Una soluzione alternativa per calmare le acque nell’impianto di Zhengzhou. Foxconn darà un bonus da 10.000 yuan (circa 1.400 dollari) a tutti i dipendenti disposti a lasciare l’azienda, nel tentativo di placare i nuovi assunti dopo le proteste che mercoledì 23 novembre hanno scosso la più grande fabbrica di iPhone al mondo.
La somma, che corrisponde a quasi un mese di stipendio per gli operai dello stabilimento, sarà pagata in due rate e allevierà ai lavoratori il costo del viaggio di ritorno verso casa. Molti dei 200 mila dipendenti della fabbrica, infatti, provengono da regioni remote della Cina.
Ma dietro la buona uscita si nasconde anche l’intento del fornitori di Apple di allontanare i lavoratori che di recente il governo locale aveva aiutato ad assumere. Per l’azienda, proprio i nuovi assunti avrebbero alimentato le tensioni degli ultimi giorni.
All’origine dei disordini ci sarebbe il timore di un ritardo sull’aumento di salario promesso. Il dubbio è stato causato da un problema tecnico per cui Foxconn si è scusata giovedì. Il malcontento riguarda anche le rigide regole di quarantena e l’incapacità dell’azienda di eliminare i focolai di Covid-19. A ciò si sono aggiunte le cattive condizioni di lavoro, compresa la carenza di cibo.
Sostituire i dipendenti potrebbe richiedere del tempo. Dopo le violenze a Zhengzhou, il governo locale ha annunciato dei controlli alla mobilità per alcune parti della città fino a martedì 29 novembre. Una nuova forma di lockdown che complica la ricerca di nuovi operai per Foxconn.
Apple ha già avvisato che potrebbe garantire meno telefoni del previsto in vista delle prossime festività e ha inviato un team sul posto per “tenere la situazione sotto controllo e assicurarsi che le richieste dei dipendenti siano ascoltate”. Dall’altra parte, Foxconn ha assicurato che la fabbrica è tornata in funzionale mercoledì 23 novembre in serata. (riproduzione riservata)