L'effetto sulle banche del nuovo bazooka della Bce
L'effetto sulle banche del nuovo bazooka della Bce
Olli Rehn ha anticipato importanti tagli ai tassi, acquisti sostanziali di bond (e forse viene rivisto il tetto del 33%), Tltro III e tiering forti a protezione dei margini degli istituti, possibile allargamento del QE II alle azioni, Un pacchetto che può cambiare le carte in tavola. I calcoli di Goldman Sachs e Rbc

di Elena Dal Maso 16/08/2019 10:40

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Titoli bancari positivi, con rialzi medi dell'1,7% per Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps (quest'ultima sale del 2,3%), dopo l'intervento ieri sera di Olli Rehn, governatore della Banca centrale finlandese e membro del board della Bce. Intervistato dal Wall Street Journal nei suoi uffici di Helsinki, Rehn ha detto in maniera chiara che Francoforte annuncerà un pacchetto di misure di stimolo durante la prossima riunione politica monetaria il 12 settembre che dovrebbe superare le aspettative degli investitori.

Il piano dovrebbe includere acquisti di obbligazioni "sostanziali e sufficienti", oltre a tagli dei tassi di interesse. Le parole di Rehn hanno innescato un altro round di acquisti di obbligazioni fin dalle ultime ore di contrattazione ieri a Wall Street, che hanno visto nel frattempo il Btp decennale perdere 20 punti base di rendimento e scendere a 1,342% contro l'1,5557% del T bond Usa decennale, con uno scarto di 21 punti base in meno per il titolo governativo italiano. 

"È importante presentare un pacchetto politico significativo e di grande impatto a settembre", ha spiegato Rehn. Aggiungendo che "quando lavori con i mercati finanziari, spesso è meglio fare overshooting che undershooting, e quindi è meglio disporre di un pacchetto molto forte di misure politiche piuttosto che tentennare", ha aggiunto Rehn.

Il presidente uscente della Bce Mario Draghi aveva annunciato a Sintra lo scorso mese che Francoforte è intenzionata ad agire sui tassi e su altri stimoli, ma Rehn è stato più specifico andando oltre le attese degli analisti. Questi ultimi hanno infatti parlato di un taglio dello 0,1% dei tassi il prossimo mese dall'attuale -0,4% e di 50 miliardi di euro al mese di nuovi acquisti di obbligazioni nell'ambito di un quantitative Easing II dopo la chiusura del QE 1 a dicembre 2018. Già gli economisti di Goldman Sachs mettono in conto almeno una riduzione dello 0,2%, mentre i futures si stanno spostando addirittura su un taglio dello 0,3% del costo del denaro in Europa al -0,7% fino al 2024, scrive il Wall Street Journal.

Rehn ha poi aggiunto che la Bce potrebbe intervenire anche nella formulazione del Tltro III per venire maggiormente incontro alle banche Ue, che altrimenti inizerebbero a soffrire molto il taglio dei tassi. E per compensare l'impatto sugli istituti di un periodo più lungo di tassi di interesse negativi, la Bce potrebbe introdurre un sistema a più livelli (tiering), in base al quale solo una parte dei depositi overnight a Francoforte potrebbe essere soggetta a tassi negativi.

La Bce potrebbe cambiare le regole del programma di acquisto di obbligazioni, che attualmente proibisce alla banca centrale di rilevare oltre il 33% del debito di ogni singolo governo della zona euro, ha specificato Rehn. Non solo. Rehn ha precisato che non si può escludere ad oggi anche l'acquisto di azioni da parte della Bce nell'ambito del nuovo programma di QE II, ma di questo il board deve ancora discutere. Una scelta del genere è già stata fatta dalla Banca centrale giapponese.  Un tale pacchetto di stimoli è giustificato da una serie di rischi che minacciano l'economia europea, tra cui la situazione politica in Italia, il rallentamento economico della Cina, le incertezze nell'economia globale causate dalle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina e la possibilità di una hard Brexit, ha detto l'economista.

Il team di analisti di Goldman Sachs ha fatto due calcoli sull'effetto di un'ulteriore riduzione dei tassi in Europa, tenendo conto che ad oggi, da quando il costo del denaro è passato in negativo (2014), gli istituti hanno pagato 21 miliardi di euro alla Banca centrale europea, l'equivalente di una tassa di 7,5 miliardi l'anno.  Per gli analisti 20 punti base di riduzione del costo del denaro  (rappresenta lo scenario centrale oggi di una riduzione dei tassi a settembre) corrispondono a 5,6 miliardi di euro, ovvero il 6% degli utili delle 32 banche Ue che coprono con le loro analisi. Dodici istituti di credito dovrebbero affrontare un taglio dell'eps (utile per azione) di oltre il 10% e cinque per oltre il 20%.

Nel modello previsionale di Goldman Sachs il solo taglio del denaro avrebbe un impatto devastante: la Germania sarebbe la più colpita con il 31% in meno di utili, la Grecia sarebbe seconda con il 10% in meno e l'Italia sarebbe lì vicina, -10%. La vera differenza la farà il sistema del tiering sui depositi, cui Rehn ieri ha fatto riferimento e sarà in grado di cambiare la carte sul tavolo bancario europeo. Ma di che si tratta?

Le riserve di liquidità depositate dalle banche europee a Francoforte che risultano in eccesso rispetto ai minimi obbligatori ammontano a 2.000 miliardi di euro. Questi depositi rappresentano un costo importante per le banche (7,5 miliardi di euro, come si è visto) perché su di essi grava l'onere  rappresentato dal tasso negativo (–0,40%). Il tiering sui depositi è la possibilità che su queste riserve eccedenti di liquidità gli istituti di credito non paghino il -0,40%, ma un tasso pari allo 0%, non percependo né versando alcun interesse e riducendo in questo modo l’impatto negativo sul loro margine d’interesse. E qui Goldman Sachs spiega che farà molta differenza se il tiering viene applicato solo su 20 punti base di taglio o su tutto il differenziale negativo del -0,6% risultante alla fine. Per gli analisti sarà fondamentale abbracciare tutto l'arco per essere veramente efficiente e mitigare lo stress del taglio del costo del denaro. I calcoli che vengono applicati sulle banche tengono conto del modello già in atto in Svizzera, con una protezione fully-loaded di solo un terzo del valore.

L'effetto combinato a regime fra taglio e tiering sarebbe positivo per la Germania (+4%), un vero e proprio regalo per Deutsche Bank, che vedrebbe l'utile balzare del 9%, mentre la Francia ne gioverebbe solo per l'1% in più, anche se nel caso di Societe Generale, per esempio, l'impatto sarebbe nullo. E qui i benefici finirebbero, perché l'Italia vedrebbe un risultato complessivo in riduzione dell'1%, pari a zero nel caso di Unicredit, -1% per l'utile di Intesa Sanpaolo, -4% per il Monte dei Paschi, -3% per Banco Bpm e -2% nel caso di Ubi Banca.  Il Portogallo si troverebbe nelle condizioni dell'Italia (-1%), Spagna e Irlanda non sarebbero impattate (0%), solo la Grecia sarebbe messa peggio (-2%). Se non fosse applicato il tiering, lasciando fluire il solo effetto dei tassi tagliati, Deutsche Bank perderebbe il 42% degli utili, Mps il 37% Intesa e Unicredit il 9%, Banco Bpm il 17%, Ubi il 19%. E il sistema delle banche italiane il 10%. Il tiering sarà quindi fondamentale.

Gli analisti di RBC Capital Markets sono invece andati a guardare oggi la risposta dei mercati alle parole di Draghi a Sintra, quando il governatore ha anticipato le misure di settembre. Da allora in media i titoli europei sono scesi al minimo della forchetta sul rapporto atteso a 12 mesi fra prezzo e valore di libro, ovvero a 0,58 volte contro un massimo di 0,72 volte.  Considerando come si sono mossi i titoli durante il primo Qe nel 2016, gli analisti preferiscono le banche che puntano ad un self-help (storie di ristrutturazione efficienti) e/o che mirano a importanti riduzioni del rischio. L'unica italiana nella lista Ue è Unicredit (target price 15 euro), che si accompagna ad Abn, Bnp Paribas, Ing e Bbva. 

RBC resta più cauto su Intesa sanpaolo (prezzo obiettivo 2,3 euro), che vede un potenziale rialzo del 25% dai valori attuali contro il 63% di Unicredit, pperché Intesa scambia già a valori quasi doppi, con un PE adjusted di 8,2 contro 4,9 del gruppo guidato dall'ad Jean Pierre Mustier.  Oggi, fra l'altro, la banca che fa capo all'ad Carlo Messina ha un dividend yield netto del 9,7%, fra i più alti in Europa.  (riproduzione riservata)