La Procura della Repubblica di Pordenone ha aperto un’indagine preliminare sulla New Financial Technology (Nft), la società con sede a Londra, ma fondata a Silea, comune in provincia di Treviso, che prometteva ai suoi clienti (pare siano 6mila, in grande maggioranza veneti) rendimenti mensili del 10% sui bitcoin depositati. Pare che Nft sia riuscita a raccogliere addirittura 100 milioni di euro. Le ipotesi d'indagine sono truffa aggravata ed esercizio abusivo dell'attività di intermediazione finanziaria. Gli indagati sono i tre soci fondatori di Nft, Christian Visentin, Emanuele Giullini e Mauro Rizzato, oltre a Mario Danese, anche lui in società fino allo scorso maggio, e i due cosiddetti agenti, incaricati di fare da intermediari nella raccolta clienti, Michele Marchi e Maurizio Sartor.
Ieri mattina le Forze dell’Ordine hanno eseguito perquisizioni domiciliari nelle province di Pordenone e Treviso e in altre località del territorio nazionale, «così constatando la probabile già avvenuta sparizione di gran parte dei documenti e di altre utili informazioni», ha dichiarato il Procuratore capo Raffaele Tito. «Pare che, ancora una volta, troppe persone non abbiano voluto ascoltare i moniti di prudenza che vengono costantemente emanati dagli organi statali preposti e, invogliati da inverosimili guadagni, abbiano investito imprudentemente i propri risparmi, guadagnati spesso con tanto sacrificio», ha sottolineato Tito. L'indagine è stata aperta a seguito di un'approfondita informativa della Guardia di finanza, la Procura di Pordenone è in stretto contatto investigativo con quella di Treviso ed è imminente anche il deposito di una denuncia presso la Procura di Milano. (riproduzione riservata)