Oro ancora in rialzo grazie alle Banche centrali, ma l'argento può superarlo
Oro ancora in rialzo grazie alle Banche centrali, ma l'argento può superarlo
Se le Banche centrali si muovono verso una lenta, ma implicita, forma di monetizzazione del debito, questo porterà a un costante aumento del prezzo dell'oro, per UBP almeno fino a 2.100 dollari l'oncia entro la fine del 2021. Ma l'argento, secondo WisdomTree, potrebbe superare l'oro, salendo a 26,50 dollari l'oncia entro la fine di quest'anno con un rally del +55% rispetto a maggio

di Francesca Gerosa 29/05/2020 10:25

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Il prezzo dell'oro continua a salire dopo che la Bce ha lanciato una nuova proposta di stimolo. Oggi scambia a 1.717,20 dollari l'oncia (+0,23%). "Stiamo assistendo a una sfida interessante tra lo scenario di rischio, che sta dominando i mercati ed è nel complesso negativo per il lingotto, e le politiche monetarie iperespansive delle Banche centrali, che invece sostengono il prezzo dell'oro", ha detto Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades. "È chiaro che gli investitori scommettono che le misure accomodanti della Bce, che seguono mosse simili da parte della Fed e della BoJ, rimarranno in vigore a lungo e potrebbero anche essere amplificate nei prossimi mesi".

L'indebolimento della domanda fisica visto negli ultimi mesi in Asia è stato compensato dall'aumento della domanda di oro come investimento negli Stati Uniti e Europa, trainato dalle decisioni accomodanti delle Banche centrali e dalle aspettative di politiche monetarie ulteriormente espansive nei prossimi 12 mesi, ha aggiunto De Casa secondo cui il prezzo del metallo giallo sembra aver trovato un equilibrio temporaneo tra 1.700 e 1.750 dollari l'oncia, mentre gli investitori aspettano ulteriori elementi direzionali.

In effetti, i prezzi dell'oro hanno registrato un notevole rimbalzo negli ultimi due mesi, passando dai minimi di circa 1.460 dollari l'oncia di marzo ai massimi di quasi 1.765 dollari l'oncia di fine maggio. Il rally innescato dal metallo giallo da marzo riflette una serie di fattori. In primo luogo, il posizionamento è molto più pulito.

All'inizio del 2020, secondo i dati CFTC, gli investitori hanno mantenuto una posizione a leva incredibilmente lunga. Il calo di marzo ha portato a un azzeramento del posizionamento lungo, il che significa che guadagni ulteriori erano più facili. In secondo luogo, le Banche centrali hanno continuato ad allentare la politica monetaria. "Un contesto costruttivo per i prezzi dell'oro", ha osservato Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée, secondo cui se gli Stati Uniti e il Regno Unito si orienteranno verso tassi di deposito negativi, "l'interesse degli investitori retail per il metallo giallo aumenterà in modo sostanziale. Ciò spingerà sostanzialmente il prezzo dell'oro a livelli più alti".

Se le Banche centrali si muovono verso una lenta, ma implicita, forma di monetizzazione del debito, questo porterà a un costante aumento del prezzo dell'oro. Tuttavia, "se saranno costrette a ricorrere all'helicopter money, ciò si tradurrà in incrementi enormi. Non è impossibile prevedere una situazione in cui prezzi si muovano lungo una parabola a livelli di circa 3.000 dollari l'oncia. Come minimo, pensiamo che il rapporto tra l'oro e la crescita della base monetaria negli Stati Uniti spingerà i prezzi a livelli di almeno 2.100 dollari entro la fine del 2021, con rischi saldamente al rialzo in questo scenario", ha previsto Kinsella.

Non solo oro. Anche l'argento inizia a brillare (oggi +0,36% a 18,032 dollari l'oncia). L'anno scorso, il rapporto oro/argento, un parametro di misura su quanto l'argento sia a buon mercato rispetto all'oro, è stato alto: il prezzo dell'argento cioè è stato molto basso, ha notato Nitesh Shah, Director, Research di WisdomTree. Anche se nelle ultime settimane quel rapporto è sceso, "pensiamo che potrebbe comunque salire considerevolmente, passando da 17,10 dollari l'oncia a circa 26,50 dollari l'oncia entro la fine dell'anno, prima di scendere a 21,40 dollari entro la fine del primo trimestre del 2021, secondo le nostre previsioni che scontano gli ostacoli dovuti al calo della domanda industriale. L'interruzione dell'offerta potrebbe tuttavia comportare un rischio di rialzo rispetto a queste previsioni", ha stimato Shah.

La performance dell'argento quest'anno è stata a dir poco deludente fino a metà maggio circa. L'argento si è, infatti, comportato più come un metallo industriale che come un metallo prezioso. L'oro ha riportato un rally di oltre il 13% quest'anno e l'argento è sceso del 4%. Di conseguenza, il rapporto oro/argento è salito a livelli mai visti prima. "O l'argento è molto economico o c'è stato un cambiamento secolare nella relazione dell'argento con l'oro. Di recente, tuttavia, l'argento ha iniziato a recuperare rispetto al metallo prezioso. Riteniamo che la correlazione riprenderà", ha proseguito Shah, indicando alcune variabili indipendenti dall'andamento dell'oro che possono essere dei fattori trainanti nel determinare l'andamento dei prezzi dell'argento.

Come la crescita dell'attività manifatturiera: a differenza dell'oro, oltre il 50% dell'uso dell'argento riguarda infatti le applicazioni industriali; l'aumento delle scorte d'argento, che indica una maggior disponibilità del metallo, è negativa per i prezzi; l'aumento delle spese in conto capitale (capex) del settore minerario: infatti più le imprese del settore minerario investono, più offerta avremo potenzialmente in futuro. L'esperto ipotizza un ritardo di 18 mesi su questa variabile.

In termini di crescita, "riteniamo che l'argento potrebbe superare l'oro. Nonostante la debolezza della domanda industriale e l'aumento delle scorte lo penalizzino, l'argento potrebbe salire a 26,50 dollari l'oncia entro la fine di quest'anno, vale a dire un valore prossimo a un rally del 55% rispetto ai 17,10 dollari del 19 maggio. Non è sufficiente che il rapporto oro/argento ritorni ai livelli normali. In effetti, potrebbe essere ancora vicino a una standard deviation superiore alla media", ha precisato.

"Se la nostra previsione per l'oro nel quarto trimestre del 2020, a 2.100 dollari l'oncia, dovesse rivelarsi corretta e il rapporto oro/argento dovesse ritornare alla normalità, il prezzo dell'argento supererebbe i 30,00 dollari l'oncia. Non pensiamo che il rapporto possa tornare alla normalità l'anno prossimo, data la fiacchezza della domanda industriale. Entro la fine del primo trimestre del 2021, l'argento potrebbe scendere a 21,40 dollari l'oncia, mentre l'oro continuerà a salire a 2.200 dollari l'oncia, rialzando così il rapporto oro/argento a 102", ha stimato Shah.

L'offerta d'argento è in calo da quattro anni. Tra i driver principali, la diminuzione della capacità estrattiva di diverse società leader del settore, il calo della produzione d'argento presso le miniere di rame e l'interruzione dell'attività da parte d'importanti miniere d'argento. "Nel nostro modello, le spese in conto capitale nelle miniere hanno iniziato a salire 18 mesi fa. Per adesso, vista la rilevanza dell'aumento delle capex, l'offerta potrebbe in parte penalizzare alcuni dei possibili guadagni dell'argento", ha suggerito il Director, Research di WisdomTree.

Tuttavia, valutando la situazione a livello micro-economico, "è possibile che l'offerta estrattiva diminuisca quest'anno. A causa del Covid-19, l'attività estrattiva è stata temporaneamente sospesa nei principali Paesi produttori d'argento, tra cui il Messico, il Perù, la Bolivia e la Provincia del Quebec in Canada. Pertanto, anche se nel nostro modello indichiamo l'aumento dell'offerta come potenziale ostacolo, esiste comunque un rischio di rialzo per i prezzi nel caso in cui si verifichino delle interruzioni correlate al Covid-19", ha avvertito l'esperto.

Non ci sono dati a sufficienza per osservare le scorte globali di argento. Per commentare, quindi, quest'altro indicatore dell'offerta, bisogna osservare le scorte presenti sulle borse dei future. Queste ultime sono, infatti, salite costantemente negli ultimi anni. Sebbene tale movimento sia difficilmente compensabile con il calo dell'offerta estrattiva degli ultimi anni, aiuta comunque a spiegare i prezzi relativamente bassi dell'argento.

Da notare che è necessario distinguere tra scorte autorizzate e scorte registrate. Le prime indicano che il metallo soddisfa i requisiti di borsa ma non è stato dato come collaterale di una transazione sul mercato dei future; le seconde indicano che il metallo, oltre a soddisfare i suddetti requisiti, è stato dato come collaterale per le transazioni sul mercato dei future.

Le scorte autorizzate possono facilmente essere convertite in scorte registrate ed è per questa ragione che Shah prende in considerazione il dato complessivo. Tuttavia, la maggior parte dei guadagni si è verificata nella forma autorizzata anziché in quella registrata. "Ciò potrebbe semplicemente riflettere la scelta di conservare le scorte soprattutto nei magazzini Comex, piuttosto che in altre strutture. In ogni caso, la principale fonte di scorte visibili ha avuto l'effetto di smorzare i prezzi sull'argento. Ci aspettiamo che questo movimento continui a rappresentare un ostacolo per i prezzi", ha spiegato Shah.

Insomma, anche se l'argento sta incontrando degli ostacoli dovuti al calo della domanda industriale e al possibile aumento dell'offerta, la sua correlazione con l'oro dovrebbe essere di grande sostegno. "Per quanto la correlazione dell'argento con l'oro sia stata mediocre negli ultimi mesi, il legame sembra mostrare una ripresa nelle ultime settimane. L'offerta estrattiva potrebbe, in effetti, rimanere ridotta a causa delle restrizioni imposte dal Covid-19. Dunque, il rischio per il prezzo dell'argento potrebbe essere al rialzo", ha concluso Shah. (riproduzione riservata)