A un anno dalla pubblicazione del testamento del Cavaliere, ancora non è certa l’esenzione del 4% sul patrimonio di 423 milioni ereditato dai 5 fratelli Berlusconi. Valore che riguarda le varie holding che controllano Fininvest a cui vanno poi sommati i 35 milioni di euro di investimenti immobiliari lasciati dal Cavaliere.
Anche se l’ultimo (su 15 totali) decreto attuativo «in materia di imposte sulle successioni e donazioni» della riforma fiscale approvato in via definitiva nell’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, il 7 agosto, va ad agevolare ulteriormente il passaggio generazionale delle imprese a carattere familiare, essenziali nella struttura produttiva tricolore. Nella pratica, l’articolo 1 solleva i beneficiari di trasferimenti di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni dal pagamento dall'imposta di successione e donazione «per favorire l’integrità dell’impresa familiare».
Ma tale esenzione è subordinata a due condizioni: i figli o i coniugi devono mantenere l’effettivo esercizio del controllo sulle decisioni aziendali e garantire una continuità operativa per almeno cinque anni.
Due novità in questa riformulazione. Da un lato, il beneficio «spetta sia nel caso in cui per effetto del trasferimento si è acquisito il controllo» della società, come è sempre stato, sia nel caso «in cui per effetto del trasferimento è integrato un controllo già esistente».
Dall’altro lato, il testo «non prevede più distinzioni tra società che svolgono o non svolgono attività di impresa, ma riguarda tutte le quote di controllo, siano esse di società di persone o di capitali». Gli obblighi che gli eredi dovranno adempiere nei primi cinque anni saranno leggermente diversi - nella forma non nella sostanza. Dovranno «proseguire l’esercizio dell’attività d’impresa se si tratta di una società che svolge appunto attività d’impresa»; mantenere «il controllo in caso di trasferimento di quote sociali e azioni di società di capitali» anche se relative a società non residenti in Italia ma di Paesi Ue o appartenenti allo spazio economico europeo o che garantiscono un adeguato scambio di informazioni; nonché detenere «la titolarità delle quote, in caso di quote di società di persone ereditate».Il decreto non fa dunque che definire «in modo più puntuale il perimetro e le condizioni dell’agevolazione in relazione alle diverse tipologie di trasferimenti considerati», si legge nella relazione tecnica.
La decisione spetta all’Agenzia delle Entrate
In realtà, la nuova norma fiscale entrerà in vigore solo il prossimo primo gennaio. Nel frattempo gli eredi dell’ex premier hanno potuto beneficiare dell’esenzione facendo riferimento ancora al vecchio Testo Unico sull’imposta di successione del 1990 e accettando la condizione di continuità per almeno cinque anni. Evitando così il pagamento dell’imposta di successione che si attesterebbe a circa 12 milioni.
L’Agenzia delle Entrate potrebbe però contestare l’esenzione basandosi su due sentenze, che sottendono la stessa ratio. Quella della Corte costituzionale del 23 giugno 2020, che ha messo in relazione il beneficio d’imposta alla salvaguardia dei livelli occupazionali dell’azienda ereditata. Laddove le holding si imperniano su movimenti finanziari e azionari non sul lavoro dei dipendenti. La Cassazione ha poi precisato, il 28 febbraio 2023, che l’esenzione non compete a chi riceve quote di partecipazione in società, che non svolgono attività di impresa, anche se lo fanno le sue partecipate. Entrambe le posizioni escluderebbero dallo scudo fiscale le quattro holding lasciate in eredità dall’ex premier ai figli, che controllano il 61,21% di Fininvest, cassaforte che a sua volta ha in pancia le quote di, tra le altre, Mediaset e Banca Mediolanum.
Le previsioni sulle imprese familiari inserite nella riforma fiscale, che porta la firma del vice-ministro dell’Economia, Maurizio Leo, consentirebbero di evitare contenzioni giuridici. Negli ultimi giorni si sono rincorse alcune ricostruzioni di stampa che danno la norma per stralciata ma si tratta in effetti di previsioni chiarificatrici delle regole vigenti. Per di più, a MF-Milano Finanza non risulta siano state operate modifiche all’esenzione. Non resta che attendere la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale e le mosse dell’Agenzia delle Entrate. (riproduzione riservata)