Fabio Panetta (Bankitalia): Bce sia attenta ai rischi sul pil, fondamentale agire sui tassi in modo tempestivo
Fabio Panetta (Bankitalia): Bce sia attenta ai rischi sul pil, fondamentale agire sui tassi in modo tempestivo
Il governatore della Banca d’Italia: la politica monetaria può diventare troppo restrittiva. Lo stop della Fed rafforzerebbe le ragioni di un taglio

di Francesco Ninfole  25/04/2024 21:00

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I rischi sul pil nell’Eurozona sono in aumento, al contrario di quelli sul rialzo dell’inflazione. Perciò secondo Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, per la Bce «è di importanza fondamentale agire in modo tempestivo» in modo da minimizzare il pericolo di una frenata economica eccessiva e di una discesa del carovita sotto il target del 2%.

Il messaggio di Panetta, ieri in una conferenza a Francoforte, è arrivato nello stesso giorno dell’invito del presidente francese Emmanuel Macron affinché la Bce non abbia soltanto un obiettivo sull’inflazione (come previsto ora dal mandato e come si vuole con forza in Germania), ma anche su crescita e clima (si veda box in pagina).

La posizione tedesca

La posizione tedesca è quella indicata anche ieri dal membro del comitato esecutivo Bce Isabel Schnabel, che invece non ha parlato di crescita e ha espresso timori sull’inflazione legati a servizi e salari.

La Bce è pronta a ridurre i tassi a giugno, ma la discussione è aperta per le manovre successive, a cominciare da quella di luglio. I banchieri centrali tedeschi spingono per un numero limitato di tagli.

Le parole di Panetta

Panetta ha evidenziato che l’inflazione è salita nell’Eurozona soprattutto a causa di shock dell’offerta per pandemia e guerra in Ucraina. Nel 2022 la priorità per la Bce era alzare i tassi per contrastare l’inflazione e mantenere ancorate le aspettative. «La situazione è cambiata in modo sostanziale nel tempo», ha sottolineato Panetta.

L’inflazione è scesa dal 10,6% a ottobre 2022 al 2,4% di marzo. Il dato core al netto di energia e cibo è in calo da luglio 2023. Gli ultimi dati su carovita e crescita hanno sorpreso al ribasso.

I salari per Panetta possono aumentare senza causare inflazione perché sono solo una componente dei costi totali e sono assorbiti in parte dai profitti delle imprese.

Inoltre la produttività dovrebbe aumentare: il processo potrebbe essere favorito da un aumento degli investimenti, se non ci saranno «esitazioni» sul taglio dei tassi.

Il pericolo di una stretta eccessiva

La Bce «dovrebbe considerare la possibilità che la politica monetaria diventi troppo restrittiva in futuro», ha detto Panetta. I rischi conseguenti sono quelli di «profonda recessione» e inflazione al di sotto dell’obiettivo: «Siamo ragionevolmente lontani dal primo scenario, ma non possiamo (ancora) escludere il secondo», ha rilevato il governatore di Bankitalia.

Un’inflazione sotto il 2%, ha osservato il banchiere centrale, potrebbe essere «molto costosa» perché poi la Bce avrebbe bisogno di un grande sforzo per risollevarla, come accaduto in passato.

Quanto al pil, secondo il Fmi, la crescita europea sarà di oltre tre volte inferiore a quella Usa quest’anno (0,8% contro 2,7%). Negli ultimi il pil americano è aumentato molto più di quello dell’area euro (che è ancora sotto il trend pre-pandemia).

La Bce deve agire in modo tempestivo

Perciò Panetta ha evidenziato che la Bce deve agire «in modo tempestivo». La politica monetaria, ha osservato, resterà restrittiva, cioè comprimerà la crescita, fino al 2025. Gli aumenti dei tassi e la riduzione del bilancio della Bce continueranno a pesare in modo significativo sull’economia, in particolare quest’anno.

Le prospettive globali sono deboli e le politiche fiscali dei governi europei diventeranno più attente ai conti pubblici. Inoltre Panetta ha sottolineato l’importanza del gradualismo nei tagli dei tassi, anche per ragioni di credibilità della banca centrale.

Lo stop della Fed probabilmente rafforzerebbe le ragioni del taglio

Il governatore di Bankitalia ha inoltre rilevato, in opposizione ad altri banchieri centrali, che uno stop della Fed sui tassi «probabilmente rafforzerebbe» le ragioni di un taglio nell’Eurozona.

Il declino della domanda globale e la stretta delle condizioni finanziarie avrebbero un effetto monetario restrittivo, in contrasto rispetto a quello espansivo dovuto all’indebolimento dell’euro. L’impatto netto, ha osservato Panetta, è stato «recessivo e disinflazionistico» in circostanze simili in passato. (riproduzione riservata)