Amco compra ancora npl e si prepara al macigno garanzie
Amco compra ancora npl e si prepara al macigno garanzie
Nelle ultime ore la controllata del Tesoro è intervenuta su oltre 5 miliardi di posizioni, sia da sola che in cordata. Ma il dossier più caldo deve ancora arrivare

di Luca Gualtieri 05/08/2022 12:10

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Oltre cinque miliardi di crediti in appena mezza giornata. Amco si conferma attore sempre più attivo sul mercato dei deteriorati dove, dopo essere intervenuta sui salvataggi delle banche venete e del Montepaschi, sta rapidamente allargando il proprio raggio d'azione. 

I deal di giornata

Il 4 agosto la società guidata da Marina Natale si è aggiudicata in cordata con Gardant la gestione della piattaforma di Bper. Il piatto era particolarmente ricco, non solo per l'importo nominale complessivo (2,5 miliardi) ma anche perché quella di Modena era di fatto l'ultima grande piattaforma rimasta sul mercato. Proprio per questo la gara per aggiudicarsi l'asset è stata serrata, con in pista i principali operatori italiani, da Prelios a Intrum fino a DoValue. Questa mattina altri due annunci. La controllata del Tesoro si è aggiudicata il portafoglio da 2,6 miliardi della Unipol Rec, la bad bank nella quale qualche anno fa la compagnia bolognese guidata da Carlo Cimbri aveva fatto confluire i crediti della ex Unipol Banca. Da ultimo Amco ha acquistato dal Montepaschi un pacchetto di npl da 208 milioni nell'ambito dell'ultima operazione di de-risking messa in campo dal ceo Luigi Lovaglio.

La provvista sul mercato

Forse proprio alla luce di questa accelerazione dell'attività, Amco sta raccogliendo ingenti risorse sul mercato. Nelle scorse settimane il consiglio di amministrazione della controllata del Tesoro ha deliberato il collocamento di un'emissione non convertibile senior unsecured da 500 milioni di euro che sarà effettuato entro novembre per finanziare i progetti di crescita della società. Non è peraltro la prima volta che Amco bussa al mercato per raccogliere munizioni. È in corso un piano di emissioni obbligazionarie dal valore iniziale di un miliardo, successivamente ampliato in due passaggi intermedi a 4 miliardi. A fine 2021 il debito era di 3,7 miliardi su un patrimonio netto di 2,4 miliardi, come si evince dell'ultimo bilancio pubblicato.

La partita garanzie

Se già oggi l'attività sul mercato è intensa, nei prossimi mesi il raggio d'azione della società potrebbe allargarsi ulteriormente. Come riportato ieri da MF-Milano Finanza, Amco e il suo azionista stanno definendo gli ultimi dettagli del piano di intervento sui crediti garantiti dal fondo pmi. La società dovrebbe rilevare un primo portafoglio da 10-15 miliardi, composto sia da posizioni in bonis (stage 1 e stage 2) sia da deteriorati (ma solo past due e utp) per poi crescere nel tempo attraverso ondate di conferimento successive. Le posizioni confluirebbero in patrimoni separati in base al livello di garanzia mentre il financing sarebbe affidato a cartolarizzazioni di cui le banche potrebbero detenere la tranche senior. 

Il nodo politico

L'idea iniziale del governo era infatti di varare il piano attraverso un provvedimento legislativo (probabilmente un decreto) subito dopo l'estate, una volta definiti il perimetro del portafoglio e il pricing. Se non che, la caduta del governo Draghi e l'imminente appuntamento elettorale rischiano di scombinare i piani. Sembra infatti che a Roma non sia stato ancora chiarito se il progetto possa rientrare o meno negli affari correnti che un esecutivo dimissionario può affrontare. Tradotto: il dossier rischia di finire in eredità al futuro inquilino di via XX Settembre che potrebbe riprenderlo in mano così come archiviarlo definitivamente. Al momento, comunque, per l'intero schema di intervento si attende ancora il via libera della DgComp che nell'ultimo anno ha interloquito intensamente con il Tesoro e che segue con attenzione il percorso di Amco. (riproduzione riservata)