Kkr dalle reti all’energia, ecco tutti gli affari del fondo pigliatutto in Italia e in Europa
Kkr dalle reti all’energia, ecco tutti gli affari del fondo pigliatutto in Italia e in Europa
Il fondo di private equity americano sta investendo nella transizione digitale ed energetica del continente. In Italia dopo la rete diTim, il gestore sta puntando sul 25% di Enilive. Ma anche in Europa gli ultimi investimenti sono mirati e guardano al mondo dell’energia, della tecnologia, al settore farmaceutico e delle tlc

di Anna Di Rocco 26/07/2024 21:03

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Doppio asse per Kkr in Europa. La strategia del gestore è puntare sulla duplice transizione del continente: quella digitale e quella energetica. Lo dimostrano le ultime operazioni messe a segno dal fondo americano di private equity, dall’acquisizione della rete di Tim di giugno alla più recente mossa per acquisire il 25% di Enilive, la controllata della società energetica italiana dedicata ai prodotti e ai servizi per la mobilità.

«Il potenziale si può trovare ovunque. Quindi lo cerchiamo dappertutto». La frase – una di quelle riportate all’interno del sito del gestore statunitense – riflette in maniera perentoria la natura stessa di Kkr che le impone di allargare lo sguardo a cosa succederà, per ottenere il miglior ritorno possibile sull’investimento.

Il portafoglio di Kkr in Italia

Il fondo, che ha fra i propri soci un parterre de rois come i big dell’asset management Blackrock, T-Rowe, Vanguard, Capital Group e Value Act Capital Partners, è entrato in Italia nel 2005 scommettendo sui lubrificanti auto di Selenia (posizione poi ceduta nel 2007). Negli anni successivi Kkr ha puntato anche sui distributori automatici di Argenta (dal 2014 al 2017) e sul servicer di npl Sistemia (2017-2019).

Oggi il gestore fondato nel 1976 da Stearns Jerome Kohlberg, Henry Kravis e George Roberts, ha nel portafoglio tricolore una quota di Fibercop (dal 2020 con una minoranza della rete secondaria di Tim prima del deal Netco chiuso il primo luglio), del gruppo di tlc Sirti (dal 2016), del produttore di carte speciali Fedrigoni (che a febbraio ha quasi completamente svuotato il portafoglio produttivo immobiliare incassando 280 milioni, siglando poi contratti di locazione di lungo termine), del gruppo pharma Ice Group (dal 2019), del packaging automatizzato di Cmc (dal 2020) e dell’ex Fiat-Chrysler Magneti Marelli (dal 2019, poco dopo fusa con la giapponese Calsonic Kansei, a sua volta integralmente controllata da Kkr).

Sempre in Italia, ma in modalità indiretta, il gestore a stelle e strisce è presente nel capitale delle torri Inwit attraverso la tedesca Vantage Towers, controllata da Vodafone e da Gip-Kkr tramite il veicolo finanziario Oak Holdings. Un investimento iniziato a novembre 2022 con una quota di minoranza e diventato paritetico la scorsa settimana, quando Vodafone, per ridurre la leva finanziaria del debito, è scesa al 50% di Oak.

Le ultime mosse del gestore statunitense in Europa

Ampliando lo sguardo sul portafoglio europeo di Kkr, emerge ancora più chiaramente la strategia di puntare sulla duplice transizione: gli investimenti sono mirati e guardano al mondo dell’energia, della tecnologia e al farmaceutico. 

Tra febbraio e giugno, il fondo a stelle e strisce ha messo le mani sulla britannica CountourGlobal che sviluppa e gestisce impianti di produzione di energia elettrica, sulla tedesca Enclavis, leader nel settore delle rinnovabili, e sulla spagnola Ignis, tramite l’investimento nella piattaforma Power-to-X che sviluppa progetti di idrogeno verde, ammoniaca verde, e-metanolo, e-fuels e Saf (carburante sostenibile per l’aviazione) per applicazioni industriali in settori hard-to-abate in Spagna e in altri Paesi.

Capitolo Tlc: dall’Europa agli Stati Uniti 

Tra i pilastri della strategia di Kkr ci sono le telecomunicazioni. Prima dell’operazione su Netco, il gestore americano aveva già puntato 25 miliardi di dollari nelle infrastrutture digitali, due terzi dei quali in Europa con l’ingresso nell’inglese Hyper Ophc, nella spagnola Reintel, nell’olandese Open Dutch Fiber e nella norvegese Telenor.

Quando qualcosa va bene, come nel caso della rete Tim, Kkr tende a replicare: come accaduto due giorni fa con l’americana Metronet. Riflettendo un modello simile a quello di Fibercop, Kkr costituirà una joint venture con T-Mobile per acquisire la società in fibra ottica pure-play a più rapida crescita negli Stati Uniti.


L’ultimo investimento Kkr l’ha fatto venerdì 26 luglio: con l’accordo per acquisire Instructure, società attiva nella formazione online. Due mosse, una scommessa e un consolidamento, che possono essere il preludio ad altre operazioni nel corso del prossimo anno. (riproduzione riservata)