Carige, dal Fitd un primo passo concreto per il salvataggio
Carige, dal Fitd un primo passo concreto per il salvataggio
L'assemblea dello Schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi ha dato il via libera alla conversione del bond subordinato da 313 mln di euro. First-Cisl: operazione giusta, ma non sufficiente. Nel pomeriggio si riuniranno il Consiglio di gestione dello Schema Volontario e il Comitato di gestione del Fitd (braccio obbligatorio) per mettere a punto l'intervento a garanzia dell'aumento di capitale da 900 mln

di Francesca Gerosa 23/07/2019 13:45

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Dal Fitd un primo passo concreto per il salvataggio di Banca Carige. L'assemblea dello Schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi ha, infatti, dato il via libera alla conversione del bond subordinato della banca da 313 milioni di euro. Nel pomeriggio si riuniranno il Consiglio di gestione dello Schema Volontario e il Comitato di gestione del Fitd (braccio obbligatorio) per mettere a punto l'intervento a garanzia dell'aumento di capitale dell'istituto ligure da 900 milioni di euro.

Di questi, 700 milioni saranno con un aumento di capitale, con i soci attuali che sottoscriveranno 150 milioni circa, come ha spiegato il direttore generale del Fitd, Giuseppe Boccuzzi, a margine dell'assemblea. Il Fitd obbligatorio coprirà l'eventuale inoptato e parte dell'aumento. Il resto verrà coperto dalla conversione del bond e da circa 70 milioni pagati da Cassa centrale banca che sarà a regime il partner industriale, ma che inizialmente avrà il 10%. Altri 200 milioni verranno dall'emissione di un bond convertibile coperto da Mediocredito centrale e dal Credito sportivo. La conversione del bond in azioni Carige, che scatterà una volta approvato formalmente il piano, avverrà alla pari, ha precisato Boccuzzi.

Un rafforzamento patrimoniale che, dunque, poggia in parte sulle forze del Fondo Interbancario, coinvolge anche Cassa centrale banca e Credito sportivo, Mediocredito centrale. Il salvataggio di Carige prevede anche una pulizia dell'attivo. E per il portafoglio di maggiori dimensioni ci sarebbe già un'offerta di Sga e Credito fondiario che oggi dovrebbe a sua volta riunire il board così come il Credito sportivo. L'operazione sarà esaminata da Cassa centrale in un cda convocato per domani in cui i vertici auspicano di vincere le resistenze di alcune Bcc aderenti alla capogruppo.

"La decisione del Fitd è un passo nella direzione giusta", ha commentato a caldo Riccardo Colombani, segretario generale di First Cisl, "ma l'operazione di sistema che si va profilando su Carige, sebbene necessaria, non è ancora sufficiente a garantire l'occupazione e il radicamento della banca sul territorio", ha contestato. "Se il piano di salvataggio, nel cui disegno deve essere coinvolta la famiglia Malacalza, non andasse in porto", ha osservato il numero uno dei bancari della Cisl, "si aprirebbe la strada alla liquidazione coatta amministrativa, che comporterebbe costi a carico del sistema bancario stimabili in dieci miliardi di euro".

Un esito di questo tipo "si rivelerebbe drammatico anche per le famiglie e le imprese beneficiarie di prestiti". Inoltre vi sarebbe il rischio di un allargamento della crisi ad altre banche locali. Va poi detto che le possibili alternative, sia la nazionalizzazione, soggetta ad autorizzazione in sede europea, sia la risoluzione, "per le conseguenze negative già sperimentate, risultano entrambe di problematica attuazione", ha aggiunto.

Lo schema che si delinea, ha ribadito Colombani, "dimostra che avevamo ragione nel proporre di utilizzare da subito le risorse giacenti nel Foc, il Fondo per l'occupazione, per affiancarci ad altri impact investors". Non si tratta, ha puntualizzato il segretario generale di First Cisl, di trasformare in capitale di rischio le risorse accantonate dai lavoratori, ma di rafforzare la tutela dell'occupazione attraverso la partecipazione diretta alla governance della banca.

Un'esigenza che i rumors che si susseguono su nuovi esuberi rende ancor più pressante. Finora il Foc è servito a finanziare le insufficienti assunzioni fatte dalle banche con contributi a fondo perduto. "E' qui che risiede il vero rischio, non nell'idea di promuovere la partecipazione attraverso un investimento che nel prossimo futuro potrebbe rivelarsi addirittura remunerativo", ha concluso Colombani. 

Proprio per sistemare tutti i tasselli del piano di salvataggio il Fitd potrebbe chiedere alla Bce una proroga di 7-10 giorni rispetto alla scadenza di giovedì 25 luglio. Rimane l'incognita di Malacalza Investimenti, l'azionista genovese che controlla il 27,5% della banca: bisogna vedere se quello fino a qui prospettato sia, o meno, un piano che intende accogliere. (riproduzine riservata)