Vladimir Putin ha offerto agli Usa di fermare la sua invasione dell’Ucraina sull’attuale linea del fronte. È quanto riporta il Financial Times, citando fonti informate sul colloquio che il presidente russo ha avuto 10 giorni fa con l’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, a San Pietroburgo.
Secondo tali fonti, Putin ha fatto sapere all’inviato speciale di Donald Trump che Mosca potrebbe rinunciare alle sue pretese sulle aree delle quattro regioni (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia) parzialmente occupate che rimangono sotto il controllo di Kiev. Dopo questa offerta, dunque, gli Stati Uniti hanno fatto circolare l’idea di un possibile accordo che prevede il riconoscimento da parte di Washington della Crimea come russa, oltre a riconoscere il controllo di fatto del Cremlino sulle parti delle quattro regioni attualmente occupate.
La proposta rappresenta il primo vero segnale formale da parte di Putin, dall’inizio del conflitto tre anni fa, che la Russia potrebbe fare un passo indietro rispetto alle sue richieste massimaliste per porre fine all’invasione.
Tuttavia, funzionari europei informati sugli sforzi statunitensi per porre fine alla guerra hanno avvertito che Putin probabilmente userebbe questa apparente concessione come «esca» per spingere Trump ad accettare altre richieste russe e imporle all’Ucraina come fatto compiuto.
«C'è molta pressione su Kiev in questo momento affinché rinunci a cosa in modo che Trump possa proclamare la vittoria», afferma una delle fonti del giornale.
I funzionari ucraini dovrebbero incontrare funzionari europei e statunitensi a Londra mercoledì 23 aprile per discutere sulle ultime proposte. Tuttavia, Steve Witkoff e il segretario di Stato americano Marco Rubio si sono ritirati dall’incontro, secondo fonti statunitensi ed europee.
L’inviato di Trump per l’Ucraina, Keith Kellogg, dovrebbe comunque partecipare. Il consigliere per la politica estera di Putin ha dichiarato che Witkoff visiterà Mosca più avanti questa settimana, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa russe.
«È in corso un lavoro intenso. Stiamo parlando con gli americani. Il lavoro è difficile e richiede molto tempo, quindi è difficile aspettarsi risultati immediati, e non può essere svolto in pubblico», ha detto Dmitry Peskov, portavoce di Putin al Financial Times.
Mentre alti funzionari ucraini hanno dichiarato, sempre al FT ,di essere aperti ad alcune delle idee avanzate da Trump e dal suo team, senza specificare quali.
Nello specifico, le proposte statunitensi includono: il dispiegamento di un contingente europeo di peacekeeping in Ucraina. Una forza militare separata e non-Nato per monitorare il cessate il fuoco lungo una zona smilitarizzata che coprirebbe oltre mille chilometri di linea del fronte. Questa forza lavorerebbe congiuntamente con le forze ucraine e russe, ciascuna delle quali monitorerebbe il rispetto dell’armistizio dal proprio lato della cosiddetta linea di contatto.
Secondo un potenziale accordo, l’Ucraina si impegnerebbe a non riconquistare con la forza i territori occupati dalla Russia, mentre la Russia accetterebbe, dunque, di fermare la lenta avanzata del suo esercito.
Non è chiaro, in tutto ciò, se Trump abbia chiesto formalmente all’Ucraina di riconoscere l’annessione della Crimea da parte della Russia. Tuttavia lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito nelle ultime ore la sua posizione sulla penisola del Mar Nero, dichiarando: «L’Ucraina non riconoscerà l’occupazione della Crimea. È il nostro territorio, il territorio del popolo ucraino, non c’è nulla da discutere».
La Russia da parte sua sarebbe potenzialmente disposta a rinunciare alla sua precedente richiesta di pieno controllo sulle quattro regioni ucraine di prima linea - Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia - se gli Stati Uniti facessero concessioni geopolitiche più ampie a Mosca, come riconoscere il controllo russo della Crimea e impedire all’Ucraina di entrare nella Nato.
La data potrebbe essere quella del 30 aprile secondo Konstantin Remchukov, direttore di un quotidiano vicino al Cremlino, che in un editoriale ha scritto che «che Mosca potrebbe porre fine ai combattimenti una volta che le forze ucraine fossero respinte da Kursk - una regione russa parzialmente conquistata da Kyiv lo scorso anno, e ora sotto controllo russo al 99,5%».
«Quando libereranno l’ultimo mezzo per cento, allora le truppe potranno fermarsi dove si trovano» ha scritto Remchukov su Nezavisimaya Gazeta, aggiungendo che «si spera che tutto questo accada entro il 30 aprile, così Putin potrà dichiarare con orgoglio di aver portato a termine la sua missione di pace nei primi 100 giorni della sua presidenza». (riproduzione riservata)