Moody's: gli italiani ridurranno il debito del 2,8% l'anno tra il 2021 e il 2023
Moody's: gli italiani ridurranno il debito del 2,8% l'anno tra il 2021 e il 2023
L'agenzia di rating prevede che il 2022 sarà un anno di stabilità per i Governi regionali e locali italiani. Complici la ripresa delle entrate fiscali, il sostegno ancora consistente del governo centrale e la continua riduzione del debito pubblico

di Claudia Frangiamore 25/11/2021 13:45

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Si prospetta un 2022 di stabilità per l'Italia. L'ultimo report sui governi regionali e locali pubblicato da Moody's, agenzia di rating, si focalizza sul caso italiano e mette in evidenza una situazione piuttosto favorevole a completare la ripresa economica del Paese. Un primo aspetto riguarda il fatto che le entrate fiscali rimbalzeranno in tandem con la ripresa economica. Secondo gli esperti, infatti, il pil reale crescerà del 5,5% a livello nazionale nel 2022, dopo la contrazione dell'8,9% nel 2020. La crescita economica porterà a un aumento del 2% delle entrate fiscali in riscossione dai Governi locali e regionali dopo il calo del 9% registrato lo scorso anno. Successivamente, la crescita costante dovrebbe consentire al gettito fiscale di tornare ai livelli pre-pandemia entro il prossimo anno.

Un altro aspetto riguarda l'intenzione del Governo centrale di calibrare i sussidi man mano che la ripresa economica va avanti. Gli esperti di Moody's, infatti, si aspettano che i fondi di compensazione istituiti dal governo coprano le carenze di entrate nel 2021 e nel 2022, sebbene questo sostegno fiscale verrà gradualmente eliminato di paripasso all'aumento delle entrate a livello locale. "Prevediamo che il saldo operativo lordo mediano aumenterà all'8% dei ricavi operativi entro il 2023, dal 6,6% nel 2021", ha detto Moody's.

Un terzo aspetto, abbastanza importante dato l'attuale stato di emergenza nel Paese, è che il governo coprirà anche la spesa sanitaria. Gli esperti prevedono, infatti, che il fondo sanitario nazionale continuerà a crescere dopo il balzo registrato nel 2020 innescato dalla pandemia. Il governo centrale, inoltre, veicola finanziamenti per circa 8 miliardi di euro per aiutare a ristrutturare i sistemi sanitari regionali, complice il miglioramento delle procedure di pagamento che continuerà a ridurre i debiti commerciali accumulati. D'altra parte, l'invecchiamento della popolazione rimane una fonte a lungo termine di pressione sulla spesa sanitaria.

Un quarto aspetto emerso dalla ricerca riguarda il fatto che gli investimenti in capitale fisso cresceranno moderatamente grazie ai fondi NextGen. I governi locali e regionali, infatti, avranno accesso a 71 miliardi di fondi Ue per il recupero da investire nell'inverdimento delle flotte e delle reti di trasporto, lo sviluppo dei sistemi sanitari e la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni. La modernizzazione delle pa, compresi i sistemi sanitari, sarà un fattore chiave per la qualità del credito regionale. Tuttavia, gli esperti di Moody's prevedono un aumento della spesa in conto capitale solo al 14% della spesa totale, dal 12% nel 2020, poiché processi amministrativi molto complessi peseranno sulla loro capacità di assorbire i fondi europei destinati alla ripresa.

Infine, uno degli aspetti evidenziati da Moody's riguarda la riduzione del debito pubblico. Gli esperti prevedono, infatti, che gli italiani ridurranno i propri livelli di debito in media del 2,8% all'anno tra il 2021 e il 2023, anche a causa dell'ampia liquidità disponibile. Livelli di debito stabili e una maggior crescita delle entrate guideranno una forte accessibilità del debito per le Regioni, mentre il costo degli interessi si stabilizzerà in media allo 0,7% delle entrate entro il 2022. Il governo, che detiene circa l'85% del debito totale, rimarrà il principale finanziatore del settore pubblico. I governi locali e regionali continuano a rappresentare un bassissimo 3,3% dell'onere del debito totale del governo. (riproduzione riservata)