Se i dazi introdotti dall’amministrazione Trump dovessero rimanere in vigore per un periodo prolungato, l’economia statunitense rischierebbe di rallentare in maniera decisa. Lo ha detto lunedì 14 il governatore della Federal Reserve, Chris Waller. In tal caso, sarebbero giustificati interventi di politica monetaria espansiva, anche in presenza di un aumento temporaneo dell’inflazione.
Nel corso di un intervento alla Cfa Society di St. Louis, Waller ha affermato che un contesto di dazi generalizzati potrebbe far salire l’inflazione core (Pce) fino al 5%. Tuttavia, Waller ha precisato che questa dinamica sarebbe transitoria, e che la Fed potrebbe «sorvolare» su questo picco temporaneo senza reagire con un rialzo dei tassi.
«Se il rallentamento economico fosse significativo, fino a minacciare una recessione, riterrei opportuno procedere a un taglio dei tassi prima del previsto e con maggiore forza», ha aggiunto Waller. «Anche con un’inflazione superiore al 2%, il rischio di recessione potrebbe prevalere rispetto al timore di un’inflazione più persistente».
Waller ha riconosciuto che il concetto di inflazione «transitoria» è stato duramente criticato, dopo che la Fed lo adottò nel biennio 2021–2022 con scarsi risultati. «Molti a Wall Street protesteranno, ma il fatto che quella lettura si sia rivelata errata non significa che non si possa più considerare un simile scenario in futuro», ha aggiunto.
Il governatore Waller ha delineato due ipotesi:
1. Scenario dei «dazi elevati»: un’aliquota media effettiva del 25% su tutte le importazioni, un livello simile a quello attuale, anche tenendo conto della pausa temporanea di 90 giorni concessa da Trump sulle misure «reciproche». In tale contesto, la Fed potrebbe agire con decisione per sostenere la crescita, anche a costo di tollerare un’inflazione superiore al target.
2. Scenario dei «dazi moderati»: una riduzione delle tariffe medie al 10% grazie a un accordo negoziato. In questo caso, la Federal Reserve potrebbe adottare un approccio più attendista, con i primi tagli dei tassi ipotizzabili nella seconda metà dell’anno. (riproduzione riservata)