Dopo almeno due anni di rendimenti ridotti all'osso, quando non addirittura negativi, la crescita dell'inflazione e il connesso intervento delle banche centrali volto a ricondurla sotto controllo ha ridato fiato ai rendimenti obbligazionari.
Il ritorno dell'appetito degli investitori per le obbligazioni era già presente nell'ultima emissione del Btp Italia ed è stato confermato con forza in occasione del recente collocamento del bond Eni dedicato al retail, andato a ruba fin dal primo giorno. Per arrivare al secondo giorno di collocamento Eni ha dovuto raddoppiare da 1 a 2 miliardi di euro il controvalore in offerta, dopodiché si sono abbassate le serrande dei borsini sancendo il riparto tra chi aveva acquistato una quantità superiore al lotto minimo di 2.000 euro.
Chi non è riuscito ad assicurarsi l'emissione della compagnia petrolifera è ora a caccia di bond degni d'interesse e lo sguardo è quindi rivolto ai titoli di Stato. Per questi tuttavia, sebbene sia a grandi linee noto il calendario di tutte le emissioni 2023, non si conoscono la tipologia dei bond offerti nell'ambito delle varie aste né tantomeno l'importo complessivo delle offerte.
Per non parlare del rendimento: questo si potrà conoscere solo al termine di ogni asta, visto che si tratta di aste competitive in quanto il Tesoro mira a raggiungere il tasso più basso possibile indicato dagli specialist. In ogni caso si può osservare che il rendimento lordo non si discosterà molto da quelli offerti dai titoli di analoga scadenza che si trovano già scambiati sul mercato secondario.
Aspettative 2023. Data la vigorosa azione della Banca Centrale Europea in risposta all'inflazione, gli operatori per la seconda parte di quest'anno si attendono una discesa dei rendimenti dei bond a medio-lunga scadenza; un calo che si manifesta, visto che le cedole sono fisse, attraverso un aumento dei prezzi di Btp e affini già in circolazione. Buon per chi li ha, dato che il guadagno in conto-prezzo potrà arricchire quello in conto-cedole.
Per chi non li ha invece diventeranno molto cari da acquistare sul mercato secondario e, anche se potranno offrire cedole introvabili nell'ambito del panorama obbligazionario, l'aumento del prezzo ne ridurrà inesorabilmente il rendimento ai livelli di mercato. In questo momento il titolo di Stato che ha il rendimento di mercato più alto è il Btp con scadenza a 10 anni (cedola del 2,5%) che offre un tasso lordo annuo del 4,73% quotando 87,4, mentre allungando la scadenza scende (4,46% per la scadenza a 50 anni) anziché salire, così come scende fisiologicamente accorciando la scadenza (2,4% per quella a un anno e 1,76% su base annua per quella a sei mesi).
Scelte tattiche. In generale, a causa del debito pubblico molto elevato in rapporto al prodotto interno lordo, l'Italia non brilla in quanto a giudizi sul merito di credito: due rating su tre si trovano infatti sul penultimo gradino (noch) dell'area investment grade, al di sotto della quale la Repubblica Italiana entrerebbe nell'area speculative grade che caratterizza i bond ad alto rendimento (bond high yield o junk), eventualità che comporterebbe un balzo dei rendimenti richiesti dal mercato attraverso una brusca discesa delle quotazioni di tutti i titoli di Stato.
Un rating, quello di Moody's, si trova addirittura sull'ultimo gradino, aggravato dal fatto di essere accompagnato da un outlook negativo che potrebbe far presagire un downgrade nel corso di quest'anno o del 2024. Il prossimo 19 maggio Moody's effettuerà la prossima valutazione sull'Italia (un ulteriore giudizio è in calendario per il 17 novembre). Sarà un appuntamento da seguire con attenzione, poiché in caso di bocciatura innescherebbe un interessante scivolone delle quotazioni, di cui si potrebbe approfittare per un acquisto moderato. Al momento non creano invece particolare attesa i rating di Standard & Poor's e Fitch, entrambi accompagnati da outlook stabile.
Dato le scenario e considerando che la Banca Centrale Europea alzerà ancora sensibilmente i tassi nel primo semestre di quest'anno, la scelta obbligazionaria più opportuna potrebbe ricadere sui Bot a tre mesi: la prima asta utile si terrà venerdì 10 febbraio, salvo diverse indicazioni del ministero dell'Economia e delle Finanze, e i titoli verranno rimborsati alla pari tre mesi dopo senza pagare alcuna commissione, se non quella d'acquisto che al massimo può raggiungere lo 0,05%.
Il rendimento di oggi per la scadenza a tre mesi è pari allo 0,66% lordo su base annua, quindi lo 0,165% per il periodo di tre mesi. Quando saranno rimborsati si potrà scegliere se ripetere lo stesso investimento, consapevoli che il rendimento sarà più alto poiché nel frattempo la Bce avrà alzato i tassi d'interesse di un punto percentuale, oppure cogliere qualche altra opportunità che nel frattempo potrebbe spuntare sul mercato (magari a seguito proprio dell'eventuale scure di Moody's sull'Italia).
Il nuovo investimento potrebbe anche ricadere sui Bot a sei mesi, che al momento offrono un rendimento lordo dell'1,76% su base annua (0,88% di periodo) e che in estate potrebbero raggiungere il 2,76% su base annua. Il lato positivo dei Bot è che non espongono l'investitore ai rischi di deprezzamento dei Btp, offrendo comunque una protezione contro l'inflazione, sebbene molto parziale. (riproduzione riservata)