Davide Zanichelli, deputato del Movimento 5 Stelle, ha presentato oggi un'interpellanza al ministro delle Finanze, Roberto Gualtieri, e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per sapere quali iniziative il governo sta attuando "a seguito delle vicende che hanno coinvolto e stanno coinvolgendo Borsa Italiana e del rischio che questa entri in un contesto societario che consideri marginali gli interessi del nostro Paese".
Borsa Spa dal 2007 fa parte del gruppo London Stock Exchange, in cui già oggi gli azionisti italiani valgono complessivamente per solo lo 0,1%, "ma che comunque in questi anni ha gestito il mercato dei titoli di Stato e saputo valorizzare le realtà nazionali, specialmente attraverso i progetti per capitalizzare le medie imprese emergenti". Inoltre la controllante Lse, ricorda il parlamentare, ricordando quanto ha scritto più volte MF-Milano Finanza, potrebbe valutare la cessione parziale o totale di Borsa Italiana a seguito del perfezionamento dell'acquisizione di Refinitiv, l'ex divisione dati di Thomson-Reuters.
"Anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Stéphane Boujnah, ceo di Euronext, l'interessamento della borsa francese potrebbe essere concreto contribuendo a complicare lo scenario, a ciò si aggiungono le incertezze legate alla Brexit, in conseguenza della quale non è chiaro se il gruppo Lse avrà limitazioni o meno a operare nei Paesi dell'Unione, come riguardo al funzionamento delle casse di compensazione, nonché i rischi per i possibili tentativi di acquisizione da parte di altri player del mercato delle Borse, come testimoniato dall'offerta considerata ostile della Borsa di Hong Kong per l'intera Lse", continua l'interpellanza. A preoccupare il Movimento 5 Stelle è anche la fuoriuscita di diversi top manager italiani "e le possibili ripercussioni che ciò può avere sullo sviluppo delle piccole e medie imprese di Borsa Italiana e sul mercato del nostro debito pubblico".
Quindi, conclude Zanichelli, "ben venga il golden power", inserito lo scorso autunno, che consente al governo di dire l'ultima parola su possibili acquirenti stranieri. La nostra iniziativa è quella di porre un faro sul tema della Borsa Italiana, chiedendo al governo di considerare tutti gli scenari possibili con l'obiettivo di massimizzare l'interesse nazionale per una società che gestisce il mercato dei titoli di Stato e le quotazioni delle nostre società, e una delle possibilità potrebbe essere anche quella di riportare l'infrastruttura all'interno dei confini nazionali".
L'idea di una Borsa che torna in mani italiane è contenuta in un documento stilato da Mediobanca lo scorso ottobre. In tal senso la Cdp potrebbe farsi capo cordata di un gruppo, cui potrebbero partecipare banche e altri soggetti privati (qualcuno ha pensato a Sia), in grado di rilevare Borsa se Londra dovesse cederla nell'ambito degli accordi sulla Brexit. E, in un secondo momento, l'asset italiano potrebbe essere quotato. (riproduzione riservata)