Bond, ecco una selezione di obbligazioni con taglio minimo da 1.000 che rendono oltre il 4%
Bond, ecco una selezione di obbligazioni con taglio minimo da 1.000 che rendono oltre il 4%
Il maxi-rialzo dei tassi ha portato i rendimenti delle emissioni societarie sui valori massimi degli ultimi 10 anni. Ecco una selezione di titoli a portata dei piccoli risparmiatori, con buona liquidità e taglio minimo accessibile. L’alternativa degli Etf 

di di Fausto Tenini 17/03/2023 02:00

Ftse Mib
29.919,86 13.30.44

+0,02%

Dax 30
16.451,85 13.30.44

+0,29%

Dow Jones
36.204,44 13.00.31

-0,11%

Nasdaq
14.185,49 7.25.11

-0,84%

Euro/Dollaro
1,0820 13.15.42

+0,06%

Spread
174,78 13.45.47

-1,22

Anche i piccoli risparmiatori possono approfittare del nuovo ambiente di investimento obbligazionario, radicalmente mutato rispetto ad un anno fa. La corsa delle banche centrali mondiali ad alzare i tassi di interesse in modo vertiginoso, nel tentativo di calmierare il carovita fuori controllo, ha travolto i prezzi delle obbligazioni a tasso fisso già quotate, ma al tempo stesso ha aperto opportunità di guadagni non da poco per chi entra oggi nel mercato del reddito fisso. Questa considerazione è vera sia per i bond governativi che per quelli corporate, emessi da aziende e quindi solitamente in grado di offrire qualcosa in più in termini di rendimento per via del maggior rischio di credito percepito dal mercato.

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Bond facilmente raggiungibili dall’investitore

E, guardando alla tabella, non serve nemmeno vincolarsi per molti anni o assumersi il rischio di cambio o esasperare quello di credito (puntando sui bond high yield, a rating molto basso) per spuntare performance a scadenza allettanti. La selezione si è focalizzata esclusivamente sulle obbligazioni facilmente raggiungibili dal piccolo investitore italiano, disposto ad impiegare anche solo un migliaio di euro, o multipli.

In realtà, l’offerta di strumenti obbligazionari – dove le banche, anche di piccole e medie dimensioni, svolgono ancora un ruolo chiave come emittenti - è ben più fitta, ma un problema è rappresentato dalla liquidità ovvero dalla negoziabilità dei bond stessi. Un numero molto elevato di emissioni obbligazionarie societarie presenta, infatti, un book che lascia, a dir poco, a desiderare. La forchetta denaro-lettera può essere ampia anche alcuni punti percentuali, il che va ad incidere enormemente sul rendimento finale dell’operazione; ma in alcuni casi sono esposti solo prezzi che permettono di vendere l’obbligazione, per certe quantità, e non di acquistarla ex-novo. E questa criticità è una delle motivazioni che stanno dietro la crescita delle masse investite in Etf obbligazionari corporate che, a differenza dei singoli sottostanti che compongono l’indice, possono vantare un bid-ask mediamente molto contenuto e sono in grado di assorbire controvalori ingenti, grazie all’azione dei market maker necessariamente presenti su ogni strumento indicizzati.

Bond che rendono oltre il 4% annuo

Sia puntando su emittenti italiani che stranieri, attraverso obbligazioni per lo più senior quotate su listini facilmente raggiungibili da chiunque, è facile incassare oltre il 4% annuo. Importante tenere sempre presente il rischio di credito associato al singolo emittente considerato, e quindi non concentrare eccessivamente l’esposizione di portafoglio al singolo nome. D’altronde, anche il Btp con scadenza quinquennale rende circa il 3,55% annuo, mentre l’emissione di Stato a 3 anni si ferma attorno al 3,35% annuo. Molti bond corporate quotano peraltro sotto la pari, in particolar modo gli zero coupon e le emissioni a tasso fisso con componente cedolare bassa.

L’alternativa degli Etf 

Gli Etf offrono, invece, il vantaggio di spalmare il rischio di credito su centinaia di bond in portafoglio (minimizzando il rischio di credito), senza barriere all’entrata in merito al capitale da impiegare, ma presentano la caratteristica di non avere data di scadenza; ne consegue che, per tali strumenti finanziari, il valore indicato come rendimento a scadenza deve essere preso con le pinze, in quanto in caso di variazioni importanti nei valori della curva dei rendimenti lo yield stimato inizialmente potrebbe risultare fuorviante, nel bene o nel male a seconda dei casi. (riproduzione riservata)