi del gruppo. Punto di partenza è la divisione in due società di Telecom Italia, una dedicata alla rete (di cui farebbero parte anche Sparkle e Telsy) e una ai servizi che comprenderebbe anche il Brasile e Olivetti (oltre a TimVision), con la prima che dovrebbe andare a fondersi con Open Fiber quindi uscire dal perimetro e la seconda destinata invece a vivere una nuova fase di rilancio. Il piano è piaciuto ai consiglieri e avrebbe riscontrato il gradimento anche di Giovanni Gorno Tempini, che nel board rappresenta Cassa Depositi e Prestiti (azionista con circa il 10%). A questo punto appare quasi scontato che nel prossimo cda di venerdì 21 Labriola riceverà anche le deleghe da amministratore delegato, considerato l'appoggio anche di Vivendi (azionista con il 24%). Da lì in poi, per quanto il progetto presentato sia piaciuto e le linee guida siano chiare, la strada si farà in salita e lo dimostra l'accoglienza che ha dato Piazza Affari al titolo in questi giorni. Ieri le azioni Tim hanno chiuso in calo del 3,2% a 0,4232 euro, sui minimi da un mese e in calo di quasi il 15% rispetto ai valori toccati dopo l'annuncio della manifestazione di interesse da parte di Kkr il 24 novembre. Tutto questo mentre alcuni analisti abbassano rating e target price sulla società, che peraltro fra una settimana dovrà ufficialmente fare i conti (come tutti gli altri operatori del mercato) con lo sbarco sulla telefonia fissa di Iliad, altro spauracchio che potrebbe mettere sotto pressione le azioni. Nella sua ultima analisi, Barclays ha simulato lo scenario peggiore, ossia che non si arrivi ad alcun accordo con Open Fiber, che prosegua il deterioramento del trend della telefonia mobile guidato da Iliad e del trend della banda larga retail/wholesale, e che alla fine non arrivi l'opa di Kkr. Uno scenario che secondo la banca d'affari porterebbe il target price a 0,05 euro. Viceversa, ipotizzando lo scenario migliore - completamento di tutti i potenziali deal a condizioni interessanti (a partire da Open Fiber), contesto di prezzi più razionale nella telefonia mobile e forte crescita degli abbonati nella banda larga (in alternativa il successo dell'offerta di Kkr a un prezzo più elevato), Tim potrebbe valere 0,7 euro. (riproduzione riservata)