Finint, i veri piani di Marchi. Così con i giornali del Nordest di Gedi vuole diventare un potere forte
Finint, i veri piani di Marchi. Così con i giornali del Nordest di Gedi vuole diventare un potere forte
Il patron di Finint e di Save ha vinto le sue scommesse nel Triveneto: la banca viaggia sui 100 milioni di fatturato, gli scali aeroportuali sono arrivati a generare pre-Covid 240 milioni di ricavi. Ora col polo editoriale mira a far diventare il Nordest un potere forte nazionale  

di di Andrea Deugeni 31/03/2023 21:00

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L’idea gli frullava in testa da un po’. Poi l’arrivo un anno fa a Conegliano, sede del gruppo Finint, come capo delle relazioni esterne e istituzionali dell’ex giornalista del gruppo Gedi Paolo Possamai, che dei giornali veneti di Finegil prima e Gnn poi è stato direttore, ha accelerato il progetto.

Il presidente di Finint, Enrico Marchi, ha organizzato un club deal da 35 milioni di euro (sono le indiscrezioni) per rilevare dalla controllata di Exor sei quotidiani locali del Triveneto, più l’inserto economico Nordest Economia. Ha imbarcato con quote paritetiche sei nomi importanti dell’imprenditoria veneta. E dopo il voto per le elezioni regionali se ne aggiungeranno altri due del Friuli Venezia Giulia (l’obiettivo è arrivare a 10), per una mission ben precisa.

Quotidiani locali, il polo editoriale del Triveneto da 70mila copie vendute

«Far crescere il territorio del Triveneto, far sentire la sua voce e con il tempo acquisire autorevolezza anche in sede nazionale», ha spiegato Marchi a MF-Milano Finanza nel giorno della sigla, il 27 marzo, della trattativa in esclusiva (si concluderà a fine giugno) con Gedi.

La proprietà della mazzetta da sei testate con quasi 70mila copie giornaliere, cartacee più digitali, vendute complessivamente, è solo il primo passo di un progetto più ampio: costruire un gruppo multimediale che edita anche radio, tv e agenzia di stampa, con testa e cuore nel pragmatico Nordest.

Gli industriali veneti della cordata Finint

Gli imprenditori sono il presidente della quotata Sit Federico de Stefani che produce sistemi di controllo degli impianti di riscaldamento a gas, l’industriale degli scarponi da sci Tecnica Alberto Zanatta, Enrico Carraro attivo nella meccanica e attuale presidente di Confindustria Veneto, la famiglia Nalini che produce software e componentistica per i condizionatori e i sistemi di refrigerazione con la quotata Carel, l’industriale dell’acciaio Alessandro Banzato e Videomedia, editore di due emittenti televisive, Tva Vicenza e Telechiara, che fanno capo a Confindustria Vicenza.

Qualcuno lo ha accusato di volere i giornali per far politica a fini personali: nel mirino le comunali a Venezia nel 2025 o le Regionali nel post-Zaia. Nessuna candidatura, Marchi lo ha smentito a questo giornale. Anche perché la governance è paritetica e lui non comanda. C’è invece una sensibilità comune per il territorio fra i sottoscrittori del progetto, ha tenuto a precisare.

La politica con la «P maiuscola»

I suoi collaboratori dicono che con una merchant bank, Banca Finint, che sostiene le pmi del Triveneto (solo nel Veneto ce ne sono 10 ogni 100 abitanti), un gruppo aeroportuale Save nel portafoglio della holding Finint che controlla gli scali di Venezia, Treviso Verona e Brescia (più Charleroi a Bruxelles), il salvataggio di Ceramica Dolomite e fra qualche mese con la proprietà dei giornali nordestini, il banchiere bocconiano quasi 67enne di Sernaglia della Battaglia (Treviso) fa già «politica con la P maiuscola». Serve con tre macro-infrastrutture (finanza, aeroporti e media) l’area che è una delle locomotive d’Italia e la cui voce -sempre a detta dei sottoscrittori- arriva poco nei palazzi del potere. Dalla Confindustria alla politica romana.

Il Nordest vuole dettare l’agenda

Ed è ora che da regioni che ospitano big come Essilux, Benetton, De Longhi, Assicurazioni Generali, Diesel, Danieli o Illy e che per pil supera anche la ricca Lombardia e rappresenta quasi un quarto della ricchezza nazionale prodotta ogni anno, s’inizi a dettare l’agenda nazionale.

Il business della galassia Finint-Save

Così è più probabile che dalle colonne di Mattino, Tribuna, Messaggero Veneto e Piccolo si sostenga la corsa nazionale del governatore del Veneto, Luca Zaia, nel momento del redde rationem nella Lega salviniana. Certo, non è che Marchi non guardi al suo di portafoglio. Anzi. Oltre che dalle compagnie anche da Roma dipendono i destini del Venezia Terminal Passeggeri (Vtp) di cui il banchiere tramite Save è grande azionista con oltre il 22%.

I decreti ministeriali hanno completamente stravolto le condizioni concessorie e, a parità di tariffe, ridotto i traffici delle grandi crociere nel bacino di San Marco da 1,5 milioni di passeggeri annui a 200mila. Con il risultato di andare a impattare non solo sulla continuità aziendale del gestore Vtp, ma anche su quei flussi turistici e su quell’intermodalità a cui punta il terzo aeroporto italiano. Marchi vuole dire la sua sul futuro del terminal veneziano come su altre questioni che riguardano il suo business.

D’Incà e i banker a Conegliano

Così per fare lobby nella Capitale, Save ha appena assunto come consulente anche il bellunese Federico D'Incà, ex ministro M5s.

Quello dell’ex politico grillino è solo l’ultimo nome noto arruolato dalla galassia Finint. A Conegliano, dove nel 1980 Marchi ha fondato la sua Finanziaria Internazionale con l’obiettivo di creare una forte banca del Nordest, sono arrivati fra gli altri, dal 2016, prima l’ex Generali Giovanni Perissinotto, poi l’ex Banco Popolare e Carige Fabio Innocenzi, l’ex dg di CariVenezia e numero uno di Italease Massimo Mazzega e l’ex ceo di Ifis Luciano Colombini.

L’ultima new entry è Franco Bernabè che guiderà la neonata Finint Infrastrutture sgr. In un’area dove le banche medie locali sono scomparse, Marchi ha vinto la sua scommessa partendo come pioniere dalle cartolarizzazioni. Oggi Finint è una holding di partecipazioni in crescita che opera nei servizi finanziari con il gruppo Banca Finint, nelle infrastrutture con Save e nel business process outsourcing con Finint Bpo. Tramite l’11,9% di Ferak ha quote in Assicurazioni Generali (l’1,38%).
 

La banca è leader nelle securitisation, nei mini e basket-bond e opera nel private banking, corporate finance, private equity, finanza strutturata, asset management e capital markets. Con Innocenzi nel ruolo di ceo gestisce circa 10 miliardi di euro di attivi, di cui circa 2,9 miliardi nel private banking, 3,5 miliardi nel gestito e 3,6 miliardi nel segmento npe con Revalue. Sfiora i 100 milioni di margine di intermediazione e all’orizzonte c’è la borsa.

La regia dell’operazione di sistema per il Nordest

Nel pre-Covid per gli aeroporti di Save passavano quasi 19 milioni di passeggeri, generando 240 milioni di ricavi. Da attore primario dell’area, ora Marchi si candida a regista del sistema Nordest, per portare il Triveneto a contare stabilmente sul palcoscenico nazionale. Come un vero potere forte. (riproduzione riservata)