I membri della Banca centrale europea, nell’ultima riunione, hanno concordano ampiamente con il capo economista Philip Lane «sul fatto che la politica monetaria dovrebbe continuare a dipendere dai dati e non seguire un percorso prestabilito. Per sottolineare l’impegno del Consiglio direttivo a raggiungere l'obiettivo di inflazione a medio termine, si è ritenuto importante indicare che si prevede un ulteriore rialzo dei tassi di interesse per evitare il rischio che le aspettative di inflazione si disancorino».
Questo è quanto emerge dai verbali della Bce, dai quali si apprende inoltre che «la forward guidance sui tassi di interesse è stata ampiamente ritenuta di scarso valore alla luce dell'elevata incertezza che regna attualmente. Allo stesso modo, l'indicazione dell'entità dei futuri aggiustamenti dei tassi d'interesse è stata considerata come un'indicazione prospettica rinnovata sui tassi d'interesse, che il Consiglio direttivo aveva ritenuto non più giustificata».
Secondo quanto riferito nei verbali, inoltre, alcuni membri nell’ultima riunione hanno espresso la loro preferenza per un aumento di 50 punti base dei tassi di interesse, «tenendo conto del fatto che l’aumento dei tassi sarebbe stato accompagnato da un segnale sulla necessità di ulteriori aumenti futuri dei tassi, da una modifica della remunerazione della riserva obbligatoria e dall'adeguamento dei termini e delle condizioni delle Tltro III, tutti elementi che avrebbero comportato un ulteriore inasprimento della politica monetaria».
Un rialzo più contenuto, secondo alcuni membri del Comitato, sarebbe stato più appropriato, visto il sentiment fragile del mercato, del rischio in aumento di un rallentamento significativo dell'attività economica e delle condizioni di finanziamento che si sono già notevolmente inasprite dall’inizio del processo di normalizzazione. Inoltre per tali banchieri «un ritmo di inasprimento troppo aggressivo avrebbe potuto avere ripercussioni sulla stabilità finanziaria, sull'attività economica e, in ultima analisi, sull'inflazione».
In separata seda della pubblicazione delle minute della Bce, il vicepresidente del board di Francoforte, Luis de Guindos ha evidenziato che «forse siamo vicini al picco dell’inflazione anche se fare previsioni è difficile perché vanno computati tutti i fattori come le misure che i governi stanno prendendo e che hanno un impatto sull'inflazione». Intervenendo all’Analysis Forum a Milano, de Guindos ha detto che l’inflazione non crescerà molto nei prossimi 3-4 mesi e poi inizierà a scendere. Probabilmente mentre scenderà l'inflazione headline salirà però quella core. (riproduzione riservata)