Brent in deciso rialzo con la pillola avvelenata dell'Opec. T. Rowe Price resta ribassista nel lungo termine
Brent in deciso rialzo con la pillola avvelenata dell'Opec. T. Rowe Price resta ribassista nel lungo termine
Il prezzo del greggio risale all'indomani della riunione nella quale i membri del Cartello hanno concordato di attenersi alla politica esistente di aumenti mensili della produzione di greggio di 400mila barili al giorno a dispetto della variante Omicron del coronavirus. Ma ha lasciato la porta aperta per intervenire a moderare i rialzi. Per Oanda il Brent farà fatica a riconquistare quota 75 dollari al barile e il Wti 70 dollari. T. Rowe Price vede sacche di opportunità nei prodotti chimici speciali e nel cartone

di Francesca Gerosa 03/12/2021 13:35

Ftse Mib
34.249,77 23.51.16

+0,91%

Dax 30
18.161,01 23.51.16

+1,36%

Dow Jones
38.239,66 5.57.26

+0,40%

Nasdaq
15.927,90 23.51.16

+2,03%

Euro/Dollaro
1,0694 23.00.32

+0,06%

Spread
134,82 17.29.29

-4,45

Il prezzo del petrolio risale all'indomani della riunione Opec+ nella quale i membri hanno concordato di attenersi alla politica esistente di aumenti mensili della produzione di greggio di 400mila barili al giorno da gennaio nonostante le preoccupazioni sull'effetto della nuova variante del coronavirus, Omicron. Al momento il Wti si apprezza del 2,86% a 68,40 dollari al barile e il Brent del 2,8% a 71,66 dollari al barile (è sceso del 20% dai massimi triennali di ottobre a 86 dollari al barile).

L'anno scorso l'Opec+ ha tagliato la produzione del 10% di fronte alla recessione globale, mentre quest'anno, con la ripresa della domanda, ha annullato oltre il 60% di quei tagli. Comunque, ieri il Cartello ha lasciato la porta aperta per intervenire a moderare i rialzi qualora le condizioni fondamentali si deteriorassero. "In sostanza, l'Opec+ ha detto che farà il necessario per mantenere un equilibrio tra domanda e offerta, una posizione che ha fermato le perdite degli ultimi sette giorni, fornendo supporto ai prezzi del petrolio", ha commentato Ricardo Evangelista, analista Senior di ActivTrades.

La prossima riunione è stata fissata per il 4 gennaio 2022. L'Opec si attende un surplus di produzione nel primo trimestre del prossimo anno, poi dovrebbe tornare a essere più bilanciata negli altri tre trimestri. Equita Sim ritiene che la conferma della politica Opec+ sia favorevole ai prezzi del greggio, anche se nei prossimi mesi il surplus di produzione e la variante Omicron potrebbero pesare sul momentum del Brent. "La nostra ipotesi corrente sul prezzo del Brent per le stime degli utili 2021-2023 è a 70 dollari al barile. I nostri titoli favoriti nel settore sono Eni e Galp fra le integrate e Tenaris nel segmento dei servizi", ha detto la sim.

A detta di Jeffrey Halley, analista di Oanda, "l'Opec ha lasciato sul tavolo un'enorme pillola di veleno, mantenendo il diritto di convocare una riunione immediata e di cambiare idea se la variante Omicron continuerà a far scendere i prezzi del greggio. Questo ha reso pericoloso essere short a questi livelli e l'effetto è stato quello di risollevare i prezzi". A meno che non si verifichi una grande escalation di Omicron, "mi metterò in gioco e dirò che i minimi di questa settimana per Brent e Wti rappresentano probabilmente i minimi per il medio termine. Gli indici di forza relativa, RSI, sono ancora in ipervenduto, il che significa che entrambi i contratti rimangono vulnerabili a un ulteriore short-squeeze", ha precisato Halley, secondo cui è improbabile che il mercato voglia testare il coraggio dell'Opec+ in questa fase. "Il Cartello ha dimostrato di essere relativamente immune alle pressioni del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, tra gli altri. Detto questo, le preoccupazioni sui virus continuano a persistere, il che significa che il Brent lotterà per riconquistare quota 75 dollari al barile e il Wti quota 70 dollari al barile nel breve termine", ha avvertito Halley.

Shinwoo Kim, Portfolio Manager, Global Natural Resources Equity Strategy di T. Rowe Price, sebbene veda il rischio potenziale di un ulteriore rialzo delle quotazioni del petrolio nel prossimo trimestre o due, è sempre convinto che il mercato delle materie prime resterà ribassista nel lungo periodo. "Non è la prima volta che questo succede: i prezzi del greggio e di altre materie prime tendono a superare i limiti al ribasso per disincentivare la produzione quando c'è uno shock negativo della domanda e poi rimbalzano, temporaneamente, a livelli artificialmente alti quando la domanda si riprende, in modo da stimolare una risposta dell'offerta e riequilibrare il mercato", ha spiegato Kim, aggiungendo che "anche durante una ripresa economica globale, è improbabile che i prezzi del petrolio più alti si dimostrino sostenibili e, a nostro avviso, a un certo punto del prossimo anno dovrebbero iniziare a scendere verso i livelli medi del ciclo".

Dunque, Kim non crede che i fondamentali supportino un mercato rialzista prolungato del petrolio, ma ritiene che i prezzi del greggio abbiano il potenziale per rimanere elevati nel breve termine. "Anche se il Wti è salito a livelli che dovrebbero essere sufficienti a generare la risposta dell'offerta necessaria per bilanciare il mercato, ci vuole ancora tempo per i produttori di energia per aumentare l'attività e la produzione, a causa della pandemia da coronavirus e delle difficoltà nel mobilitare le persone e i macchinari dopo aver subito due crolli dei prezzi del petrolio negli ultimi cinque anni", ha continuato il Portfolio Manager, Global Natural Resources Equity Strategy di T. Rowe Price.

Allo stesso tempo, l'aumento dei prezzi nei mercati internazionali del gas minaccia di aumentare la domanda di petrolio greggio come materia prima alternativa nella generazione di elettricità e nelle applicazioni industriali. Quando la domanda di riscaldamento diminuirà in primavera e alcuni dei fattori temporanei che hanno irrigidito il mercato del gas naturale cominceranno a diminuire, i livelli delle scorte si ricostituiranno e i prezzi si normalizzeranno, riducendo l'attrattiva del petrolio greggio come combustibile sostitutivo.

Quanto alla recente ripresa del numero di impianti di perforazione statunitensi "è partita da una base più bassa. Tuttavia, crediamo che il mercato non apprezzi completamente i passi da gigante che l'industria ha fatto nel produrre più petrolio e gas con meno impianti negli ultimi tre anni. Il numero di impianti di perforazione diretti negli Stati Uniti ha già recuperato livelli che, alla fine, dovrebbero generare almeno l'output incrementale necessario per riempire il vuoto creato dalla crescita tipica della domanda e dal tasso di declino di base della produzione dai pozzi esistenti", ha osservato Kim che vede sacche di opportunità potenziale.

"La combinazione di quelle che consideriamo valutazioni elevate e dei prezzi delle materie prime nel contesto di un mercato ribassista di lungo termine crea, a nostro avviso, una configurazione rischio/rendimento sfavorevole per molti dei segmenti a beta più elevato nell'universo delle risorse naturali. Di conseguenza, rimaniamo selettivi nei nostri investimenti nel settore energetico e minerario. Miriamo a mantenere un livello filosoficamente appropriato di esposizione corretta per il rischio a questi settori sensibili alle materie prime attraverso un processo di valutazione disciplinato e un'attenzione su quelli che consideriamo i nomi di più alta qualità", ha consigliato l'esperto che apprezza i prodotti chimici speciali "in quanto riteniamo che il settore dovrebbe beneficiare a lungo termine del calo dei prezzi delle materie prime". 

"Favoriamo anche gli investimenti in settori in cui una curva dei costi di incentivazione in aumento può far salire i prezzi delle materie prime, migliorando potenzialmente i margini di profitto dei produttori. Per esempio, nei prossimi tre-cinque anni, prevediamo che la crescita della domanda legata allo shopping online e la crescente sostituzione degli imballaggi di plastica in favore della carta saranno un propulsore per i produttori di cartone", ha suggerito ancora.

In contrasto con il settore energetico, "riconosciamo il fatto che il costo dell’aggiunta di capacità incrementale possa aumentare nei prossimi anni, in parte perché il numero di impianti di carta esistenti che potrebbero essere convertiti a basso costo alla produzione di cartone è diminuito. Questo scenario di aumento della domanda e, criticamente, di aumento delle curve di costo sul lato dell'offerta", ha concluso Kim, "dovrebbe sostenere prezzi più alti del cartone per container e, a nostro avviso, margini di profitto potenzialmente più alti per i principali operatori del settore". (riproduzione riservata)