L’inflazione nell’Eurozona è scesa a settembre ai minimi da due anni, rendendo sempre più probabile uno stop della Bce a nuovi aumenti dei tassi. Eurostat ha reso noto che l’aumento dei prezzi è calato al 4,3%, dal 5,2% di agosto. Si tratta di una discesa oltre le attese degli analisti che si aspettavano un valore attorno al 4,5%. Il carovita è tornato ai livelli di ottobre 2021, quindi prima dell’invasione russa dell’Ucraina.
Anche l’inflazione core, cioè al netto di energia e cibo, è scesa in modo rilevante, dal 5,3 al 4,5%. Questi numeri, che hanno risentito anche di alcuni effetti base, confermano che la disinflazione è in corso: a ottobre del 2022 il carovita a livello complessivo era al picco del 10,6%. Già ieri i dati sulla Germania avevano dato indicazioni positive sull’inflazione.
Per la Bce diventa così molto difficile alzare i tassi, anche considerando la debolezza dell’economia e la forte frenata del credito evidenziata su MF-Milano Finanza del 28 settembre. In Italia i prestiti alle imprese stanno scendendo a tassi non raggiunti neppure durante la crisi del debito sovrano.
Gli economisti ritengono che Francoforte non si muoverà a ottobre. I tassi dei titoli di Stato europei sono in netto calo. (riproduzione riservata)