Conte, Macron e altri sette leader europei chiedono i coronabond
Conte, Macron e altri sette leader europei chiedono i coronabond
Lettera del premier al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, affinché vengano attivati tutti gli strumenti fiscali comuni per finanziare interventi per contenere il virus e le sue ricadute economiche

di Mauro Romano 25/03/2020 15:10

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Giuseppe Conte assieme ad altri otto leader europei ha scritto al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per sollecitare l'introduzione dei cosiddetti coronabond. Ma all'elenco delle firme mancano quelle di altri 18 capi di Stato e di governo dell'Unione europea, su tutti Angela Merkel, assieme ai colleghi degli Stati del Nord, come i Paesi Bassi. L'appello è stato raccolto e sottoscritto oltre che dal premier italiano dal francese Emmanuele Macron e dai leader di Spagna, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Belgio e Portogallo.

"Di fronte alla gravità della situazione, c'è la necessità di una ulteriore reazione per rafforzare le nostre economie oggi, al fine di metterle nelle migliori condizioni per una rapida ripartenza domani", si legge nel testo, "Serve quindi l'attivazione di tutti i comuni strumenti fiscali a sostegno degli sforzi nazionali e a garanzia della solidarietà finanziaria, specialmente nell`Eurozona", ma "allo stesso tempo dobbiamo lavorare su uno strumento di debito comune emesso da una istituzione dell`Ue per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati Membri, garantendo in questo modo il finanziamento stabile e a lungo termine delle politiche utili a contrastare i danni causati da questa pandemia".

I fondi raccolti "saranno destinati a finanziare, in tutti gli Stati membri, i necessari investimenti nei sistemi sanitari e le politiche temporanee volte a proteggere le nostre economie e il nostro modello sociale". Nell'appello si invita anche a "esplorare altri strumenti all`interno del bilancio Ue, come un fondo specifico per spese legate alla lotta al Coronavirus, almeno per gli anni 2020 e 2021, al di là di quelli già annunciati dalla Commissione". (riproduzione riservata)