Btp, gli investitori esteri riducono ancora l’esposizione ai titoli di Stato italiani
Btp, gli investitori esteri riducono ancora l’esposizione ai titoli di Stato italiani
A settembre nuovo deflusso di 13,2 miliardi. Il calo di 122,8 miliardi in 14 mesi è dovuto alla normalizzazione Bce, alla minore offerta di titoli e all’incertezza politica  

di di Francesco Ninfole 22/11/2022 22:00

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Gli investitori esteri hanno ridotto l’esposizione ai titoli italiani di altri 13,2 miliardi a settembre. Il calo è stato di 122,8 miliardi nei 14 mesi da agosto 2021. In questo periodo c’è stata una flessione in ogni mese con l’unica eccezione di marzo 2022, secondo i dati della Banca d’Italia. Il deflusso degli esteri dai bond sovrani italiani è legato alla normalizzazione monetaria della Bce, alla minore offerta di titoli sul mercato e all’incertezza politica in Italia in vista delle elezioni del 25 settembre.

A settembre però ha pesato in misura rilevante l’offerta netta di titoli: nel mese il Tesoro ha rimborsato titoli (al netto delle nuove emissioni) per circa 25 miliardi. Quando un titolo scade, il rimborso a un investitore estero viene conteggiato come disinvestimento se non viene rinnovato.

Chi detiene il debito italiano

A settembre lo spread Btp-Bund è salito da 232 a 242 punti base. Ieri il valore ha chiuso a 193. Si vedrà solo nei prossimi mesi se la discesa dello spread è legata anche a un parziale ritorno degli operatori esteri. Ad agosto i residenti non italiani avevano debito del Paese per 756 miliardi (27% del totale), di cui titoli per 650 miliardi. Prima della crisi del debito sovrano del 2011 la quota era attorno al 40%. Il calo degli investitori esteri è stato accompagnato da una crescita della percentuale di debito italiano detenuta dalla Banca d’Italia per conto dell’Eurosistema, arrivata a 717 miliardi, il 26% del totale. Le banche nazionali hanno il 25% a quota 691 miliardi, di cui titoli per 420 miliardi.

Come cambierà lo scenario sui titoli di Stato

Le emissioni nette di titoli di Stato (al netto anche degli acquisti dell’Eurosistema) saranno di nuovo positive nel 2023, per circa 42 miliardi, secondo una recente stima Upb. L’anno prossimo la Bce dovrebbe iniziare il quantitative tightening (Qt): ciò vuol dire che non rinnoverà tutti i titoli di Stato scaduti del programma App. Il presidente della Bundesbank Joachim Nagel ha ribadito ieri che il Qt dovrebbe iniziare all’inizio del 2023. Anche un’altra misura Bce, ovvero lo stop ai rifinanziamenti Tltro, potrebbe avere un effetto indiretto sui detentori del debito pubblico, riducendo la quota delle banche. Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli ha detto nei giorni scorsi che gli istituti potrebbero ridurre l’esposizione. Il governo italiano avrà così margini stretti per definire misure a sostegno di famiglie e imprese alle prese con la crisi energetica senza perdere la fiducia dei mercati. (riproduzione riservata)