A Mediobanca il dossier per il futuro di Novacart (packaging)
A Mediobanca il dossier per il futuro di Novacart (packaging)
L'azienda lecchese, leader mondiale della produzione di articoli in carta per la cottura e la presentazione degli alimenti, è sul mercato. A gestire la procedura, che ripartirà a settembre, è la merchant bank di Piazzetta Cuccia

di Andrea Montanari 20/08/2020 02:00

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Il settore del packaging sta vivendo una stagione di sviluppo, consolidamento e riposizionamento industriale, complice la digitalizzazione. Se il fondo di private equity Bc Partners ha scommesso sul colosso bolognese Ima della famiglia Vacchi, anche per valutare eventuali operazioni di aggregazione (il mercato punta sulla rivale Coesia), adesso c’è un’altra azienda italiana che può entrare nel radar degli investitori finanziari e non solo.

Infatti, secondo indiscrezioni di mercato, il gruppo lecchese Novacart è sul mercato. L’azienda, fondata nel 1926 dalla famiglia Anghileri, a settembre potrebbe rappresentare un nuovo target nel settore. A gestire le operazioni è Mediobanca, che dopo lo stop al dossier imposto dalla pandemia, adesso può riavviare la procedura per la ricerca di un socio forte per il leader mondiale della produzione di articoli in carta per la cottura e la presentazione degli alimenti.

Novacart ha chiuso il 2019 con un giro d’affari consolidato di 65,4 milioni, un mol che ha sfiorato i 20 milioni e un utile netto di 2,1 milioni, il tutto a fronte di debiti verso il sistema bancario per 33,91 milioni e un patrimonio netto di 36 milioni. La società lombarda, presieduta da Rossana Anghileri, conta oltre mille dipendenti e ha 14 sedi nel mondo con stabilimenti produttivi in Usa, Francia, Cina, Brasile, India, Russia, Regno Unito e Svizzera.

«Il 2019 è stato ancora un anno durante il quale siamo riusciti a contrastare la crisi mondiale che ha colpito anche il settore della produzione dei dolci con l’inserimento nel mercato di ulteriori nuovi articoli che hanno incontrato il favore della clientela. Per contrastare la crisi abbiamo deciso di procedere con gli investimenti programmati e relativi alla innovazione di prodotto», si legge nella relazione di bilancio del gruppo lecchese e operativo in 83 mercati su scala globale. Dalle prime stime di mercato e prendendo a riferimento i multipli di Ima (rapporto ev/ebitda 2020 di 14,58), si può ipotizzare per Novacart un enterprise value che sfiora i 300 milioni.

Va ricordato che nelle scorse settimane il settore ha registrato un’operazione di aggregazione che ha portato alla nascita del leader italiano nel packaging per la cosmetica grazie all’integrazione tra Lumson e Pibiplast. Il polo è controllato dalla famiglia Moretti (51%) e vede coinvolti il fondo Fsi ed L Catterton, oltre ad altri azionisti minori. A uscire di scena è stato il fondo Ambienta, azionista di Pibiplast. (riproduzione riservata)