Le maggiori economie del Vecchio continente tirano un sospiro di sollievo, tranne l'Italia. La produzione industriale spagnola a giugno è stata solida, mentre quelle di Germania e Francia hanno battuto le stime del consenso degli analisti crescendo, rispettivamente, dello 0,4% e del 1,4% mese su mese, contro le aspettative pari a -0,3% per entrambe. Tuttavia, come ha sottolineato Andrew Kenningham, capo economista di Capital Economics per l'Europa, i lievi rialzi del dato tedesco non bastano a compensare i cali registrati all'inizio dell'anno e lo lasciano ben al di sotto dei livelli pre-pandemici. In Italia, invece, l'Istat ha rilevato una dinamica negativa in quasi tutti i settori, ad accezione di quello dell'energia.
A giugno la produzione industriale italiana è diminuita del 2,1% rispetto al -1,1% di maggio, mancando di quasi 2 punti percentuali la stima del consenso di -0,5%. Nel dettaglio, il dato per i beni strumentali è sceso del 3,3%, quello per i beni di consumo del 2,1% e quello per i beni intermedi del 1,3%. Solo la produzione del settore energetico mese su mese è cresciuta del'1,9%. Tuttavia, guardando al secondo trimestre nel suo complesso la variazione congiunturale è risultata positiva.
Meglio la produzione industriale in Germania, aumentata dello 0,4% a giugno rispetto a maggio, battendo il consenso che vedeva il dato in discesa dello 0,3%. Tuttavia, "il secondo trimestre è rimasto ben al di sotto del primo", hanno commentato gli economisti di Commerzbank. "L'industria manifatturiera tedesca sta attraversando un periodo difficile e i venti contrari continuano a rafforzarsi. I colli di bottiglia nei materiali e nelle forniture ostacolano la produzione e gli ordini in entrata sono in calo già da cinque mesi", hanno avvertito gli esperti. Inoltre, per Kenningham di Capital Economics "le cose si faranno ancora più difficili nella seconda metà dell'anno".
In Francia il settore manifatturiero ha chiuso il mese di giugno con una nota positiva, ha affermato Claus Vistesen, capo economista di Pantheon Macroeconomics per la zona euro. Tuttavia, i solidi dati odierni non sono stati sufficienti a salvare il secondo trimestre nel suo complesso. Nei secondi tre mesi dell'anno la produzione industriale è scesa dello 0,4% rispetto ai primi tre. Ma in prospettiva, i dati delle indagini si sono ammorbiditi: "È ora molto probabile che il settore manifatturiero francese riesca a ottenere un piccolo aumento nel terzo trimestre", ha affermato Vistesen.
La produzione industriale spagnola a giugno è cresciuta dell'1,1% mese su mese e del 7,7% anno su anno. Solido anche il risultato del secondo trimestre, in rialzo dell'1,7%: tuttavia, per Melanie Debono, economista senior per l'Europa di Pantheon Macroeconomics, è più probabile che nei prossimi trimestri il settore industriale pesi sulla crescita economica piuttosto che la favorisca. "Dopo tutto", ha continuato l'esperta, "la Spagna non sarà indenne alla flessione dell'industria in altre parti dell'eurozona, anche se il tetto massimo dei prezzi dell'elettricità e il taglio dell'iva potrebbero limitare un ulteriore aumento dei costi delle materie prime per le imprese, a partire dall'energia". Gli economisti di Pantheon prevedono una stagnazione della produzione industriale nel terzo trimestre, ma l'economia complessiva dovrebbe, comunque, registrare un'espansione di circa l'1% nel periodo grazie al rimbalzo del settore turistico. (riproduzione riservata)