Fiera Milano punta a un ebitda di 120 mln al 2025 con investimenti per 125 mln
Fiera Milano punta a un ebitda di 120 mln al 2025 con investimenti per 125 mln
La disponibilità finanziaria netta, stimata fra 75 e 85 mln (debito netto di 24 mln a fine 2020), consente di valutare operazioni di M&A e remunerazione degli azionisti. Il ceo Palermo: "rafforzeremo la dimensione internazionale del gruppo e arricchiremo il portafoglio delle manifestazioni dirette e ospitate". Stipulato con Cdp un contratto di finanziamento da 20 mln. Titolo sugli scudi in Borsa

di Francesca Gerosa 23/02/2021 09:40

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Ricavi per 290-310 milioni di euro, superiori rispetto ai 280 milioni di euro conseguiti nel 2019 e nonostante una minor superficie netta espositiva in Italia (-12% rispetto al 2019, a parità di calendario), un ebitda compreso fra 110 e 120 milioni rispetto ai 106 milioni del 2019 e una disponibilità finanziaria netta stimata fra 75 e 85 milioni di euro a fine piano (indebitamento netto di 24 milioni a fine 2020, dato preliminare), consentendo di valutare opportunità di operazioni di M&A e remunerazione degli azionisti a fronte di investimenti per 115-125 milioni di euro, di cui 90-100 milioni preventivati dalla Fondazione Fiera Milano volti a migliorare l'attrattività e la sicurezza dei quartieri fieristico e congressuale.

Sono i target principali del piano strategico 2021-2025 approvato oggi dal cda di Fiera Milano, riunitosi sotto la presidenza di Carlo Bonomi. Il piano, denominato CONN.E.C.T. 2025 (Connections, Exhibitions, Community, Transformation), ha lo scopo di portare la società da una fase ancora condizionata dall'evoluzione della pandemia a una di "nuova normalità", in cui la sostenibilità assume sempre più rilievo nelle scelte di business.

Quattro le linee strategiche su cui si fonda: una migliore valorizzazione dei servizi, al fine di coglierne il pieno potenziale; il rafforzamento del portafoglio delle manifestazioni direttamente organizzate, ampliandone il respiro internazionale e lanciando nuovi eventi in settori resilienti e legati a promettenti macro-trend; lo sfruttamento del potenziale del quartiere fieristico di Rho, per rafforzare i legami con gli organizzatori ed attrarre nuove manifestazioni ed eventi; il consolidamento della leadership del business congressuale, facendo leva su un centrocongressi fra i più moderni e ampi d'Europa.

"Il piano riafferma l'impegno di Fiera Milano al servizio del tessuto imprenditoriale del Paese e delle filiere industriali espressione del Made in Italy nel mondo. Siamo pronti ad affrontare le sfide e a cogliere le opportunità che si presenteranno nel prossimo futuro", ha sottolineato il presidente Bonomi, aggiungendo che il "gruppo si conferma una solida piattaforma di internazionalizzazione e di politica industriale". Il ruolo di Fiera Milano, ha spiegato, "resta quello di generare valore per le imprese, per l'occupazione e per il territorio. In questa fase di cambiamento abbiamo continuato a lavorare in stretta sinergia con tutti gli organizzatori che ci hanno confermato la determinazione di voler ripartire con maggior vigore. Fiera Milano è quindi pronta a sostenere l'intero settore che si conferma sempre più strategico per la competitività e l'internazionalizzazione delle imprese".

Con CONN.E.C.T. 2025, ha proseguito il ceo e direttore generale, Luca Palermo, "ci proponiamo come hub europeo in grado di offrire un network globale e un "one-stop-shop" focalizzato sui servizi a valore aggiunto che costituiscono un elemento indispensabile per organizzatori, espositori e visitatori. Passiamo da un modello di business che si basava principalmente sugli eventi fisici a un modello ibrido, nel quale i servizi fisici saranno affiancati ed arricchiti da innovativi servizi digitali che miglioreranno la customer experience", ha chiarito.

In particolare, ha continuato Palermo, "lavoreremo per rafforzare la dimensione internazionale del gruppo e per arricchire il portafoglio delle manifestazioni dirette e ospitate, facendo leva sull'attrattività di Milano e garantendo un alto livello di sicurezza e qualità dei nostri quartieri espositivi sempre più digitali e sostenibili, grazie anche al supporto degli investimenti di Fondazione Fiera Milano. Le nostre persone, unite alla trasformazione digitale in atto, saranno una componente fondamentale per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati migliorando l'efficienza dei processi, il time to market, l'efficacia del nostro approccio commerciale e la qualità del prodotto. Presteremo una grande attenzione agli aspetti legati alla sostenibilità con un focus particolare su cinque ambiti creando maggior valore per tutti i nostri Stakeholder. Fiera Milano guarda con fiducia alla ripartenza del settore".

Per Palermo gli investimenti previsti (115-125 milioni) sono "importanti", saranno "ben bilanciati tra le diverse necessità e i diversi abilitatori" del piano e "in parte saranno finanziati grazie a Fondazione Fiera Milano, ma una buona parte, quelli della trasformazione digitale, saranno finanziati dalla nostra capacità di generare cassa anche in questo periodo complesso", ha precisato il ceo durante la conference call di presentazione del piano, convinto che il futuro del business fieristico è ibrido, fatto di interazioni tra il mondo fisico e digitale: "il mondo fisico deve tornare, mentre il mondo digitale deve essere a supporto per una miglior esperienza".

Quindi, "ci aspettiamo che gli investimenti nel business fieristico possano essere leggermente inferiori: a parità di perimetro di attività possono esserci meno metri quadri nell'arco del piano. Ma sicuramente la nostra capacità di erogare servizi può più che compensare questo venir meno di investimenti, al netto sempre di tutto ciò che sapremo fare di innovazione in nuove filiere fieristiche", ha evidenziato.

Palermo ha poi assicurato che "abbiamo voluto mettere nel piano numeri certi, che fossimo in grado di misurare e di realizzare. Abbiamo individuato aree di potenziale crescita, di potenziale rischio e abbiamo saputo gestirle, ma tutto questo sempre al netto delle attività di tipo governativo che potrebbero arrivare a supporto e a sostegno della ripartenza del settore". Sui ristori è in corso "una fase di confronto attivo con il mondo politico" e a breve è attesa una "interlocuzione" con il nuovo esecutivo, ha annunciato Palermo.

E' stato esteso il temporary framework, cioè la capacità di coprire i costi fissi che era già stata estesa a dieci milioni di euro dal precedente governo, ma mancano i decreti attuativi. "Per prudenza non abbiamo inserito questo dato nei nostri numeri, non sapendo in che forma verranno erogati. Il modello non può che essere quello tedesco, nel quale si è andati oltre agli aiuti di Stato e in quel caso sono stati erogati 640 milioni di euro a copertura delle perdite del 2020", ha indicato Palermo.

I numeri del piano non includono neppure alcuno sconto sugli affitti, mentre, per quanto riguarda gli aiuti di Stato, sono inclusi solo 2 milioni di euro di impatto sull'ebitda. Tuttavia "il nostro auspicio è quello di un supporto a un settore che è fondamentale per la ripresa di tutto il Paese", ha precisato il cfo, Marco Pacini, prevedendo, per quanto riguarda la posizione finanziaria netta, che "nel 2021 ritorneremo sostanzialmente a un pareggio. Nel 2025 stimiamo una posizione finanziaria di circa 80 milioni, quindi più di 100 milioni di cassa generato tra il 2020 e il 2025". Cassa da usare per operazioni di M&A, il cui eventuale impatto positivo non è incluso nei numeri del piano, e per la distribuzione di dividendi.

La liquidità non manca e Fiera di Milano è pronta a operazioni di acquisizione purché siano significative. "Siamo aperti a valutare ciò che ha senso per l'azienda e per il gruppo. Stiamo guardando ai contenuti, i contenuti sono quelli che guidano le nostre scelte e su questo faremo delle valutazioni", ha spiegato Palermo, chiarendo che "è un momento in cui c'è molta possibilità all'ascolto sia a livello Paese sia a livello internazionale. Per quanto riguarda i Paesi è evidente che il mondo è importante e noi seguiremo il mondo rispetto a quelli che sono gli obiettivi e le priorità che le aziende italiane hanno nel volersi internazionalizzare. In base all'industria vi sono priorità diverse. Siamo aperti e stiamo già fattivamente lavorando". Dunque Fiera Milano ha la possibilità di fare delle operazioni di M&A. "Ci interessano quelle significative con dei target, per interessarci deve realizzare un certo risultato in un certo numero di anni. Non cerchiamo cose troppo piccole e abbiamo la disponibilità finanziaria per realizzarle", ha precisato il ceo.

Il cda di Fiera Milano ha anche esaminato i dati preconsuntivi consolidati dell'esercizio 2020, non ancora assoggettati a revisione legale. I risultati saranno approvati dal consiglio di amministrazione il prossimo 15 marzo. Ebbene i ricavi sono scesi a 74 milioni di euro rispetto ai 280 milioni del 2019, l'ebitda è calato a 10,4 milioni dai 106 del 2019, comunque all'interno del range di 8-12 milioni comunicato al mercato, il debito netto, ante effetti Ifrs 16, è risultato pari a 24 milioni rispetto a una disponibilità netta di 68 milioni al 31 dicembre 2019. L'indebitamento finanziario netto comprensivo della lease liability Ifrs 16 è ammontato a 477 milioni (405 nel 2019). Dati che confermano un andamento della gestione fortemente condizionato dalla pandemia Covid-19 che ha contratto fortemente le attività del settore fieristico e congressuale.

Per contrastare gli effetti di questa situazione, la società ha posto in essere importanti azioni di riduzione dei costi, relative, tra gli altri, alla gestione dei quartieri e al personale. In questo ambito, a dicembre, Fiera Milano e Fondazione Fiera Milano hanno concordato una temporanea riduzione dei canoni di locazione dei siti fieristici di Milano e Rho e del centro congressi MiCo per l'anno 2020. L'importo complessivo della riduzione pari a 14 milioni di euro è stato proporzionalmente allocato sui singoli contratti di locazione in essere tra Fondazione Fiera Milano, Fiera Milano e Fiera Milano Congressi.

Proprio l'estrema incertezza sull'evoluzione epidemiologica "rende complessa e soggetta a forte aleatorietà l'attività previsiva per l'anno in corso", ha avvertito il gruppo, predendo in cconsiderazione due scenari: quello di base assume la ripresa delle attività fieristiche e congressuali a partire da maggio e una capacità espositiva netta di circa 1 milione di metri quadrati. In tale contesto, la riprogrammazione della maggior parte degli eventi, inizialmente previsti nella prima parte dell'anno, farà sì che il calendario risulti concentrato nel periodo settembre-dicembre.

Qualora, invece, l'emergenza sanitaria non dovesse terminare nel breve periodo, compromettendo quindi la possibilità di confermare gli eventi programmati nei mesi di maggio e giugno, la ripresa delle attività avverrebbe a partire dal mese di settembre, con un impatto negativo in termini di ebitda e di indebitamento finanziario netto stimabile in circa 5 milioni a causa della perdita di circa 100mila metri quadrati. Entrambi gli scenari non includono, prudenzialmente, gli effetti di una nuova revisione dei contratti di locazione in essere con la Fondazione Fiera Milano e solo in misura marginale eventuali contributi governativi in regime di de minimis.

Da segnalare, infine, che sempre oggi Fiera Milano ha stipulato con Cassa Depositi e Prestiti un contratto di finanziamento da 20 milioni assistito dalla garanzia di Sace sul 90% dell'importo. Il prestito, che scadrà il 31 dicembre 2025 e prevede un periodo di preammortamento di 24 mesi, si aggiunge e completa l'operazione di rafforzamento finanziario che ha visto, la scorsa settimana, la sottoscrizione del finanziamento da 55 milioni di euro concesso da un pool di primari istituti bancari e anch'esso assistito dalla garanzia Sace. Le risorse a disposizione del gruppo possono poi contare sugli ulteriori 7 milioni di euro concessi recentemente da Simest nell'ambito delle disponibilità della sezione del Fondo 394/81 e che portano a 82 milioni l'ammontare complessivo dei nuovi finanziamenti ottenuti.

In Borsa, dopo la presentazione del piano al 2025, il titolo Fiera Milano sale del 2,11% a quota 2,91 euro. Per Banca Akros i dati preliminari 2020 sono in linea con le sue attese con una posizione finanziaria netta effettivamente migliore. Stesso discorso per il 2021. I termini più lunghi, i target al 2025 sono in realtà molto più alti delle stime di Banca Akros, ma bisogna comprendere il mix di stagionalità. "E' implicito che la chiave per una piena ripresa degli affari è che i viaggi internazionali riprendano completamente progressivamente. Tuttavia, gli elementi principali del piano sembrano indicare una chiara direzione verso una ripresa. Rating neutral e target price a 2,70 euro confermati sul titolo", ha concluso Banca Akros.

Lo stesso giudizio di Intesa Sanpaolo (rating hold e target price a 3 euro) che stamani ha sottolineato che l'epidemia di Covid-19 ha colpito fortemente il settore fieristico e la pandemia in corso getta incertezza anche nei prossimi trimestri. "La guidance 2021 è al di sotto delle nostre attuali stime", ha aggiunto, "ma apprezziamo lo sforzo del management nel breve termine di razionalizzare i costi nonostante un fatturato debole e di rivedere il modello di business, permettendo così eventualmente di tornare, nel periodo del piano, a risultati superiori al livello pre-crisi livello". (riproduzione riservata)