Gli immobili in asta hanno perso il 29% del valore
Gli immobili in asta hanno perso il 29% del valore
Si tratta di 3,4 miliardi di euro di svalutazioni, secondo lo studio di Reviva, che ha riguardato 160.594 gli edifici messi in vendita nel corso del 2019 per un totale di 254.649 aste, tutte quelle bandite in Italia. Roma, Milano e Bergamo le città protagoniste

di Elena Dal Maso 03/06/2020 13:01

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Lo scorso anno in Italia il patrimonio immobiliare all’asta si è svalutato del 29,1%, pari a 3,4 miliardi di euro, a fronte un valore complessivo di 18 miliardi di immobili andati in vendita. I dati sono stati elaborati da Reviva, la società che si occupa di invertire il trend delle aste andate deserte, nello Scenario aste 2019. Ovvero un periodo in cui l'economia marciava ancora, prima che si fermasse per la pandemia. Reviva si occupa di vivacizzazione le aste combinando intelligenza artificiale e marketing esperienziale per cercare di prevedere i valori degli immobili.

Nel complesso sono stati 160.594 gli edifici messi in vendita nel corso del 2019 per un numero totale di 254.649 aste, che hanno visto il settore residenziale emergere con il 55,6% degli immobili, seguito dal non residenziale con il 34% e i terreni con il 10,4%. Le città con la maggiore incidenza sono Roma, prima con il 6,5%, a seguire Milano con il 4,91% e terza è Bergamo, a quota 2,81%. A causa dei numerosi incanti andati deserti, gli immobili si svalutano mediamente di poco meno di un terzo nel corso dell'anno. 

L’analisi contenuta nello Scenario aste immobiliari 2019, certificata dal patrocinio dell'Osservatorio T.S.E.I. (tavola di studio delle esecuzioni immobiliari), è la prima indagine che si basa esclusivamente sui dati del Portale delle Vendite Pubbliche (PVP). Si tratta del sito dove confluisce obbligatoriamente la pubblicità legale di tutte le aste immobiliari bandite in Italia, sia riguardanti le esecuzioni immobiliari che le procedure concorsuali.

"Con questa analisi intendiamo alzare il sipario e far emergere per la prima volta e con chiarezza le informazioni  sconosciute e mai studiate del settore, che negli anni ha sempre sofferto di un’analisi dei dati approssimativa e incompleta", spiega Giulio Licenza, co-founder di Reviva.  

L’analisi dei soli dati del portale pubblico "dà la certezza di aver raccolto tutte le aste bandite in Italia e, allo stesso tempo, esclude potenziali errori dovuti alla doppia analisi di portali autorizzati alla pubblicità legale. Analisi che potrebbe creare aste duplicate o sovrascrizioni errate e, quindi, potenzialmente decuplicare gli errori all’interno di un report di tale natura", aggiunge Licenza.

La relazione, a differenza delle precedenti pubblicazioni a riguardo, ha un taglio immobiliare, non di procedure di vendita giudiziaria, "infatti analizza gli immobili in asta situati in regioni e province anziché occuparsi dei tribunali e analizza l'offerta minima a cui gli immobili sono posti in asta (che è a tutti gli effetti il prezzo) anziché il prezzo base d'asta che è ormai una mera formalità in disuso. Differenze importanti che permettono di comprendere meglio il mercato immobiliare all’interno del quale si trova un immobile in asta", prosegue.

Sono stati 160.594 i lotti (prevalentemente singoli immobili o complessi immobiliari venduti in blocco) messi all’asta nel corso del 2019. Un dato che in questa ricerca viene distinto da quello relativo al numero complessivo di aste avvenute in Italia, intese come esperimenti di vendita di lotti, che ammonta a 254.649.

Per quel che riguarda i 160.594 lotti, il 56% sono residenziali, il 34% non residenziali e infine il 10% sono terreni. Nello specifico, con riferimento alle motivazioni della messa in vendita, il 76% degli immobili è coinvolto in procedure esecutive, il 22% a procedure concorsuali (fallimenti e concordati preventivi) e il 2% da altre procedure di liquidazione. Infine nel corso del 2019 il 59% dei lotti è andato in asta una singola volta, sintomo di una complessiva lentezza delle procedure di vendita. Queste prevedono, in caso di mancata vendita del lotto, che quest’ultimo venga rimesso all’asta dopo che sia trascorso un periodo di sei mesi e a un prezzo svalutato ulteriormente rispetto al suo valore effettivo.

Nel corso del 2019, a fronte del valore complessivo di 18 miliardi di euro (considerando l’offerta minima) a cui gli immobili sono stati posti in vendita, la svalutazione dovuta alle aste deserte è stata complessivamente di 3,4 miliardi di euro per una media del 29%. Le cause sono legate alla scarsa partecipazione alle aste immobiliari, "ammantate ancora in un pesante velo di scetticismo da parte dei potenziali compratori, che faticano a considerare l’acquisto all’asta come una valida alternativa offerta dal mercato immobiliare", conclude Licenza. (riproduzione riservata)