Kkr scende in campo per Tim
Kkr scende in campo per Tim
Il fondo sarebbe pronto ad affiancare Telecom nell’operazione (eventuale) con Open Fiber, ma anche a investire nella rete secondaria del gruppo, valutata circa 7 miliardi. Il titolo sale in borsa

di Manuel Follis 14/02/2020 02:00

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Il fondo Kkr bussa alla porta di Telecom Italia e potrebbe essere il partner che affiancherà la società di telecomunicazioni nei suoi investimenti sulle infrastrutture di rete, in fibra e in rame. L’accordo tra le parti non è ancora stato siglato, ma sembra che l’intesa sia vicina. Il primo effetto per ora si è avuto sull’andamento del titolo Tim, che ieri ha chiuso in rialzo del 3,65% a 0,525 euro e che da inizio settimana ha guadagnato il 7%. Di sicuro l’idea che un fondo scommetta sulla partita delle infrastruttire e inietti liquidità in Telecom piace al mercato. Tim, che da settimane ha avviato uno scoutung alla ricerca di soggetti pronti ad affiancarla nei futuri investimenti sulla rete, in particolare nel progetto di accordo con Open Fiber, avrebbe infine selezionato Kkr perché il private equity newyorkese avrebbe manifestato la disponibilità sia a scendere in campo nell’operazione Open Fiber, ma anche (e non in alternativa) a rilevare una quota di minoranza nella «rete secondaria», ossia il tratto finale che va dal Cabinet all’appartamento. Due percorsi paralleli, il primo che dipende dai colloqui tra Tim e gli azionisti di Open Fiber (Enel e Cdp) mentre il secondo dipende dalla sola Telecom. In questo caso, parlando della rete secondaria, secondo Bloomberg Kkr avrebbe valutato questa parte dell’infrastruttura fra 7 e 7,5 miliardi. Un valore che corrisponde a poco più della metà del valore di bilancio dell’intera rete in rame di Telecom (13 miliardi). Assumendo che la quota di minoranza corrisponda al 30% circa, questo implicherebbe mettere sul piatto più di 2 miliardi e ora gli esperti si interrogano sia sul prezzo sia sulle tecnicalità di un eventuale intervento. Al di là dei dettagli, il mercato ha comunque recepito positivamente i passi avanti di Tim. Intanto ieri nel corso della conference call sui risultati di Vivendi (articolo qui accanto) il ceo del gruppo francese e consigliere di Tim, Arnaud de Puyfontaine, ha confermato il nuovo clima positivo tra azionisti e board. «Con il cda di Tim abbiamo costruito un rapporto più costruttivo e supportiamo con convinzione i positivi sviluppi della partnership di Luigi Gubitosi», ha detto De Puyfontaine.

Nel frattempo l’ad di Sky Italia, Maximo Ibarra, ha spiegato in un’intervista su DigitEconomy.24 realizzata dalla Luiss Business School che il debutto della società nella banda ultra-larga avverrà «entro i primi sei mesi del 2020» grazie all’accordo con Open Fiber. Per il ceo di Sky Italia l’investimento per offrire banda ultra-larga è «la naturale evoluzione del business di un’azienda che ha sempre puntato sulla qualità dei contenuti e sull’innovazione tecnologica». Ibarra è poi intervenuto sul tema della rete unica (e quindi del possibile accordo Tim-Open Fiber): «Ciò che è importante», ha spiegato, «è che continui lo sviluppo e la diffusione sul territorio del ftth, infrastruttura fondamentale per il sistema economico italiano ed europeo». (riproduzione riservata)