Bond, sei obbligazioni a partire da 1.000 euro che rendono anche più del 5% per un portafoglio da secondo semestre
Bond, sei obbligazioni a partire da 1.000 euro che rendono anche più del 5% per un portafoglio da secondo semestre
L’ipotesi di discesa dei tassi più graduale delle stime precedenti riporta alta l’attenzione sull’obbligazionario, con focus su scadenze medie. Una selezione di emissioni a partire da 1.000 euro di AcomeA e un portafoglio modello di Symphonia sgr

di di Marco Capponi 05/07/2024 19:30

Ftse Mib
34.733,52 23.50.13

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Dax 30
19.421,91 23.50.13

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Dow Jones
42.924,89 23.50.13

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Nasdaq
18.573,13 23.50.13

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Euro/Dollaro
1,0799 23.44.36

-0,06%

Spread
124,02 17.29.39

+0,69

Tassi più alti, più a lungo. Nei corridoi delle case d’investimento questa formula sta diventando un mantra che, soprattutto se la Fed dovesse continuare a temporeggiare sul fronte dell’allentamento della politica monetaria, potrebbe aprire una finestra interessante sui bond. O per meglio dire, potrebbe non chiudere una finestra già aperta, visto che ormai da due anni gli investitori si trovano a vivere in un mondo d’alti rendimenti.


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Obiettivo rendimento

A dettare la linea è stata la global market strategist di Jp Morgan Asset Management, Maria Paola Toschi, nel corso della presentazione dell’outlook per il secondo semestre della casa di gestione americana. «Oltre al taglio dei tassi», ha spiegato, «è opportuno individuare le opportunità in termini di rendimento, secondo una logica di diversificazione: possedere già oggi i bond per avere un rendimento, rinunciando magari alla remunerazione del capitale, farà sì che poi, quando questa remunerazione arriverà, non bisognerà inseguirla». Tradotto: cedole più solide oggi permettono di smarcarsi dalla dipendenza da plusvalenze, se queste non dovessero arrivare subito.

«È un momento ottimo per la costruzione di un portafoglio obbligazionario», le fa eco Alessandro Vitaloni, responsabile del reddito fisso di Shymponia sgr (gruppo Banca Investis). Da una parte le politiche monetarie espansive di fatto non si sono ancora concretizzate. «Tutto è stato spostato di un semestre». Dall’altra «lo scenario di crescita è positivo sia negli Usa sia in Europa». Non va dimenticato che «le obbligazioni hanno attualmente valutazioni molto interessanti, sia sul governativo sia sull’investment grade e soprattutto sull’asset class dei subordinati».

Bloccare il rendimento

Insomma, anche per Vitaloni lo scenario che si sta delineando è quello di «tassi più elevati più a lungo».

Come si concretizza questo assunto nelle scelte di portafoglio? «Si può costruire un portafoglio con duration fino a cinque anni, bloccando oggi rendimenti che probabilmente non si vedranno per i prossimi anni», evidenzia il responsabile dell’obbligazionario. In questo modo ci si metterebbe in condizione «di non dover reinvestire tra due anni con rendimenti meno interessanti di oggi». Perché le scadenze medie («sui tre-cinque anni») e non lunghe? «Fattori di volatilità come il voto francese e poi quello americano», sottolinea Vitaloni, «potrebbero delineare scenari di politica monetaria e soprattutto fiscale non attesi, con impatti sulle parti lunghe delle curve, che attualmente sono ancora invertite». Insomma, con le scadenze medie si possono bloccare «rendimenti alti con minore volatilità».

Sei bond da tenere d’occhio

Per quanto riguarda un investitore retail, la tabella in basso propone un basket elaborato da Daniele Bivona, portfolio manager dei fondi AcomeA Breve Termine e AcomeA Performance. Si parte da titoli con 1.000 euro di taglio minimo, come un bond di Alerion Clean Power al 2027 con rendimento a scadenza lordo (dati Skipper Informatica) del 4,27%, oppure un bond Maire al 2028 con rendimento a scadenza al 5,16%. «L’azienda è attiva nella transizione energetica, con un backlog ordini stabilmente crescente, buona generazione di cassa e leva finanziaria sostenibile e contenuta». Il gestore propone anche un Cct (Certificato di Credito del Tesoro) al 2026 con rendimento a scadenza del 3,97%: «In questa fase riteniamo che i Cct offrano maggiore valore rispetto ai Btp di pari scadenza». Considerando inoltre che «il ciclo dei tassi della Bce dovrebbe essere più lento di quanto prezzato dal mercato, preferiamo esporci sulla parte a breve della curva, che offre un rendimento vicino al 4%».

Dall’Egitto alla Colombia

Non mancano all’appello bond più sofisticati. Bivona propone ad esempio un governativo egiziano in euro al 2031 (rendimento lordo al 10,4%). Pur sottolineando i rischi di emissioni di questo tipo, il money manager apprezza «il miglioramento dei conti fiscali e delle partite correnti del Paese, che riduce la possibilità di un evento creditizio nel breve termine». Bivona apprezza anche un bond colombiano al 2026, sempre in euro, con rendimento lordo al 4,55%. «Il mercato prezza un declassamento di rating di circa tre notch, ma a nostro avviso ciò non è consistente con i fondamentali del Paese, che resta vicino alla soglia investment grade». A seguire c’è un titolo denominato in lira turca, emesso dalla Asian Infrastructure Investment Bank (Aiib) con scadenza 2025 e rendimento lordo a scadenza del 36,4%. «Il principale rischio è il deprezzamento della lira, che potrebbe annullare i benefici della cedola: tuttavia, riteniamo improbabile un deprezzamento di oltre il 50% nei prossimi mesi, rendendo il rapporto rischio-rendimento interessante». Infine Bivona suggerisce di guardare con attenzione agli emittenti bancari. Due molto attivi sul mercato obbligazionario e ritenuti tra i migliori per qualità degli attivi sono Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Al contempo, molte altre società si stanno affacciando sul mercato obbligazionario, anche per il retail. Tra le ultime ci sono Tamburi Investment Partners (Tip) e Kme Group, che ha da poco emesso un bond al 2029 con tasso fisso nominale annuo loro al 5,75%.

Un portafoglio tipo

Vitaloni di Symphonia oggi sta puntando soprattutto sugli ibridi finanziari At1 e Lower-Tier 2, in ragione di bilanci bancari solidi e rendimenti importanti. «Dopo la crisi di Credit Suisse gi At1 sono tornati una forma di finanziamento credibile per le banche, e i rendimenti arrivano anche al 7-8%». Al contempo, nel mondo dei subordinati c’è interesse per gli ibridi industriali, «che offrono rendimenti tra il 5% e il 5,5% in settori non troppo ciclici come tlc e utility, con emittenti quasi tutti investment grade e prospettive di richiamo praticamente certe». E i governativi? «È opportuno muoversi in un’ottica di graduale discesa dei tassi in cui dovrebbero essere premiati i titoli periferici». Le elezioni francesi sono cruciali: «Se non succede nulla di particolarmente estremo, Italia e Francia rappresentano una buona opportunità di diversificazione strategica senza dover allungare troppo le scadenze». Nonostante tutto, il money manager preferisce la parte americana. «A livello strategico compriamo titoli Usa anche in portafogli in euro con copertura, perché l’America è in ritardo sui tagli e finora se ne scontano troppo pochi». Anche negli Usa le scadenze preferite sono quelle fino a tre-cinque anni.


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