La classifica 2025 dei vini di pregio italiani più quotati alle aste si presenta senza sorprese. Basti dire che il podio è identico a quello della passata stagione e, in generale, raduna tre bottiglie mitologiche nelle quali si sommano storie eccezionali, annate irripetibili, una sempre maggiore rarità e l’interesse di collezionisti e investitori ad alimentarne gli scambi. Al vertice nel formato da 0,75 litri si conferma il Barolo Monfortino 1978 di Giacomo Conterno, assegnato a una cifra in dollari equivalente a oltre 4.200 euro, il 9% in più dell’anno scorso, ma anche superiore a quanto ottenuto nel 2023 e nel 2022. Diversamente, il Sassicaia del 1985, che occupa anche la prima posizione tra le magnum, rimbalza rispetto al 2024, si allinea al valore del 2023 ma resta sempre sotto la quotazione raggiunta nel 2022. Seguono il Brunello Soldera 1990, in calo sul 2024 e sul 2023, e, altra presenza fissa, il Barbaresco Santo Stefano Riserva di Giacosa. Quinto posto insolito per il Masseto 1986, un’annata poco frequente nelle aste e che non compariva in questa stessa classifica in nessuno degli ultimi cinque anni.
Al di là dei risultati dei singoli millesimi, il Monfortino si conferma leader dei vini italiani di pregio anche per numero di ricorrenze: 18 su 50 tra le bottiglie da 0,75 alle quali si aggiungono sette posizioni su 20 nelle magnum. Questo Barolo Riserva, d’altra parte, conta un secolo di storia e ha proprio nella longevità una delle sue virtù più apprezzate. Masseto si prende la rivincita con 18 citazioni in totale ma soprattutto dominando le classifiche dei grandi formati.
Quello che conta, però, è che la somma dei valori delle bottiglie battute quest’anno, a confronto con i risultati ottenuti dalle stesse nel 2024, fa segnare un 6% in più: 130.853 euro contro 123.660. Un successo al quale contribuiscono più di tutti, ancora una volta, le migliori bottiglie di Monfortino, le cui quotazioni nel 2025 sono cresciute in media del +10%. Piccole cifre, ma che invertono una tendenza al ribasso che si era confermata negli ultimi tre anni. Non tutte le ombre però sembrano dissolte, anzi. Molti confronti, quasi 30 su 85 elencati qui accanto, non sono possibili per l’assenza delle bottiglie alle aste, segno che i proprietari preferiscono ancora tenere prudentemente le bottiglie più preziose in cantina.
Da segnalare, infine, che 51 record su 85 recano una cifra in dollari, a conferma che la maggior parte degli scambi si gioca ancora sul territorio americano, ma, in proporzione, in Italia si segnano più record: 17 quelli segnati nel 2025, tutti da Pandolfini. (riproduzione riservata)