Secondo gli analisti di Ubs, nonostante l'accelerazione nel corso dell'estate, l'emissione complessiva di quest’anno dei cosiddetti green bond sarà probabilmente inferiore al record di 262 miliardi di dollari del 2019. Tuttavia, il volume di mercato ha già superato i 900miliardi di dollari, ed è quanto meno probabile che il trilione verrà raggiunto durante il primo semestre del 2021. "Pensiamo che i green bonds riceveranno maggiore attenzione durante la fase di ripresa economica, in particolare in Europa, dove già solo l'Unione europea prevede di emettere circa 225 miliardi di euro in obbligazioni verdi nei prossimi cinque anni. A nostro avviso, la nuova emissione nel 2021 supererà probabilmente i 300 miliardi di dollari", evidenziano gli strategist di Ubs.
L'aumento delle emissioni nel terzo trimestre ha riscontrato una domanda decisamente forte,e la maggior parte delle obbligazioni green sono state sottoscritte sul mercato primario, portando a nuovi premi di emissione più bassi rispetto a quelli delle obbligazioni standard, con comunque dei buoni risultati anche sul mercato secondario.
"Continua ad esserci un flusso costante di nuovi emittenti che entrano nel mercato dei green bonds", affermano gli analisti di Ubs, "in particolare, diverse importanti case automobilistiche e società di comunicazione hanno recentemente emesso i loro primi green bond. Riteniamo che le obbligazioni verdi provenienti da settori attualmente sottorappresentati nel mercato delle obbligazioni godano di una domanda particolare, in quanto gli investitori mirano a diversificare i loro portafogli. Anche se non osserviamo un premio verde sistematico, molte obbligazioni green sono negoziate sulla curva di rendimento del rispettivo emittente, o di poco all'interno. Pensiamo che un piccolo premio possa essere giustificato da una minore volatilità, in quanto le obbligazioni verdi beneficiano di sottoscrizioni pensate sul lungo, oltre che ai fattori di supporto tradizionali, come gli acquisti delle Banche centrali".
Infatti, secondo le dichiarazioni di Christine Lagarde, la Bce detiene circa il 20% del volume delle obbligazioni green ammissibili nel quadro del suo programma di acquisto, senza contare che potrebbe aumentarne ulteriormente l'allocazione. Le obbligazioni sostenibili sono utilizzate per finanziare progetti che possono avere uno scopo principalmente green o sociale, o addirittura entrambi. L'European Green Deal annunciato nel dicembre del 2019 ha fornito la base nonché un deciso segnale per indirizzare i flussi finanziari e di capitale europei negli investimenti incentrati sull’ambiente.
Con l'annuncio dello scorso gennaio, la Commissione europea ha anche avviato l'istituzione di un Green Bond Standard (Gbs): sulla base di una valutazione del gruppo di esperti della Commission's Technical Expert Group on Sustainable Finance (Teg), la Commissione ha implementato un processo per esplorare la possibilità di un'iniziativa legislativa che crei uno standard europeo in materia di obbligazioni verdi. Tuttavia, la decisione definitiva su come e in quale forma giuridica il Gbs possa essere istituito dipenderà dall'esito di una consultazione mirata, conclusasi a inizio ottobre, con la Commissione che prenderà una decisione nell'ultimo quarto dell'anno.
Nel settembre 2020, la Commissione ha inoltre annunciato un piano aggiornato per il 2030, con la proposta di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% e di diventare, entro il 2050, climate neutral, ovvero con una quantità di emissioni all’attivo pari a quella che viene rimossa. Con la definizione e l'obbligo di nuove politiche per raggiungere questo obiettivo, un maggior numero di progetti e di emittenti potrebbero essere interessati all'emissione obbligazionarie green.
Già nel maggio 2020, la Commissione ha posto l'European Green Deal al centro della strategia di ripresa. "L'Unione ad oggi mira a perseguire una nuova strategia di crescita basata sul Green Deal e sulla sostenibilità competitiva, e incoraggerà ulteriormente gli Stati membri a includere investimenti e riforme a tema ambientale e digitale, per creare posti di lavoro sostenibili e una crescita consistente", segnalano da Ubs.
Ad oggi, la palma di Paese più green spetta, un po' a sorpresa forse, agli Stati Uniti. Tuttavia, diverse specifiche di mercato, come ad esempio le esenzioni fiscali eliminate in caso di rimborso anticipato e linee guida governative assenti, hanno portato ad una crescita più lenta rispetto ad altre regioni e rispetto a ciò che uno si aspetterebbe da uno dei più grandi mercati finanziari del mondo.
Secondo il Milken Institute, le infrastrutture degli Stati Uniti in via di deterioramento sono insufficienti per affrontare la sfida dell'adattamento al cambiamento climatico. Un rapporto dell'istituto afferma ci vorranno 2 miliardi di dollari solo per portare l'infrastruttura degli Stati Uniti in uno stato di buona riparazione, e un ulteriore cifra di 2 miliardi di dollari per affrontare la sfida di accelerare il cambiamento climatico, il che rafforza ulteriormente la precedente tesi sull’emissione di obbligazioni green.
"Mentre abbiamo assistito a progressi a livello statale, come osservato proprio nella recente relazione dell'istituto Milken, c'è ancora ampio spazio per migliorare i quadri politici e per incentivare ulteriori emissioni. Non ci aspettiamo che lo status quo delle elezioni federali rallenti la crescita del mercato delle obbligazioni verdi, anzi, se passerà la proposta di Joe Biden sul clima e la giustizia ambientale, che prevede un investimento di 2 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni e un ammontare totale stimato di circa 5 triliardi di dollari, questo potrebbe portare addirittura ad un aumento nelle emissioni obbligazionarie green, con la disponibilità di più progetti ammissibili e di un maggior numero di investitori" concludono gli esperti di Ubs. (riproduzione riservata)