Le borse sono il leggero rialzo con Piazza Affari in testa (+0,59% a 21.181 punti l'indice Ftse Mib rispetto al +0,51% del Dax, al +0,01% del Cac40 e al +0,08% del Ftse100). L'umore dei mercati è migliorato per via di un generale ottimismo rispetto all'imminente meeting Usa-Cina, durante il quale si prevede che le due super potenze possano calmare la disputa commerciale, mettendo in attesa ulteriori dazi.
L'incontro di sabato tra i due blocchi è un evento chiave dopo che i colloqui si sono interrotti il mese scorso. "Vedere Washington e Pechino tornare al tavolo dei negoziati e vederli adottare un tono più gradevole l'uno verso l'altro sarebbe già un passo avanti. Tuttavia, alcuni avvertono che gli investitori non dovrebbero aspettarsi molto dalla riunione o rischiano di rimanere scottati", ha sottolineato Pierre Veyret, analista tecnico di ActivTrades.
Dunque il summit del G20 in programma per il 28-29 giugno in Giappone occuperà le cronache durante questo weekend. "Funzionari americani e cinesi sono già impegnati nei colloqui prima dell’incontro fra i due presidenti: questo solleva qualche speranza di un allentamento delle tensioni commerciali, poiché recentemente le economie di entrambi i Paesi hanno mostrato segni di debolezza. Sia la Cina che gli Usa vogliono raggiungere un accordo e Trump non intende indebolire l’economia statunitense prima delle elezioni del 2020", ha osservato Hervé Chatot Multi Asset Fund Manager di La Française AM.
La posta in gioco è chiaramente alta. Questo G20 darà l'impronta alla futura direzione dei negoziati e determinerà i trend di mercato e le reazioni delle banche centrali nelle prossime settimane e, forse, in tutto il secondo semestre dell'anno. Le Banche centrali hanno già fatto capire di essere pronte a reagire velocemente in caso di necessità e ad allentare le politiche monetarie per sostenere l'espansione economica, poiché i rischi al ribasso per l'economia globale rimangono elevati.
Negli Stati Uniti, per esempio, ci si attende che la Fed tagli i tassi dei federal funds di 25 o 50 punti base (fonte: Bloomberg) durante il prossimo meeting a luglio. La portata dei tagli dipenderà dall'esito del G20. Dunque cosa potremmo aspettarci? Quali potrebbero essere gli esiti più probabili e la reazione dei mercati?
Hervé Chatot ha identificato tre possibili scenari: un cessate il fuoco con una sospensione dell'imposizione di nuove tariffe ed entrambe le parti che si accordano per una tregua per un periodo di tempo limitato o meno con la ripresa dei negoziati commerciali; un accordo (de-escalation): le parti concordano un accordo di soluzione che soddisfi entrambe con un graduale ritiro di parte, gran parte o tutte le tariffe in vigore; escalation: i negoziati commerciali falliscono. Potrebbero essere imposte nuove tariffe dagli Stati Uniti su parte o tutti i restanti 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi durante il terzo trimestre dell’anno. La guerra commerciale subirà quindi un'escalation.
"Secondo noi, al momento attuale, un accordo che soddisfi entrambe le parti è poco probabile. Si tratta di un'eventualità che scartiamo perché troppo ottimistica. Se invece dovesse verificarsi, la reazione del mercato potrebbe essere molto positiva con un rally molto forte per gli asset rischiosi, mercati azionari, sia emergenti che sviluppati, credito high yield, associato a un brusco incremento dei rendimenti core: gli investitori rivedrebbero le proprie view sui messaggi dovish delle Banche centrali. Il mercato azionario cinese e gli asset emergenti ne beneficerebbero più di tutti", ha aggiunto l'Asset Fund Manager di La Française AM.
"L'esito secondo noi più probabile è quello di un cessate il fuoco, con entrambi i Paesi desiderosi di riprendere i colloqui. Gli Usa accetterebbero di sospendere l'imposizione di nuove tariffe e di riprendere i negoziati. Questo esito sarebbe ancora market friendly, ma si tratta di uno scenario già ben scontato dai mercati", ha avvertito Hervé Chatot Multi. "Il mercato azionario Usa è vicino a livelli record. Quindi riteniamo che il mercato potrebbe reagire positivamente, anche se pacatamente. Non prevediamo un forte rally sui mercati azionari dei Paesi sviluppati. Questo esito dovrebbe risollevare soprattutto gli asset emergenti: probabilmente ne beneficerebbero particolarmente i nomi più legati al commercio, che avevano sofferto e sotto-performato durante le ultime settimane. È probabile che i bond governativi core verrebbero svenduti, almeno all’inizio, per un breve periodo".
Ad ogni modo, non si può escludere un'escalation, risultato di un fallimento nei negoziati. In tal caso, gli Usa continuerebbero a mettere pressione alla Cina, imponendole nuove tariffe. Sarebbe una notizia pessima e la fiducia delle aziende si deteriorerebbe più rapidamente, trascinando con sé l’economia globale. Questo esito sarebbe chiaramente molto rischioso per i mercati e implicherebbe un periodo di incertezza più prolungato. Tutti gli asset rischiosi verrebbero svenduti rapidamente e gli asset rifugio conoscerebbero un forte rally (soprattutto i Treasury Usa e l'oro), poiché i mercati prezzerebbero una guerra commerciale vera e propria e una recessione per i mesi a venire.
"Crediamo che questo rappresenti lo scenario meno probabile di tutti perché avrebbe impatti molto negativi sull'economia di entrambi i Paesi e per l'outlook della crescita economica globale. Rimaniamo cauti in vista di questo meeting, perché è molto difficile predirne l'esito politico. Tuttavia, se la guerra commerciale dovesse degenerare, la crescita globale potrebbe venirne fortemente ridimensionata: fino a 70 punti base secondo l'opinione diffusa dei macro-economisti", ha concluso il Multi Asset Fund Manager di La Française AM.
Il cambio euro/dollaro scambia a 1,1368 (+0,02%), mentre lo spread Btp/Bund è poco mosso a 243 punti base dopo l'asta di Btp. Il Tesoro ha collocato 2,25 miliardi di euro di Btp 2024 all'1,34% dall'1,81% precedente (bid to cover pari a 1,48) e 2,75 miliardi di euro di Btp 2029 al 2,09%, il livello più basso da aprile 2018, dal 2,60% precedente. Bid to cover pari a 1,32. L'asta ha quindi registrato un forte calo dei rendimenti, con il tasso di finanziamento del decennale crollato di 50 punti base, al 2,09%, rispetto al 30 maggio.
"La politica monetaria accomodante della Bce, con la prospettiva di un taglio dei tassi entro fine anno e perfino la possibilità di una ripresa del Qe, sono alla base del riprezzamento radicale dei titoli di Stato nelle ultime settimane", ha commentato un operatore all'agenzia MF-Dow Jones, sottolineando come il contesto creato dalla parole del presidente, Mario Draghi, a Sintra "sta isolando i Btp dalle tensioni politiche interne ed esterne del governo".
La Commissione Europea deve decidere martedì 2 luglio se raccomandare la procedura d'infrazione contro l'Italia per alto debito. Il premier, Giuseppe Conte, punta a fare passi avanti nella trattativa durante il G20 dove vedrà il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker. Intanto sul listino milanese si registrano acquisti sulle banche: Banco Bpm (+1,93%), Ubi (+3,98%), Unicredit (+2,87%), Intesa Sanpaolo (+1,05%). Secondo indiscrezioni, la Bce starebbe studiando alcune modifiche al nuovo piano di Qe per superare i limiti sugli acquisti di bond per singolo Paese. Ciò dovrebbe portare a una riduzione degli spread, avvantaggiando l'Italia.
In evidenza anche StM (+2,21%), Prysmian (+1,71%) e Exor(+1,30%). Ha annullato i guadagni Atlantia (+0,04%) con la Lega che si oppone alla richiesta del Movimento 5 Stelle di revocare la concessione alla controllata Autostrade per l'Italia. Rialzo frazionale per Brembo (+0,6%), pronta a un maxi-deal. Poco mossa Generali (+0,09%) che con la spagnola Catalana Occidente starebbero trattando l'acquisizione della compagnia portoghese Tranquilidade (controvalore dell'operazione intorno a 682 milioni di dollari).