Come ottenere un rendimento a doppia cifra dalle 30 azioni di Piazza Affari che generano  più cassa
Come ottenere un rendimento a doppia cifra dalle 30 azioni di Piazza Affari che generano più cassa
Le aziende italiane con elevata capacità di generare cassa e creare valore per gli investitori senza sacrificare nel contempo gli investimenti dominano diversi settori chiave. Ecco le galline dalle uova d’oro del listino milanese e quelle che trattano più a sconto  

di Francesca Gerosa 05/07/2024 20:00

Ftse Mib
34.733,52 23.50.13

-0,64%

Dax 30
19.421,91 23.50.13

-0,20%

Dow Jones
42.924,89 23.50.13

-0,02%

Nasdaq
18.573,13 23.50.13

+0,18%

Euro/Dollaro
1,0799 23.44.36

-0,06%

Spread
124,02 17.29.39

+0,69

Generano costantemente molta cassa. Sono le cosiddette cash cow di Piazza Affari, letteralmente mucche da mungere. Aziende che fanno parte di settori, come quelli di tecnologia, farmaceutica e dei beni di lusso, che mostrano una maggior capacità di generare flussi di cassa dopo aver coperto spese operative e sostenuto investimenti. Merito di alcuni fattori, spiega Luca Arena, head of italian equity research di Alantra: la domanda sostenuta dei prodotti e servizi offerti, un forte potere di pricing che deriva da vantaggi competitivi sostenibili. Ad esempio, le aziende tecnologiche spesso beneficiano di economie di scala e di modelli di business basati su abbonamenti che garantiscono flussi di cassa ricorrenti e prevedibili.

Più cassa, più competitività

Quelle del ramo software, indica Marcus Morris-Eyton, co-gestore del fondo AB European Growth di AllianceBernstein, oltre ad avere un basso fabbisogno di immobilizzazioni operative, possono beneficiare di acconti da parte dei loro clienti che così assicurano loro la necessaria liquidità. A queste il gestore aggiunge le imprese industriali impegnate nella distribuzione o nell’assemblamento di componenti, che non si occupano della manifattura. Altri settori, continua Giorgio Vintani, analista indipendente, sono quello delle utility, grazie a servizi essenziali e a pricing abbastanza stabili, e quello dei beni di consumo di prima necessità. Mentre energia e materiali di base hanno buone caratteristiche per generare cassa, ma sono fortemente influenzati dal prezzo delle materie prime. Senza dimenticare, precisa Gabriel Debach, market analyst di eToro, il settore del gioco e delle scommesse. Una volta stabilita l’infrastruttura, queste aziende hanno costi operativi bassi e beneficiano di una domanda costante. In più regolamentazioni favorevoli possono sostenere ulteriormente la capacità di generare flussi di cassa.

Perché il flusso di cassa è importante per valutare un’azienda

Per valutare quindi solidità ed efficienza operativa di un’azienda, nonché la capacità di generare valore per gli azionisti nel lungo termine, il free cash flow costituisce una metrica cruciale perché «a differenza dei profitti non può essere manipolato usando alchimie finanziarie», osserva Vintani. Chi produce molta cassa ha risorse per pagare dividendi ai soci, riacquistare azioni, fare investimenti in conto capitale (capex), ridurre il debito e acquisire altre società. Un esempio è Stellantis, che si posiziona come la prima azienda italiana per free cash flow negli ultimi 12 mesi. Ha utilizzato, ricorda Debach, la sua liquidità per accelerare gli investimenti, specialmente nelle jv per le batterie. Al contempo ha remunerato gli azionisti con dividendi e buyback. Una tendenza, quest’ultima, molto evidente a Piazza Affari. Come per Eni che ha incrementato il programma di buyback per il 2024 del 45% a 1,6 miliardi di euro con l’impegno di condividere fino al 60% del flusso di cassa aggiuntivo con gli investitori tramite il riacquisto di azioni. Unicredit, prosegue Debach, è andata oltre, impegnandosi a distribuire un importo pari o superiore al 90% dell’utile attraverso una combinazione di dividendi e buyback.

Investimenti in crescita a doppia cifra

Con una certa volatilità e incertezze economiche nel breve, alla luce di un rallentamento della domanda, evidenziato dalla diminuzione del fatturato medio nel 2024 rispetto al 2023 (-6%), osserva Arena, le aziende del Ftse Mib impiegano la cassa aumentando in modo significativo gli investimenti (+20%) e generando un incremento dell’ebitda (+7%) quest’anno rispetto all’esercizio precedente. Anche le società dello Star continuano a offrire un andamento positivo del fatturato nel 2024 (+7%) grazie al posizionamento su prodotti, servizi e mercati più ricettivi. In questo caso gli investimenti sono visti in aumento del 15% anno su anno e con l’ebitda che cresce in maniera molto più che proporzionale (+17%) alla crescita del fatturato.

Le galline dalle uova d’oro di Piazza Affari

Stando al consenso FactSet, «nel 2024 per le società dello Star è prevista una diminuzione della generazione di free cash flow, mentre per il 2025, anche grazie agli investimenti in aumento quest’anno, rivolti all’incremento di capacità e razionalizzazione dell’attuale, la generazione di free cash flow è prevista in forte crescita: +53% sul 2024. Per quanto riguarda le società del Ftse Mib, ci aspettiamo un incremento del free cash flow del 5% e un balzo del 10% nel 2025», prevede Arena, indicando tra le società del Ftse Mib con la più elevata capacità di generare free cash flow e con i più alti yield nel periodo 2024-2026 Eni, Nexi, Saipem, Pirelli e Iveco che con un rendimento medio dell’11% presentano solidi fondamentali e crescita della profittabilità (cagr dell’ebitda 2023-2026 del 6%) a fronte di una moderata progressione del fatturato (cagr 2023-2026 del 2%).

Cinque aziende che trattano a uno sconto medio del 16% sull’ev/ebitda rispetto alla media degli ultimi cinque anni. «Nel segmento Star, realtà come Aquafil, Emak, Cementir, Tinexta e B&C Speakers si distinguono per un rendimento del flusso di cassa attraente con una media del 13% nel 2024-2026 e multipli valutativi favorevoli: mostrano uno sconto del 22% sull’ev/ebitda», evidenzia Arena. «Anche in questo caso i fondamentali sono solidi: le cinque società presentano in media una crescita a doppia cifra della profittabilità (cagr dell’ebitda 2023-2026 del 10%) a fronte di una crescita mid-single digit del fatturato (cagr del 6%)».

Nel settore assicurativo, Debach vede positivamente Generali che si aspetta un incremento dei margini delle nuove attività già dal prossimo trimestre e ha dimostrato una solida capacità di generare cassa. «Potrebbe continuare a farlo grazie a una gestione efficace. Resto poi positivo», conclude l’esperto di eToro, «sull’evoluzione del comparto della difesa alla luce dei decisi aumenti nelle spese nazionali nel settore, in un contesto di rischi geopolitici sempre più incerti e in vista delle elezioni presidenziali negli Usa». In quest’ottica, Vintani punta su Leonardo che ha una posizione di leadership in Italia e in Europa ed è al centro dell’attenzione dei governi Nato per la richiesta di aumentare la spesa per la difesa al 2% del pil e oltre. Ha, quindi, ottime prospettive di crescita. (riproduzione riservata)